30 Novembre 2007, 00.00
Idro
Eridio

Scrive Tiscar, «affermazioni fraintese»

«Mi sono attribuite affermazioni circa la volontŕ della Regione di individuare un intervallo di regolazione del lago che non corrispondono a quanto da me affermato». E' quanto scrive in una lettera al Giornale di Brescia Raffaele Tiscar.

Raffaele Tiscar, direttore generale delle Reti e e Servizi di pubblica utilitĂ  e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, scrive al Giornale di Brescia per negare di aver affermato un futuro del lago d'Idro regolato fra le quote 367 e 368,50.

Leggo nell’articolo «L’Eridio tra 367 e 368,50» pubblicato in data 28.11.07 che mi sono attribuite affermazioni circa la volontà della Regione di individuare un intervallo di regolazione del lago che non corrispondono a quanto da me affermato.
Io ho solo dichiarato che in relazione allo stato attuale delle opere di regolazione, ed alle limitazioni d’invaso vigenti, a partire dal prossimo 1.1.2008, data dalla quale il DMV per il fiume Chiese è obbligatorio, non è più di fatto applicabile in modo integrale l’attuale regola di gestione che prevede un’escursione massima di 3,25 metri a partire dalla massima quota di ritenuta posta a quota 369,25 m s.l.m. semplicemente in quanto quest’ultimo livello non è raggiungibile.

Ne consegue che l’unico intervallo oggi (e per fortuna) autorizzato dal Registro Italiano Dighe è di fatto compreso tra quota sfioro (367) e quota 368,50 e se non vi fosse stato il piano di Protezione Civile Provinciale discendente dal Protocollo sottoscritto con la Prefettura del gennaio 2007, l’intervallo di esercizio della regolazione sarebbe stato tra quota 367 e quota 367, con problemi che evidentemente tutti possiamo immaginare sia per i legittimi utilizzatori e, anzi e soprattutto, per le realtà rivierasche del lago.
Quanto detto è solo una descrizione di uno stato di fatto (precario) e non una volontà. Finché permarrà la situazione attuale questi saranno i limiti, limiti che viste le condizioni delle opere attuali potranno solo peggiorare.

Per il futuro bisognerà ragionare tutti insieme a partire dalle condizioni permanenti di sicurezza del lago, certamente per definire non la quota minima del lago che ribadisco non è in discussione (sarà almeno pari o superiore alla quota di sfioro naturale come per gli altri laghi lombardi regolati) ma la quota massima raggiungibile, in quali periodi, le modalità di regolazione dei livelli e di erogazione delle portate etc, così da soddisfare in primis le necessità dell’ambiente lacuale e di fruizione dell’ambiente lacuale, del turismo e perché no delle attività produttive che legittimamente dalle acque del fiume Chiese traggono beneficio (sì parlo anche delle derivazioni irrigue della pianura bresciana-mantovana e delle utilizzazioni idroelettriche sia a monte che a valle del lago).
Tanto le dovevo per evitare fraintendimenti e prese di posizione su un futuro prossimo (o remoto) che allo stato dell’arte attuale (mi riferisco alle condizioni delle opere...) risultano un mero esercizio di stile.

RAFFAELE TISCAR
Milano


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