08 Dicembre 2014, 11.30
Terza pagina

Essere altro da sé significa essere nulla 1.1

di Dru

A differenza della scienza che presuppone l’esistenza di un mondo, la filosofia lo mette in continua discussione.


Oggi vi parlerò di cosa significhi pensare e dire qualcosa, ciò che, indistinguibilmente, ogni uomo pensa e dice, quando pensa e dice qualcosa.

Pensare e dire intorno  qualcosa significa pensare e dire intorno Tutto.

Chi conosce qualcosa conosce Tutto.

Questa conoscenza è conoscenza che non tralascia alcunché fuori di sé.

Premetto qualcosa che ho diverse volte scritto su questi fogli, per altro non riuscendo diversamente perché, ancorché pensiamo e diciamo, pensiamo e diciamo qualcosa.

Qualcosa è ciò che, di tutte le cose, è comune: qualsiasi cosa, ogni cosa è qualcosa, altrimenti non è alcunché.

Vi è differenza tra un elefante e una pulce, tuttavia sia l’elefante che la pulce hanno qualcosa in comune e cioè sono qualcosa.

Sembra, questo, questo qualcosa, una banalità.

Mio figlio, durante un compito dell’altro mio figlio, alla domanda: cosa hanno in comune un disegno, i colori e la luce? ha spontaneamente risposto:  in comune hanno  di essere “qualcosa”.

Mio figlio ha 10 anni.

Questo significa che tutti, anche i bambini, sanno cosa accomuna tutte le differenze.

Che accomuna le differenze è l’identità e la loro identità, anche  nelle differenze, è di esser qualcosa.

Che accomuna qualcosa a sé è il suo  esser sé stesso.

L’essere sé stesso (l’identità) delle differenze è il differire del qualcosa (sé medesimo) rispetto a qualcosa (d’altro da sé)

Qualcosa d’altro da sé del qualcosa è il “nulla” di sé stesso.

Qualcosa è sé stesso, appunto, se non è altro da sé, se non è “nulla”.

Qualcosa è altro da sé se non è più qualcosa, quando è “nulla”.

Quando si pensa e si dice che qualcosa non è più, cioè si annienta, svanisce, si crede di evitare un non senso, il non senso che qualcosa è altro da sé.

L’evidenza del pensiero che pensa qualcosa pensa che qualcosa diviene, tutte le cose divengono, indistintamente, anche quando esse non sono il prodotto di un uomo, ma il prodotto di un Dio.

Pensare il divenire di qualcosa è pensare che il divenire di qualcosa è il diveniente cominciamento di quel qualcosa e il diveniente  divenuto o risultato di quel qualcosa

Senza  l’incominciamento e il risultato di qualcosa in qualcosa d’altro, il divenire sarebbe l’immediato, sarebbe un divenire che non diviene, il non senso.

Se il cominciamento e il risultato di qualcosa non divengono, allora qualcosa non diviene e ciò contravverrebbe l’evidenza del divenire.

La legna diventa cenere.

Ma qualcosa (che sia il cominciamento del qualcosa o che sia il risultato del qualcosa) per divenire, diviene altro da sé …  questo è l’impossibile, il non senso che sottende il pensiero del divenire altro e che il pensiero che così sottende nasconde a sé.

Pensare e dire intorno qualcosa significa pensare e dire intorno Tutto.

Continuerò...


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