Per chiarezza e a scanso di equivoci riportiamo integralmente il documento stilato dagli amministratori di Barghe. Argomentazioni fatte proprie dall'intera maggioranza e, fino a ieri sera, anche da gran parte della minoranza.
Riportiamo integralmente il documento stilato dagli amministratori di Barghe. Argomentazioni fatte proprie dall'intera maggioranza e, fino a ieri sera, anche da gran parte della minoranza.
Invitiamo le altre amministrazioni, e i lettori, a farci sapere con commenti o lettere come la pensano loro su questo tema che, a nostro parere, riguarda tutti i valsabbini.
Trasferimento Centro Diurno Disabili:
"Ma … èl vero chè màrcia i pütì”? (Ma… è vero che vanno via i bambini)?”
Questa la domanda che, con il diffondersi della notizia riguardante lo spostamento del CDD: (Centro Diurno Disabili), sempre più spesso veniva ripetuta in paese.
Il paese è quello di Barghe e, i pütì, sono le persone disabili, che ogni giorno arrivano dai paesi della valle per trascorrervi la giornata nel centro a loro destinato.
Sono arrivati a Barghe senza averlo espressamente chiesto, caratteristica che contraddistingue gran parte della loro vita, portandoli ad accettare scelte da altri decise, e che solo il tempo dirà quanto appropriate.
L’ indicazione, fatta a suo tempo, di scegliere Barghe come sede del centro, si è dimostrata negli anni particolarmente giusta. I “pütì” si sono inseriti nel paese; diventandone cittadini. La loro presenza, spesso associata al pulmino che li trasporta, e dal quale salutano, è una delle fotografie che identificano il paese.
Ma la cosa più importante, l’unica che conta per la verità, è che anche i bambini e le loro famiglie si trovano bene a Barghe che, tanto per la posizione centrale che occupa nella valle, quanto per la posizione stessa del centro, posto in zona tranquilla; ma non troppo distante dal paese, si è rivelato di una logistica eccellente. Aggiungendo a questo l’ottimo inserimento nel tessuto sociale del paese, sembrava che l’ultima cosa possibile fosse lo spostamento del centro in altra sede.
Eppure è accaduto, ed anche stavolta a deciderlo non sono stati i pütì.
La valutazione che la sede attuale non fosse più residenzialmente idonea, ed antieconomica al recupero, ha portato alla decisione di costruirne una nuova, sempre a Barghe: poco distante dall’esistente. Il progetto esecutivo per la nuova struttura, redatto dalla Comunità Montana della Valle Sabbia, è stato approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Barghe in data 16-02-2007
dando modo di procedere alla costruzione dell’immobile. Ma adesso, a distanza di nove mesi da quel progetto non nascerà il nuovo centro, che invece sarà realizzato a Idro, modificando parte della nuova struttura con destinazione di casa alloggio (finalità per la quale era stato costruito, ora non più proponibile perché mancano gli utenti). Un edificio con caratteristiche diverse, da quelle necessarie per un centro come quello previsto a Barghe, ma che, secondo le legittime valutazioni dell’ente preposto, (Comunità Montana di Valle Sabbia) è possibile adattare all’uso di Centro Diurno per Disabili.
Va doverosamente detto che la Comunità Montana di Valle Sabbia ha acquisito l’immobile rilevandolo –appianandone i debiti-dalla cooperativa il Faro -associazione costituita in gran parte da genitori dei disabili- che nel 2001 aveva intrapreso, con il supporto di qualche comune valsabbino, la costruzione della casa alloggio e che ad oggi, in una situazione di grave difficoltà economica, si trova nella pressante condizione di cederla. Da qui la decisione della Comunità Montana di Valle Sabbia di non proseguire nella costruzione del centro di Barghe, in quanto ritenuto troppo oneroso.
Una scelta politica economica dunque quella attuata, approvata da parte dell’assemblea della Comunità Montana con una maggioranza risicata (35 voti favorevoli, su 56 presenti), che ha inviato la delibera ai singoli comuni per sottoporla alla votazione da parte dei consigli comunali.
Una votazione importante quella in argomento; questo però lo si capisce solo se si mette al centro della discussione colui che sempre dovrebbe starci: cioè l’uomo e non opportunità economiche che non possono essere anteposte quando si parla di sociale, dei bisogni, soprattutto se rivolti verso utenti meno fortunati, più deboli di altri e che spesso non hanno voce in capitolo.
Il consiglio comunale di Barghe, nella seduta del 29-11-2007, non ha voluto rinnegare i propri “püti”, non ha voluto consegnare loro un biglietto di sola andata, non ha voluto privarsi della ricchezza che portano con la loro presenza, e pertanto ha scelto all’unanimità di non votare la proposta sottoposta dalla Comunità Montana di ValleSabbia.
Siamo completamente d’accordo sulla necessità di prendere in carico l’immobile di Idro , ma non sul trasferimento in quella sede del CDD attualmente in Barghe. Non si può porre rimedio ad un errore fatto, commettendone un altro. Sicuramente diverso può essere l’impiego di quell’edificio (posti letto centro recupero alcolisti, il più vicino è Arco di Trento, neuropsichiatria infantile, in Vallesabbia non esiste, ecc…) ed un tavolo di lavoro a cui partecipino esperti del settore può sicuramente individuarne il miglior utilizzo, per dare alla nostra Valle maggiori servizi nel sociale e non soluzioni di ripiego con trasferimenti sul modello del gioco del risiko. Se c’è la volontà politica, se si ritiene che questa sia una priorità su cui lavorare i fondi si trovano, si stanziano.
Allora la politica diventa vera e le decisioni assumono un altro peso; non ci si accontenta più di aride cifre, certamente importanti, ma si vuol sapere se quegli stessi numeri siano in grado di dare i benefici per i quali vengono impiegati, avendo prima svolto un lavoro di approfondimento che dia modo di acquisire della lungimiranza auspicabile su argomenti tanto delicati.
Non vogliamo essere corresponsabili in una scelta che riteniamo affrettata e non sufficientemente approfondita e pertanto ribadiamo il nostro no a questa decisione. Confidiamo nella sensibilità e nella lungimiranza di chi oggi ha il compito di legiferare in materia, auspichiamo in una rivisitazione di questa scelta, peraltro assunta con una maggioranza poco rappresentativa nei numeri espressi.
Questo al fine di evitare inutili sbagli dovuti ad un approccio superficiale riguardo una tematica tanto delicata, nella quale, ricordiamocelo sempre, i diretti interessati non decidono.
Barghe 29 novembre 2007