25 Novembre 2014, 06.49
Pertica Alta
Nera

«Vi ammazzo tutti». Esplosi per strada a Lavino 23 colpi di fucile

di Ubaldo Vallini

Spari in luogo pubblico, minacce e tentato omicidio. Accuse pesanti per lo sparatore di Pertica Alta, che se l'è presa con la famiglia della sorella


«Ha cominciato intorno alle 20 quando è rientrata mia figlia: minacce e parolacce, si vedeva che era ubriaco.
Beve sempre acqua, ma quando gli capita di cacciar giù dell’alcol non è più lui e diventa violento.
Noi comunque non gli abbiamo detto niente, lo conosciamo troppo bene e poi non ci parliamo da mesi, e Giulia è salita subito in casa che ancora doveva cenare. Poi in mezzo alle offese e alle minacce abbiamo cominciato a sentire gli spari».

Ad imbracciare il fucile e a fare ripetutamente fuoco un operaio 49enne che abita a Lavino in fondo a via San Michele, con la moglie albanese, il figlioletto di 13 mesi e l’anziana madre invalida.
Oggetto delle sue attenzioni, esaltate dai fumi dell’alcol, i familiari che abitano nella villetta adiacente alla sua: la sorella, che ci ha raccontato come andata ancora scossa dall’accaduto, col marito e i figli.

«Urlava, minacciava e sparava, abbiamo contato 23 colpi – ci ha detto la donna -. Si sentivano i pallini colpire le grondaie e cadere sui tetti tutto attorno. Non so cosa abbiamo rischiato per chiudere le imposte, poi ci siamo messi nelle stanze dietro, al sicuro, con la paura che potesse entrare in giardino e sorprenderci».

L’uomo ogni tanto rientrava in casa sua, forse per ricaricare l’arma, poi usciva in strada e sparava.
Una volta avrebbe scavalcato la finestra, dopo aver rotto le persiane, forse perché la moglie ha tentato di fermarlo chiudendogli la porta a chiave.

Nell’udire i colpi, il vociare ed il trambusto, qualcuno ha chiamato i carabinieri.
Sono arrivati veloci quelli di Vestone, competenti per territorio, con loro i colleghi del Radiomobile di Salò, poi anche altri, esperti in trattative.

Poco dopo le 23, dopo essersi sfogato per bene, coi carabinieri che controllavano il perimetro dell’abitazione per evitare che qualcuno potesse farsi del male a causa delle fucilate che partivano incontrollate in ogni direzione, l’uomo è rientrato in casa l’ultima volta senza più uscirne.

A quel punto nessuno sapeva cosa stesse facendo all’interno.
I carabinieri hanno condotto un paio d’ore di trattative telefoniche per convincerlo ad uscire disarmato.
Così hanno potuto arrestarlo senza che nessuno rischiasse dell’altro.

All’interno dell’abitazione i militari hanno rinvenuto - e sequestrato - l’intero arsenale: una decina di fucili da caccia di vario calibro, numerose cartucce.
C’erano anche un centinaio di “archetti”, le famigerate e proibite trappole per uccelletti.

A giorno fatto, i carabinieri sono tornati a Lavino per raccogliere i residui delle numerose fucilate e cercare di stabilire in che direzione erano state esplose.
Le “borre”, ovvero le parti più leggere inserite nelle cartucce per tenere separati i pallini dalla polvere da sparo, sono state ritrovate per lo più nel giardino dei vicini presi di mira e anche sul loro tetto.

.in foto: il teatro della sparatoria in fondo a via San Michele; la ricerca delle "borre" nel giardino della sorella; le persiane rotte; gli archetti sull'auto dei carabinieri.





Commenti:
ID52160 - 25/11/2014 10:00:51 - (sonia.c) - i frutti dell'odio..

e dell'ignoranza. per fortuna non si è fatto male nessuno..adesso potranno aiutarlo.per fortuna sua e della sua famiglia. e per quelli che magari pensano che avesse un "motivo" per fare questo,magari una "ragione"o una "giustificazione",dico:anche kabobo aveva le sue "ragioni".anche il ragazzo che ha ucciso il ladro.pensateci.nessuno và fuori di testa senza un motivo e,l'odio e il rancore sono "motivazioni" sempre "motivanti..motivazioni ,purtroppo,non "elaborate "o tenute a freno dalla "ragione"..

ID52163 - 25/11/2014 12:37:07 - (snaf) -

piu che altro i fucili a certa gente non dovrebbero darli. Per il porto d'armi, da caccia o meno dovrebbero fare perizie piscologiche alla richiesta e analisi del sangue ogni anno... del resto sono davvero pochi quelli a cui un' arma serve davvero. Diventare così violenti per un dito d'alcol non è da persona tutta sana di mente

ID52166 - 25/11/2014 12:54:39 - (Tc) - snaf

non hai detto male ;-)

ID52169 - 25/11/2014 13:17:51 - (Denis66) - ,,,,,

Pensare che c'è n'è di peggio...... senza bere...

ID52171 - 25/11/2014 14:52:28 - (valenon) - ma che frutti dell'oddio...

qui si tratta di esser fuori di testa a causa dell'alcool, problemi psichiatrici...Ha bisogno ti psicologi/psichiatri e deve essergli vietato il possesso di armi. Pienamente d'accordo con snaf!

ID52174 - 25/11/2014 15:07:00 - (snaf) - già poi l'odio

l'odio sanno tutti cos'è e tanti ne provano di molto forte contro qlcn, ma solo pochi lo traducono in gesti criminali. Ecco perchè odiare, anche se fosse, non è la scusa di un bel niente. Il salto che fa passare dal pensiero all'azione criminosa è un ingranaggio rotto...non è la debolezza di cedere all'istinto o l'inevitabile esito dell'ignoranza. Non serve studiare, amare indistintamente il prossimo o essere forti per comportarsi da brave persone

ID52182 - 26/11/2014 12:35:47 - (sonia.c) - per fortuna che non tutti sterminano la gente che odiano! ci amcherebbe altro! l'odio non è una "scusa"(vorei sapere che vuol dire per certa gente) è una MOTIVAZIONE.

tutta la genet che ammazza ,ha qualcosa che si è "rotto"?bè! pare che gli esperti dicano di no.. ci sono momenti in cui prevale il "buio dela ragione" -acecati dall'odio ecc..la ragazza che ha ucciso il padre,che "motivazione" aveva secondo tè? e non è pazza(clinicamente parlando per quello che sò) è vero che non si può amare tutti! l'odio e l'amore sono sentimenti comuni naturalie importanti.anche l'odio ha una sua "funzione" positiva..sopratutto se riuscissimo ad odiare solo il male ,e non le persone.ma è certamente difficile..la "compassione "aiuta ..come la comprensione delle nostre universali miserie umane. in questo ,anche la cultura SERVE.aiuta.non è certo una garanzia..

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