Rinvio a giudizio per il pusher

«Morte conseguente ad altro reato». È questa l’ipotesi di reato nei confronti di un ventenne residente fra Valsabbia e Valtenesi, responsabile secondo gli inquirenti della cessione di sostanze stupefacenti e allucinogene che causarono la morte di Emanuele Ghidini, il sedicenne gavardese che si gettò nelle gelide acque del naviglio che scorre di fianco al Chiese, nel centro di Gavardo, la notte fra il 23 e il 24 novembre di due anni fa.

Il pubblico ministero Isabella Samek Lodovici è pronta a chiedere il rinvio a giudizio per il giovane pusher.

 Sette mesi dopo il tragico evento che ha sconvolto la comunità di Gavardo, la svolta nell'inchiesta con l'iscrizione nel registro degli indagati di un amico maggiorenne di Emanuele Ghidini. A distanza di due anni è scattata la richiesta di rinvio a giudizio: spetterà al Gup pronunciarsi e decidere se mandare a processo il presunto spacciatore che, cedendo la droga a Ema, avrebbe indirettamente innescato la tragedia.

Non fu facile per i Carabinieri di Gavardo e della Compagnia di Salò risalire al colpevole per il velo di omertà dei ragazzi interrogati che avevano trascorso la serata con Ema.
Dalle analisi tossicologiche e dalle indagini si è appurata la presenza di sostanze che alterarono lo stato psicofisico del ragazzo.

Invia ad un amico Visualizza per la stampa

Tag

Vedi anche