Bistecca e patatine fritte!

No, solo in casi eccezionali, e quando capitavano nelle città dov’era disponibile carne di manzo.

Gli uomini che scortavano le vacche consumavano i pasti preparati dal cuoco, o cookie, sul suo chuck wagon (il carro delle provviste con cucina da campo). Poiché durante il trasferimento, che poteva durare anche cinque mesi, era difficile incontrare posti di rifornimento, i cibi di scorta erano per lo più secchi: fagioli, farina di frumento e di mais, pancetta, sale, caffè, spezie, sciroppo d’acero, zucchero di canna, melassa, frutta secca e aceto.

Con questi ingredienti si cucinava il piatto ordinario a base di fagioli, pancetta e pane, fritti assieme. E quando il cuoco era in vena, si preparavano biscotti, frittelle allo sciroppo d’acero o alla melassa, e dolci a base di farina di mais. Tra questi ultimi figurava la hoe cake (torta alla zappa), una schiacciata che prendeva il nome dall’abitudine dei primi pionieri di cuocerla a fuoco vivo, tenendola sulla lama di una zappa.

Il tutto, innaffiato con caffè spesso chiamato Arbuckle’s, dal nome della marca più nota. Questa dieta veniva integrata con quanto i mandriani riuscivano a cacciare durante il viaggio: soprattutto polli della prateria (simili a galli cedroni), conigli selvatici e, nel Wyoming, antilocapre (una specie di cervi).

 Rarissimamente, si macellava un vitello per rifornirsi di carne e preparare l’appetitoso sonofabitchstew (stufato alla figlio di puttana), a base di carne magra, cuore, testicoli, lingua, fegato, animelle, cervello, sale, pepe, chili e, per dare un tocco di sapore in più, il contenuto semidigerito dei visceri che collegano i quattro stomaci dei ruminanti.

 Se durante il percorso capitava la fortuna d’incontrare qualche fattoria, allora il cowboy poteva rifarsi con cibi freschi (verdure e uova) ottenuti dal proprietario in cambio del concime che la mandria depositava sui suoi campi, oppure in cambio di un vitellino appena nato, che altrimenti sarebbe morto perché incapace di tenere il passo con il resto della mandria. Nel ranch, invece, le cose andavano decisamente meglio.

C’erano animali da cortile, ortaggi e frutta che giungeva dalla città. Ma c’erano soprattutto una maggior varietà e una miglior cura nella preparazione dei cibi, grazie alla presenza delle donne che, a volte, davano prova delle loro capacità culinarie sfornando piatti d’origine europea. Per riscaldare lo stomaco, poi, c’erano anche whisky e brandy di mais o d’orzo, spesso distillati in proprio.