27 Gennaio 2015, 06.00
Ricorrenze

Il giorno della memoria

di Laura

Obiettivo di questa giornata è soprattutto quello di conservare nel futuro la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia, italiana ed europea, con la speranza che simili eventi non possano mai più accadere


Il Giorno della Memoria è stato istituito per legge nel 2000, portando anche l'Italia ad aderire alla proposta internazionale che proprio in questa data vuole ricordare le vittime dell'olocausto. Perchè proprio il 27 gennaio? Lo spiega il 1° articolo della legge, che così recita:

«La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.»

Parlare di Shoah o di Olocausto significa parlare dello sterminio sistematico ad opera dei Nazisti di milioni di ebrei che avvenne in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale, un genocidio che coinvolse circa 6 milioni di ebrei ma anche Rom, comunisti, omosessuali, Testimoni di Geova, popolazioni slave e che fece in totale 14 milioni di vittime.

Per eliminare tutti i soggetti considerati "indesiderabili" dai Nazisti, questi crearono dei campi di concentramento e di sterminio: nei primi i prigionieri venivano classificati in base alla loro capacità di lavorare; chi era troppo debole veniva eliminato nelle camere a gas camuffate da docce, mentre i più forti erano sottoposti ad un lavoro schiavistico. Anche questi ultimi, a causa delle terribili condizioni di vita e di lavoro a cui erano sottoposti, spesso non sopravvivevano. I campi di sterminio erano invece pensati esclusivamente per la soppressione delle persone. L'Olocausto fu l'ultima tappa della politica antisemita promossa da Adolf Hitler.

Negli anni '20 e '30 l'antisemitismo era comune in Europa ma trovò slancio attraverso la pubblicazione del Mein Kampf che, inizialmente ignorato, divenne popolare quando Hitler salì al potere. A partire dal 1933 le misure antisemite si succedettero: si iniziò con il boicottaggio delle attività economiche gestite da tedeschi ebrei, si limitarono le loro attività e, con le leggi di Norimberga, gli ebrei tedeschi furono esclusi dalla vita sociale tedesca. Seguì la politica di emigrazione forzata dei cittadini ebrei dai territori del Reich e la loro prigionia nei campi di concentramento e di sterminio.

Nonostante questi fatti, alcune persone appartenenti a movimenti antisemiti o di estrema destra, hanno messo e mettono in discussione la veridicità storica dell'Olocausto . Negano lo sterminio ebraico e si mostrano scettici sulle cause che lo hanno provocato. A questo, aggiungono la tesi che ai tempi di Hitler fosse in atto un complotto ebraico-capitalista contro la Germania nazista, un'invenzione della propaganda alleata, sostenuta dall'internazionale ebraica.


Commenti:
ID54306 - 27/01/2015 13:09:26 - (Dru) - Cosa appare da queste parole

Da queste parole appare il negazionismo, appare che un popolo vuole negare un altro popolo e lo vuole in nome della libertà di negare, unica verità. Nichilismo materialista.

ID54307 - 27/01/2015 13:50:58 - (Dru) - Il processo che conduce al negazionismo o nichilismo materialista..

..si sviluppa coerentemente al pensiero nichilista, il pensiero di tutti. Il pensiero nichilista, in parole povere, (vedere miei scritti recenti in questo giornale) vuole che le cose siano nulla, ma le cose non sono nulla e allora il pensiero nichilista vuole contraddittoriamente, cioè vuole ciò che non può infine ottenere.La verità di negare l'innegabile, ad esempio di negare che gli ebrei fossero uomini e quindi di affermare che fossero non-uomini.Il nichilismo è l'espressione più evidente di ciò che noi chiamiamo con il nome di "libertà". La libertà è nichilismo, è credere che si possa l'impossibile, è credere che si possano nullificare le cose, gli uomini, i popoli.

ID54309 - 27/01/2015 14:15:45 - (Dru) - La libertà conduce alla guerra..

..perché riduce il senso delle cose alla dimensione del "dominio". Si è liberi di dominarle le cose, si è liberi a tal punto di poterle nullificare, nichilismo.

ID54310 - 27/01/2015 14:19:39 - (Dru) - perché la memoria

Beh, la memoria, (sempre secondo quanto ho qui recentemente scritto) è la resistenza al nulla. Se le cose vanno nel nulla,questa l'evidenza nichilista delle cose, se vogliamo che esse non ci vadano, allora dobbiamo tenerle aggrappate al loro essere, al loro esistere. Quindi e la memoria e la negazione di questa è "lo stesso" di quel pensiero, del pensiero nichilista.

ID54312 - 27/01/2015 14:32:50 - (Dru) - rileggo solo ora in Laura ciò che le mie parole significano...

dice appunto Laura nel suo sottotitolo "Obiettivo di questa giornata è soprattutto quello di conservare nel futuro la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia...". D'altra parte se non conserviamo, se non resistiamo, questa memoria è destinata a diventare "nulla". Credere che la memoria diventi nulla è credere nell'impossibile, è credere nel contraddittorio, per questo, anche se solo con la testimonianza, conduciamo una guerra affinché questa non soccomba.

ID54313 - 27/01/2015 14:34:55 - (Dru) - "Obiettivo.."

non è forse un significato della guerra? Non è forse un termine abusato in guerra?

ID54315 - 27/01/2015 14:53:46 - (sonia.c) - è una guerra.

salvare le cose dal nulla? ogni nascita ,non è un modo di evitare il nulla? è la vita. la morte cancella la vita,la vita sconfigge la morte.è un termine "guerresco" ? e allora? c'è guerra e guerra.. c'è anche quella che non sparge sangue. di solito è quella che desiderano tutti.a parte i masochisti e i sadici .

ID54317 - 27/01/2015 15:08:59 - (Dru) - c'è guerra e guerra

che è il tentativo, per oltre mai riuscito davvero dall'uomo di distinguere la potenza dalla violenza. La violenza dei vinti, da vincitori, si trasforma in potenza, la violenza dei vincitori è giustizia. Dice appunto Max Weber che lo stato assume a sé il monopolio della violenza. No cara Sonia, ogni nascita è un modo per testimoniarlo il "nulla", ogni nascita è un modo per essere nulla. E credere di "essere vivi" è un modo perché si possa credere di "essere nulla", è appunto il modo che consente di negare le cose, o negazionismo.

ID54318 - 27/01/2015 15:31:17 - (sonia.c) - stà tranquilo che quegli svirgolati negazionisti psiko.non usano certe sottigliezze.

negano con l'ipocrisia e la nevrotica negazione di chi vuole commettere ingiustizie.quella che non ha niente a che vedere con vinti e vincitori. chi ha fatto quelle cose nei campi croati,ha commesso crimini e ingiustizia.senza sè e senza mà. perchè alora ,un negazionista ,và a distruggee i monumenti che testimoniano cose avvenute veramente? sarebbe quasi più "onesto",paradosalmente,se dicesse:hanno fatto bene...ma negare,è nevroticoe basta.

ID54319 - 27/01/2015 15:35:53 - (sonia.c) - stop .

devo spegnere il pc.

ID54320 - 27/01/2015 15:39:58 - (Dru) - cara Sonia

sono tranquillo, bisognerebbe invece capire perché tu hai bisogno di sapermi tranquillo.Al dunque, quando fai le domande bisognerebbe che tu rileggessi quanto ho scritto sopra, dove trovi le risposte...

ID54323 - 27/01/2015 18:09:09 - (sonia.c) - se i nazisti..

erano cosi sicuri dela loro "ragione" e di essere nel giusto,nonchè di "fare cose giuste"..perchè hanno cercato di cancellare le prove? non è una contraddizione? potevano al limite dire(con il tuo ragionamento sui vintie e vincitori) "avevamo le nostre ragioni"e le lasciamo qui a testimonianza!) ..abbiamo solo perduto la guerra..

ID54327 - 27/01/2015 18:46:00 - (Dru) - Cara Sonia

Metti a dura prova anche la mia di pazienza, trasformando ciò che dico in altro. Sondare le vere ragioni di quanto fecero i nazisti, quando seppero di aver perso la guerra, non è cosa facile; certo è che nel cancellare le loro documentazioni e rapporti giornalieri non si credevano nel torto, credevano che fosse giusto in quel fatto nascondere i loro progetti di sterminio e anche le precise procedure tecniche per farlo, forse pensavano anche di potersela cavare a più buon mercato, sentendosi scivolare tra le mani la vittoria, magari qualche Herr Lagerführer, preso nella morsa tra l'angoscia di vedersi soffiare il lavoro e il rimorso di averlo compiuto, si convinse che dopotutto questo era il meglio. Ma tutto questo non c'entra nulla con le parole che sopra ho scritto, non stavo, sopra, parlando di giustizia, ma di qualcosa che gli sta a monte.

ID54328 - 27/01/2015 19:12:11 - (sonia.c) - e lo sai che parto per la tangente..

ma dato che i negazionisti puntano molto su questo:la storia la scrivono i vincitori..e io stò sempre coi piedi per terra e non ti seguo.

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