Vestone accelera per cento anni, poi rallenta

Quarnt'anni dopo, con in mezzo una guerra mondiale, erano diventati 2.839, con un +53%.
Nel 1951, dopo altri 30 anni e con in mezzo una seconda guerra mondiale, i vestonesi erano passati a 3.193 unità, con 354 individui in più.
Nel 1981, dopo un’altro trentennio, quota 4.000 era stata superata di molto, con i vestonesi, ancora tutti “locali”, più che raddoppiati rispetto ad un secolo prima.

Ma è qui che inizia l’inversione di tendenza, con un incremento in 20 anni di sole 130 unità, fino ad arrivare a 4.234 abitanti del 2001.
Poi, nei 13 anni successivi il limite raggiunto è stato di quota 4.437 (203 individui in più), ma nel frattempo sono arrivati gli stranieri, oggi in  691, il 15,5%.

Un paese che ha quindi dato l’addio al “boom” demografico che ha caratterizzato i 100 anni dal 1881 al 1981, e che ora mostra numeri stabili.
Anzi: se ai 4.437 vestonesi di oggi togliessimo i 691 stranieri ed anche qualche centinaio di loro che nel frattempo hanno acquisito cittadinanza italiana, i “nostrani” si rivelerebbero essere circa 3.500, in forte calo negli ultimi 33 anni.

Dei 691 immigrati vestonesi, l’etnia prevalente rimane la marocchina con 316 individui, il 46%; seguono l’etnia albanese con 84 individui (12%) e quella senegalese con 52 (7,5%); seguono poi romeni, burkina be, egiziani, pakistani e brasiliani (insieme fanno il 24%).
Queste 8 etnie, sulle 30 complessive, rappresentano insieme il 90% degli stranieri a Vestone.

La parte del leone la fa l’Africa con 447 presenze, il 65%, seguita dall’Europa con 169, il 24,5%.
Rimangono poi 34 sudamericani (23 sono brasiliani) e 41 asiatici (con 30 pakistani).

Infine l’incidenza al femminile, che vede le donne alla pari con gli uomini (344 a 347), frutto in  minima parte del fenomeno “badanti”, ma soprattutto dell’integrazione che avanza grazie ai ricongiungimenti famigliari in atto, in particolare di etnia marocchina.