10 Marzo 2015, 12.07
Idro Valsabbia
Memorie

I sapori della memoria: quando la fame era una virtù

di Mirella Prandelli

È previsto per il 16 marzo il “Lunch di primavera” organizzato dall'Istituto Alberghiero di Idro, volto a recuperare le antiche ricette della Valle Sabbia


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Un'iniziativa curiosa, che ripercorre le immagini del nostro passato attraverso i sapori di ieri.
Una ricerca che si è avvalsa di tutto l'aiuto della popolazione valsabbina, invitata a caricare sul sito dell'istituto Perlasca procedimenti e materiale vario sulle ricette di una volta.

La comunità valsabbina, per la maggior parte dedita alla cultura e all'allevamento, in passato non poteva permettersi grandi sfarzi culinari.
Si trattava, come nelle maggior parte degli altri paesi d'Italia, di una cucina povera, molto creativa, in cui non si buttava via niente e ogni ingrediente veniva riproposto quotidianamente in maniera diversa.

Naturalmente la cucina della Valle Sabbia varia a seconda del territorio: vicino al lago ad esempio, era tipico consumare pesce nelle grandi occasioni, come il coregone all'olio tipico del Garda.
Nei giorni di festa delle zone montuose, si mangiavano diverse leccornie preparate con le parti del maiale.
Salame, cotechino, soppressata e  pöstöm tra i piatti più popolari.

La cucina di tutti i giorni, d'altra parte, si faceva con ingredienti più poveri, reperibili in quantità maggiori e meno costosi. Legumi e verdure di stagione crescevano in abbondanza in tutti gli orti domestici.

Forse la pietanza più popolare della Valle Sabbia riguarda la tradizione contadina: parliamo di un piatto nutriente, sano e molto economico, la polenta.
Si mangiava a colazione nel latte, a pranzo e a cena, come contorno o come pietanza principale condita, bastavano tre fette per zittire la pancia, un ben di Dio per le famiglie numerose.
La tradizione vuole che la polenta venga cotta in un recipiente particolare di grosso spessore, il paiolo, fatto in rame battuto.

La polenta è diffusa in tutta l'area bresciana e della Valle Sabbia, è particolarmente nota la versione di Bagolino, preparata con farina gialla, latte, uova, formaggi locali misti e burro. Per renderla ancora più golosa si può aggiungere il Bagoss, una delle eccellenze locali, e condirla infine con salsa di pomodoro.

Purtroppo capita spesso che il tempo, insieme al ricambio generazionale, porti via con sé le peculiarità gastronomiche delle nonne: attendiamo con ansia i risultati di questa pittoresca iniziativa.





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