26 Febbraio 2015, 07.12
Valsabbia
Libri

Scritte dal dito di Dio

di Dru

La legge può essere libertà? Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul Monte Sinai, gli diede le due tavole della testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio (Esodo 31, 18)


Questo il libro, "le dieci parole di Dio", donatomi da un caro amico e curato da Paolo Ricca, teologo insignito della laurea ad honoris causa alla facoltà di teologia di Heidelberg, anche consulente di Roberto Benigni nella serata in Rai con i suoi 10 comandamenti.
Nel "decalogo" Dio si fa da creatore della Genesi a liberatore nell’Esodo.

Dice Ricca: “Si tratta di una "costruzione", perché in realtà il Decalogo è nato praticamente 500 anni dopo l'Esodo, ma è una costruzione bellissima.
Israele, avendo fatto questa esperienza attraverso tempi lunghi, ha collegato audacemente il Decalogo con la liberazione dall'Egitto. E ne ha fatto praticamente la Carta della libertà.”

Non il Dio della creazione, ma il Dio della liberazione è colui che dà, ora, questa legge.
Ricca a questo si dedica nel definire la genesi delle 10 parole.
La legge, questo lo strumento della fede in Dio, la libertà e l'amore i suoi principi.

Al di là dell'enfasi, questo è lo scopo dell'opera teologica moderna, riuscire a conciliare la legge e l'amore con la libertà.
Ma è appunto questo, come vedremo nella conclusione, l’impossibile (il contraddittorio).
Questo è l'ordine divino, che anche Cacciari intende porre, quando interviene ospite della trasmissione su radio tre, trasmissione da cui prende spunto questo interessante libro.

Dice Cacciari: ciò che è meraviglioso, straordinario, miracoloso, non è la trasgressione, non è la ribellione, non è la rivolta, ma che vi sia un ordine, che vi sia capacità di obbedienza…
…laddove vi è un’effettiva capacità di obbedienza e cioè di ascolto, e di responsabilità, di capacità di ascoltare e di rispondere con assoluta serietà, soltanto in questa dimensione vi può essere libertà.

Questo è il nesso da pensare, dice Cacciari, al di là delle facili opposizioni tra legge e libertà.
Io credo che stia sempre più prevalendo un concetto, un’idea che definirei empia di libertà, cioè un’idea di libertà come libertà dell’individuo, come libertà non di “andare”, non di “fare esodo”, non di “aprirsi”, ma di rinchiudersi e di ritenere che il proprio particulare sia l’universale.
Questa è l’empia idea di libertà che sta dominando nel nostro mondo.
La libertà, per me, non è l’opposto della Legge… nello “spirito” della libertà, invece, non vi è nessun “essere costretti” alla Legge, ma vi è una capacità di inventare leggi.
Lo spirito della libertà produce ordine e leggi, non li subisce. (è proprio questo il punto dirimente caro Cacciari, infatti Ricca deve subito correggere…) 

Ancora Ricca: Dio ha liberato Israele dalla casa di servitù e ora gli dice “se vuoi vivere con me, cioè se vuoi continuare a restare libero, queste sono le indicazioni, queste sono le linee lungo le quali tu puoi continuare a vivere nella libertà”
Veniamo all’obiezione di questo impianto che vuole identificare la legge di Dio con la libertà. 
L’illusione consiste nel ritenere che il problema della libertà possa risolversi mediante la legge.

L’uomo occidentale è sempre stato corrisposto  alla libertà, ma difficilmente la corresponsione è stata considerata.
Ciò che non va nel vincolo (=nesso come lo chiama sopra Cacciari) è la convinzione che il vincolato sia libero di accettare o rifiutare il vincolo e cioè che l’esercizio della libertà sia un atto libero.

Ma, o la libertà è un atto libero, e allora l’uomo decide (=questa è la capacità appunto) di essere libero non perché è vincolato (=legato, ordinato, esortato da una legge divina), ma appunto perché decide (è capace di essere davvero libero), perché vuole liberamente la libertà, e quindi il vincolo ( o esortazione) fallisce nel suo intento di produrre la libertà; oppure il vincolo (=alla legge divina) riesce e allora la libertà non è più un atto libero, bensì qualche cosa di necessariamente determinato dal vincolo.
Il vincolo alla legge divina è determinante e riesce nel suo intento di produrre la libertà, nella misura in cui chi gli dà ascolto non è libero e dunque nella misura in cui la libertà da esso prodotta non è libertà.

Non lo è dallo stesso punto di vista della logica su cui il vincolo si basa.
“Ciò che è stato è adesso, ciò che dovrà essere è già stato” si legge nella bibbia, Dio nella sua onniscienza anticipa ogni essere in sé, vincolando il mondo a sé, non liberandolo da sé.

Per i miei lettori che amano approfondire questi argomenti, di essenziale consuetudine pratica di vita e di opere, consiglio la lettura di “Le dieci parole di Dio” di Paolo Ricca, edizione Paoline e “La buona fede” di Emanuele Severino, edizione Rizzoli.
 


Commenti:
ID55824 - 26/02/2015 13:31:31 - (ROBIN) -

il 'd-io artificiale' creato dall'uomo ha solo imposto leggi stupide su cosa non dover fare. sempre lo stesso 'd-io artificiale' non ha mai insegnato all'uomo ad amare perchè lui stesso non sa amare.

ID55830 - 26/02/2015 15:12:05 - (Dru) -

Parole profondamente filosofiche, ma sapresti giustificarle ?

ID55834 - 26/02/2015 16:24:23 - (sonia.c) - Dio padre..

come tutti gli dei monoteistici,pretende l'amore. suo figlio ci ha insegnato il vero amore:quello che da e non pretende. quello che lo "suscita" negli altri ... non siamo noi che dobbiamo aspettarci di essere amati:siamo noi che dobbiamo amare per primi. siamo noi gli dei e...anche dei gran cialtroni!hih siamo tutto e il contrario di tutto! io non chiedo a nessuno di amarmi..neanche ad un Dio. io amo e basta.vedano un pò gli altri che vogliono fà..

ID55977 - 03/03/2015 14:21:37 - (sonia.c) - robin? tra i dieci comandamenti..

quali sarebbero ,per tè, le regole e leggi più stupide?

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