19 Novembre 2014, 10.24
Lavenone
Terza pagina

Rose Zambelli

di Guido Assoni

Le origini della moglie dell'anarchico Nicola (Ferdiando) Sacco, giustiziato ingiustamente in America nel 1927 col compagno Bartolomeo Vanzetti, sono state ricercate a lungo a Lavenone. Si è scoperto che la donna era bresciana, ma non valsabbina 


Tutto cominciò con una email di tre anni fa trasmessa al Comune di Lavenone dallo storico Luigi Botta, unanimemente considerato il massimo esperto italiano della tragica vicenda che vide coinvolti, senza alcuna colpa, gli anarchici italiani Sacco e Vanzetti.

Siamo nell’America violenta, razzista e bigotta, l’America di Petrosino, di Fiorello La Guardia e del linciaggio degli italiani a New Orleans.
L’America nella quale l’immigrato veniva individuato come un soggetto pericoloso dal punto di vista economico, sociale e politico e, come tale, doveva essere combattuto nel più completo disprezzo dei diritti di sopravvivenza delle minoranze.

In questo clima si ebbe il triste epilogo dell’esistenza di Nicola (Ferdinando) Sacco e Bartolomeo Vanzetti, giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 e poi tardivamente riabilitati con il proclama del 23 agosto 1977, esattamente cinquant’anni dopo, da parte del governatore del Massachussets.

Luigi Botta, dunque.
Autore del libro “Sacco e Vanzetti: giustiziata la verità”, con tanto di prefazione di Pietro Nenni e relatore in innumerevoli conferenze in Italia e all’estero sul tragico avvenimento.

In previsione di una sua nuova pubblicazione completa ed articolata, ecco che lo storico prende in considerazione anche l’identità della moglie di Nicola Sacco.
Ovunque, nei libri, nei giornali dell’epoca, nelle pubblicazioni dei comitati e nelle rassegna stampa, la donna viene citata sempre come Rosa Sacco.
Il che non corrisponde al vero, avendo ella assunto tale cognome soltanto a seguito di matrimonio.

Negli atti processuali una sola volta, a sua dichiarazione
, compare il cognome da nubile e cioè Zambelli.
Dalle precise ricostruzioni dei fatti operate dal noto giornalista-storico, emerge come Rosa Zambelli conosca e sposi Nicola Sacco nel 1912 a Milford nel Massachussets.

Ha raggiunto gli Stati Uniti da bambina per congiungersi ai genitori che già si trovavano negli USA.
Nel 1912 dovrebbe avere approssimativamente sedici anni, quindi dovrebbe essere nata negli anni 1895 – 1896.
All’inizio la convinzione del Botta è che Rosa Zambelli fosse di origine piemontese e precisamente del novarese.

Ma le sue continue ricerche dei luoghi di approdo degli emigrati a New York, cioè ad Ellis Island, lo hanno messo in condizione di verificare come la maggior parte degli Zambelli che, all’inizio del secolo sono emigrati per cercare fortuna oltre oceano, provenissero da Lavenone.
Questo in breve il tenore della email galeotta alla quale ne sono seguite altre con l’esplicito invito ad esperire ricerche in tal senso negli atti municipali.

Purtroppo una accurata ricerca allargata anche al limitrofo Comune di Pertica Bassa
ove ancora oggi il cognome Zambelli è molto diffuso, soprattutto a Levrange, non confermò la fondatezza di quanto supposto dal ricercatore.
Per inciso la ricerca non si è limitata al nome di Rosa, avendo ragione di credere che potesse trattarsi di un secondo o terzo nome oppure un diminutivo di Rosina o Rosetta.

Cocente la mia delusione, alla pari di quella del Prof. Botta.
Già pregustavo uno scoop memorabile, magari coinvolgendo gli storici valsabbini per eccellenza, professor Alfredo Bonomi e Giancarlo Marchesi.
Nemmeno dal  certificato di matrimonio richiesto dal Botta alla municipalità di Milford si è potuto risalire alle origini di questa sfortunata donna.

Ma ecco che dopo estenuanti ricerche in parecchi comuni del nord Italia, lo scorso anno, Luigi Botta è riuscito a completare il puzzle.
Rosa Zambelli in tutti gli atti indicata come persona schiva, moglie esemplare e riservata e di umili origini, all’anagrafe si chiama Marianna Teresa Rosa Zambelli.

Bresciana, ma non valsabbina, nata il 13/06/1895 a Lonato del Garda, secondogenita di Giuseppe ed Angela Tivioletti, abitante in località Cittadella di Lonato.
I genitori raggiunsero gli Stati Uniti nel 1896 portando con loro il primogenito Angelo. La piccola Marianna affidata forse ai nonni o forse a qualche Istituto, si unisce alla famiglia, in America, solo nel 1906 accompagnata dalla signora Paghera, vicina di casa a Milford della famiglia Zambelli. Anche questa famiglia emigrata da Lonato.

Il 28 novembre 1912 sposa Nicola Sacco la cui tragica fine porterà questa umile donna a chiudersi in un silenzio di sofferenza e di riservatezza che durerà fino alla fine dei suoi giorni.

.in foto: "Rose" Zambelli e Luigina Vanzetti il giorno (22 agosto 1927) che anticipa l'esecuzione del marito e del fratello, si dirigono verso il carcere di Charlestown, Boston, dove i loro cari sono detenuti.



Commenti:
ID52076 - 19/11/2014 23:10:19 - (Leretico) - Gli intrecci imprevedibili della storia

Una bella ricostruzione che ci fa pensare quanto imprevedibili siano gli intrecci della storia, che tanto appassionano certuni quanto mettono in difficoltà altri. Nel flusso degli avvenimenti anche la nostra valle è stata protagonista, peccato non per la storia si Sacco e Vanzetti.

ID52091 - 20/11/2014 18:39:41 - (pierdo53) - bella storia

Ed anche la dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto abbiano sofferto ed in"SILENZIO" nella maggior parte dei casi, i nostri Emigranti nell'America di quegli anni.

ID52210 - 27/11/2014 00:54:54 - (Dru) - Posso solo unirmi al coro

...

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