Quel Carroccio diventato Torre

Tempi duri, anzi durissimi, per le rappresentanze della Lega Nord in Valle Sabbia e soprattutto nella Bassa Valle a Villanuova e a Gavardo, dove il Carroccio sembra perdere per strada le ruote, che gli stessi conducenti staccano dai mozzi, per diventare sempre più una Torre dalla quale buttar giù chi osa mettere in discussione le direttive del partito.
Più volte abbiamo riportato, infatti, delle fratture registrate a Villanuova sul Clisi in seno agli ambasciatori di Alberto da Giussano. Da una parte ci sono Giovanni Mantovani e Giacomo Bonori, dall’altra Paolo Facchinetti e Fabio Vivenzi. “Lega Lombarda-Lega Nord per l’indipendenza della Padania” si volevano far chiamare gli uni, secondo le precise indicazioni del direttivo locale appena rieletto che li avrebbe indicati come “unici rappresentanti della Lega Nord”.
Noi siamo della “Lega Nord Padania” ribadivano invece gli altri, con qualche problema per la verità a rinnovare le tessere. Nomi a parte, la divisione sarebbe di sostanza e riguarda la scelta di appoggiare o meno la Giunta Comincioli in merito alle scelte sui destini della ex Grignasco: favorevoli i primi, nettamente contrari i secondi che richiamano ad una maggior concertazione.
Già detto tutto quanto, anche di Alessio Bussi, eletto col fazzoletto verde, espulso dai suoi e migrato “armi e bagagli” con i Popolari-Democratici-Indipendenti.

Il marasma di Villanuova a quanto pare, però, non era sufficiente. Ecco che “per simpatia” si è messa in fibrillazione anche la Lega di Gavardo: “La Lega è un movimento che ha sempre ottenuto larghi consensi per la sua chiarezza e il suo rigore, e ancora una volta dimostra la sua capacità di decidere. La falsità non ci appartiene” tuona convinto il Commissario di Sezione Renato Don, che in una lettera aperta ai leghisti gavardesi, nel ribadire le posizioni leghiste su “sicurezza, federalismo, lotta allo spreco e alle tasse ingiuste”, rende noto anche “per fare un esempio” della decisione di non considerare più come rappresentanti del partito la capogruppo Turini, il consigliere Bettini ed il membro del consiglio dell'azienda Gavardo Servizi Guido Grumi.

Le colpe? La mancata partecipazione alla fiaccolata per la sicurezza del 15 giugno scorso che i leghisti gavardesi avrebbero addirittura boicottato, in combutta col resto della minoranza ed in accordo con il sindaco.
Poi “l’intransigenza e l’ostruzionismo” a far ruotare la figura del capogruppo in consiglio, bocciando la proposta dello stesso Commissario.
Poi ancora il rischio che le posizioni della Lega gavardese finissero con l’appiattirsi troppo sulla linea politica della minoranza, composta dal resto dei partiti del centro-destra.
Occhio che in questo periodo il rischio è massimo. C’è il detto infatti: chi litiga il primo dell’anno....?

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