25 Aprile 2015, 17.24
25 Aprile

E' la festa di tutti

di Mirella Prandelli

Come ogni anno, la ricorrenza del 25 aprile desta aspre polemiche, rigurgiti del retaggio culturale di un'Italia divisa tra vecchia sinistra, vecchia destra e i loro fantasmi. Tutti pronti a rifiutare i cerimoniali, la solennità dei discorsi, e le liturgie della commemorazione


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Accade questo perché gli italiani associano parole come “partigiani” “resistenza” o “liberazione” al comunismo.
Sbagliato.
Il fascismo, in particolare quando ha deciso di convergere con il nazismo, è stato una piaga per il nostro Paese, animato sì da una corrente totalitaria e tuttavia immaturo per un regime esaltato, per un'idea malata, per una convinzione estetico-psicologica, per la quale invece la Germania fu terreno fertile.

Fu allora dunque, che nel processo di liberazione del nostro Paese, lasciato allo sbando, l'antifascismo divenne un'urgenza, una posizione a prescindere.
Antifascismo dunque, da non confondere con la sinistra, il marxismo, il comunismo, il socialismo, che certamente ci andavano nozze, ma non vi si sovrapponevano.

Mentre al Sud arrivavano le truppe americane, al Nord, il Comitato di Liberazione Alta Italia, operava con i partigiani, nascosti tra le montagne.
I partigiani erano gruppi molto eterogenei, che includevano uomini di diverse fazioni, motivazioni, storie. Certo, le brigate Garibaldi erano molto attive sul territorio e seguivano un'ideologia di estrema sinistra, ma gli altri?

C'erano le Fiamme Verdi, composte da intellettuali cattolici e guidate completamente dalla Democrazia Cristiana.
C'erano le brigate Osoppo-Friuli, che a causa del loro legame con la destra, ebbero molti conflitti interni con i garibaldini e i titini, dai quali si distinguevano con i fazzoletti verdi, rispetto ai rossi.

Schemi mentali semplicistici, automatismi che hanno accompagnato la storia, quella che si racconta così per dire, quella che non accetta le sfumature.
Sulle montagne si arrampicavano partigiani antifascisti che condividevano valori molto distanti da quelli della sinistra.
Un nome su tutti? Alfredo Schonhaut, che dopo la deportazione a Buchenwald, si unì alle Osoppo-Friuli per liberare l'Italia. Era ebreo.

Evviva il 25 aprile, la nostra liberazione e la comunanza, a destra, a sinistra e al centro, di un unico solo ideale, la libertà.




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