02 Giugno 2015, 13.46
L'angolo di don Claudio

«Silenzio»

di don Claudio Vezzoli

Poesie, modi di dire, curiosità e immagini dal mondo... Inizia oggi una collaborazione con don Claudio Vezzoli, parroco di San Benedetto, la parrocchia del quartiere I° Maggio in città, e consigliere provinciale e regionale della Coldiretti


Silenzio (4-1-90) 

Attimi di silenzio,
pensiero profondo
e così guardo la mia vita!
E qui ricomincio ad esistere,
ad assaporare persone, cose, e volti
che l’usura del tempo e degli anni ha sbiadito.
Ma la mia fantasia
Ridona freschezza ai colori di ieri
Perché varchino la soglia del presente.

 
Nell’incipit il poeta dichiara
che un pensiero profondo può scaturire solo nel silenzio.
E in questo silenzio viene l’introspezione dentro se stesso e la propria vita. Non a caso il poeta dichiara con sicurezza: “E qui ricomincio ad esistere”.

Egli ci vuol  far capire che tutti dovremmo vivere più intensamente il silenzio, così desueto nella nostra società chiassosa, superficiale, segnata dal culto dell’avere e dell’immagine narcisistica di noi stessi mandata su internet.

Dovremmo tutti guardare la nostra vita che è il nostro passato, da quello lontano nel tempo a quello più vicino, quasi a fare un bilancio di noi stessi… “ad assaporare persone, cose e volti”.

E’ interessante l’uso del verbo “assaporare” che rimanda al senso del gusto usando una sinestesia che possiamo facilmente apprezzare nel ricordo di persone cose e volti che fanno parte del nostro vissuto.
E tutti noi abbiamo provato quella sensazione relativa all’“usura del tempo e degli anni” che sbiadisce i nostri ricordi.

Ma il poeta che è ricco di fantasia
riesce a ridare “freschezza ai colori di ieri” e a rivivere le sue memorie come fossero appena vissute.

.La poesia è di don Claudio, i commento è di Anna Adami




Commenti:
ID58345 - 02/06/2015 21:26:07 - (Dru) - ,

La virgola dopo silenzio dimostra una spaccatura diacronica del discorrere, non c'è implicazione tra il silenzio e il pensiero profondo, c'è assonanza, ma la virgola lascia spazio a pensieri profondi che non hanno bisogno di essere solo del silenzio. Sembra che l'autore intenzionalmente non voglia questa implicazione, sembra essere, il suo discorrere, incappato "nel" pensiero profondo, ma per poi sollevarsi al suo silenzio che non gli fa da soggetto, ma da complemento.

ID58346 - 02/06/2015 21:49:26 - (Dru) - Attimi

il silenzio del pensiero è impossibile, il pensiero non fa mai silenzio. Gli attimi ritornano la pace tra le parole del pensiero, come è per le parole scritte, quando riducono la differenza al solo spazio che le divide.

ID58347 - 02/06/2015 22:09:02 - (Dru) - Guardo la mia vita

attraverso questo nesso il silenzio, che è il vincolo, lo spazio fra le parole scritte o parlate del pensiero, consente questa ispezione coscienziale, la pausa come la coscienza della parola al pensiero. D'altronde cosa è la festività se non il surrogato o l'immagine, quindi la pausa o il silenzio del dolore e della fatica quotidiana? Ecco, la vita può essere guardata attraverso il silenzio della parola come la fatica e il dolore può essere interrotto dall'immagine festiva di esso.

ID58348 - 02/06/2015 22:49:34 - (Dru) - E qui ricomincio ad esistere

questo spazio diventa qui indispensabile alla vita, non c'è vita senza il suo riempimento, che attraverso questo spazio,muore libertà, il pensiero rimanda. Questa relazione, questo vincolo fra le parole del pensiero, e le sue cose, è struttura o amore del creatore (non necessariamente Dio) per il creato. Non c'è creazione senza amore, l'amore conduce all'esistenza delle cose tutte. Dunque "ricomincio" è l'epifania di tutte le cose che il pensiero può appunto ricondurre a noi anche come memoria.

ID58349 - 02/06/2015 22:52:22 - (Dru) -

muore è come, anche se il correttore invece di essere linguistico qui è stato filosofico, perché è vero, dove esiste il vincolo lì muore la libertà.

ID58350 - 02/06/2015 22:58:55 - (Dru) - Assaporare

Nel mio ultimo scritto sul pensiero di Severino ho scritto anche io questa parola, molto significativa anche solo dal punto di vista semantico. Quasi tutto è sapore, il cibo, la trasformazione, il consumarsi di esso che è l'implicito nel sapore della vita che si consuma e rivive o si riempie di amore appunto, perché amore è (=significa) donar vita appunto. Parola quindi universale, che coinvolge ogni altra parola, trascendentale dunque..

ID58351 - 02/06/2015 23:09:44 - (Dru) - L'usura del tempo sbiadisce ogni cosa.

Ogni cosa è transeunte, caduca, precaria, quindi è l'amore per esse che le può far rivivere. Vedete che l'autore non scrive mai questa parola "amore", ma la sottintende ad ogni piè sospinto, anche quando appunto scrive di "fantasia", perché la fantasia presuppone la creatività e quindi un creato e un creatore, impone in questo significato anche la libertà, grande mistero del più grande errore della parola "creazione" in Genesi e in Esodo, la genesi o creazione appunto, ma la verità di questo errore la servirò più avanti.

ID58352 - 02/06/2015 23:22:34 - (Pablo Soardi) -

Io credo che il silenzio a cui si riferisce l'autore non sia necessariamente l'assenza di qualsiasi suono o rumore e quindi stimolo acustico, ma sia un silenzio che faccia tacere quella parte di pensieri che intasano la nostra mente nel caos della quotidianità, così come ci spiega la commentatrice del resto, quelli che definirei pensieri spazzatura.Oggi la vita sembra più facile, basta un click... ma quanto spazio ci porta via tutto ciò sottraendolo alle "cose" autentiche? Alle amicizie, ai sentimenti, alle innumerevoli piccole e grandi emozioni che potremmo cogliere e che invece non abbiamo il tempo di cogliere...con questo non dobbiamo rifiutare quanto di positivo ci possa essere nell'era moderna solo che, come l'autore io credo riesca a trasmettere, dobbiamo usare più buon senso nell'affrontare questa vita. Ogni attimo è buono per ricominciare,senza farsi sopraffare dall'amarezza nel renderci conto di quanto magari abbiamo perso, già

ID58353 - 02/06/2015 23:25:32 - (Pablo Soardi) -

prenderne coscienza è una grande conquista.......

ID58354 - 02/06/2015 23:32:45 - (Dru) - E qui casca l'asino caro mio Pablo

anche se avrei preferito continuare poi, ma siccome ti conosco, rispondo qui. E ciò che Dio non crea allora non la ama? E se ci sono cose spazzatura, è giusto che vadano appunto rigettate? E questo vadano rigettate cosa veramente significa? Significa odio per le cose create? Perchè se esistono, anche se esistono come spazzatura, appunto esistono come creature. Sulla questione della mancanza del suono come insignificanza, o come pensiero spazzatura, o come mancanza di rumore ,o come nulla, ho più ragione io della commentatrice, perché essa non specifica appunto di quale silenzio si tratta e forza il pensiero "nel" silenzio, dove l'autore, appunto come anche tu dici, non vuole forzare.

ID58355 - 02/06/2015 23:36:16 - (Dru) - Cosa è il silenzio qui dell'autore?

è lo spazio della creazione, senza nulla non c'è creato, non c'è attimo, non c'è creatura, ma tutto esisterebbe da sempre e per sempre...

ID58356 - 02/06/2015 23:43:27 - (Dru) - Ogni attimo necessita di ricominciare

è nella semantica dell'attimo di cominciare e di finire, di essere generato e di essere distrutto, per l'attimo seguente e conseguentemente l'attimo antecedente. L'attimo, come segno, porta in se la creazione e la distruzione, porta in grembo la guerra e la violenza del tempo, anche quando l'attimo è un attimo di pace...

ID58357 - 03/06/2015 00:38:45 - (Pablo Soardi) -

il mio non vuole essere un disprezzo alla spazzatura, anch'essa può trovare nuova vita in qualcosa di positivo se opportunamente riciclata, l'importante è saperla ricollocare nel modo giusto senza abbandonarla a sè stessa, resta comunque che essendo di poco pregio meglio è se se ne genera il meno possibile; certo esiste e con lei dobbiamo fare i conti, noi stessi spesso compiamo opere spazzatura o diciamo spazzatura, l'importante sarebbe farlo con le buone intenzioni e possibilmente corregendosi e se serve scusandosi ...per questo è la fantasia a venirci in contro,se abbiamo la fortuna di averla, per riciclare anche la spazzatura, per leggerla in chiave positiva senza far finta che non esista...e così nessun attimo verrà distrutto o sarà stato inutile....

ID58358 - 03/06/2015 00:48:44 - (Pablo Soardi) -

Il silenzio dell'autore è un bavaglio ai pensieri spazzatura per lasciare spazio a quelli più profondi dell'anima. Di certo hai ragione: il nocciolo della questione stà nel saper ascoltare tutto ciò che è Creato.

ID58360 - 03/06/2015 05:30:12 - (Dru) - Bene Pablo

ma se ascoltiamo il creato, in fondo, là dove appunto il pensiero si posa, cosa ci dice il silenzio di quello? Ci dice, anche semplicemente, che prima di esser creata ogni creatura era nulla, che se fosse già stata non sarebbe stata creata. La creazione presuppone il nulla della creatura, la creazione è il primo vero omicidio di ogni sua creatura, dico di più, è l'omicidio originario, perché chi la crea, il creatore che dona l'essere attraverso il suo amore, "fa", in quanto presunta al suo bisogno di esser amata, la cosa nulla. Ma questo pensiero, che è appunto pensiero profondo, ha bisogno di molto silenzio.

ID58361 - 03/06/2015 06:10:07 - (Dru) - Cosa è appunto una poesia se non una creazione?

Poiesis significa appunto produzione, e cosa è la produzione se non creazione? Da qui gli elementi che la compongono, come la fantasia che rimanda appunto alla libertà d'azione, il ridonare che implica l'amore per quello che si fa, l'assaporare che implica la transustanziazione di ciò che in fondo è il creato, cioè il punto di contatto tra il creato e il creatore, ma come consumazione appunto, da qui il sapore che è il contatto, che implica la continua rinascita, la "freschezza ai colori", la novità a cui hai accennato Pablo, perché la novità riduce lo spazio dell'angoscia, del dolore e ci ridona la freschezza dell'esistenza, presupposta vecchia, consumata, ridotta a brandelli da un esistere senza amore, vuota di tutto e piena di "nulla"...

ID58362 - 03/06/2015 06:15:48 - (Dru) -

Questo "perché varchino la soglia del presente" porta con sé la fatica del lavoro appunto e la gioia della ritrovata presenza festiva in ogni cosa passata, ma tutto questo ha bisogno di fatica e attraverso la volontà, perché si deve voler amare, si deve aver fede appunto nella produzione di ogni cosa è he amore per essa, la poesia si realizza nell'amore in essa, producendola, realizzandola, il senso di ogni vita, il senso di ogni creatura è questo presente che non potrebbe essere senza un suo passato e senza un futuro possibile come realizzabile..

ID58386 - 04/06/2015 17:46:35 - (sonia.c) - bellissimo il suo intervento..

signor Soardi.

ID58387 - 04/06/2015 17:50:41 - (Dru) -

È mio cugino, non poteva che essere un buon intervento...

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