Addio alle cabine telefoniche

In alcuni paesi ci sono ancora, vecchi totem ormai in disuso, spesso in condizioni di degrado. Stiamo parlando delle cabine telefoniche soppiantate ormai nell’uso dalla telefonia mobile.
Ormai queste cabine non sono quasi più utilizzate e Telecom Italia ha pensato bene di rimuoverle, come sta accadendo dall’inizio di quest’anno un po’ in tutta Italia.

Anche qui da noi, sulle poche ancora presenti, è stato affisso un cartello rosso con la data della rimozione. Quella posta all’incrocio di Tormini, vicino alla fermata dell’autobus sarà rimossa il 16 giugno, la stessa sorte toccherà a quella davanti al municipio di Villanuova sul Clisi.

Con le cabine se ne va un pezzo di storia. Prima dell’arrivo in tutte le case del telefono erano un presidio importante per poter comunicare. Prima ancora presso i bar era attivo un posto di telefono pubblico con un contascatti per conteggiare il costo della chiamata.

Fino alla metà degli anni Ottanta funzionavano a gettone: prima di comporre il numero da chiamare bisognava inserire i gettoni in base alla presunta durata della chiamata, urbano o extraurbana, continuando a inserirli se la conversazione proseguiva oltre il previsto.
Poi sono arrivate le schede telefoniche prepagate, divenute per alcuni anche oggetto da collezione.
Ancora adesso servono queste per poter fare una chiamata dalle cabine rimaste.

Con la diffusione dei telefoni cellulari prima, e degli smartphone adesso, quasi più nessuno ha la necessità di recarsi alla cabina del telefono per telefonare. A questo si aggiunge la diffusione di call center/Internet point usati specialmente dagli immigrati per telefonare al loro paese di origine.

Così, dall’inizio dell’anno, Telecom ha iniziato il piano di rimozione delle poche ancora rimaste.
I cittadini potranno anche opporsi. Come? Telecom, 60 giorni prima della rimozione, deve porre un cartello sulla cabina per annunciare l’intervento e gli abitanti possono inviare una mail di dissenso all’indirizzo cabinatelefonica@cert.agcom.it. Le contestazioni saranno valutate, ma non si prevedono maxi proteste.