27 Luglio 2014, 12.10
Bagolino
Premio Fedeltà alla Montagna

Festa Grande

di Marisa Viviani

«Mi sono sempre chiesta perché gli alpini mi sono tanto simpatici, perché la comunicazione con loro sia facile e immediata, perché ispirino un senso di fiducia...»


...Credo che il motivo consista nel fatto che simboleggiano la migliore essenza del popolo dalla parte della gente comune, quella che vive del suo lavoro, che è capace di alte aspirazioni ma sempre scaturite dall'esperienza comprovata della vita, che ha affrontato con dignità e fermezza gli ostacoli dell'esistenza, che si esprime con concetti lineari, senza tanti fronzoli e retropensieri, che pensa comunque che a dispetto della realtà si deve fare qualcosa per migliorarla, e lo fa; perché si sente parte di quel popolo, un tutt'uno con gli altri, una comunità.

Ecco allora che si può così rispondere alla domanda che il Ministro alla Difesa Roberta Pinotti rivolse a Sebastiano Favero, Presidente dell'Associazione Nazionale Alpini (ANA): Perché gli alpini sono così uniti, e continuano a trovarsi anche dopo anni?
Perchè si sentono una comunità, legata da valori condivisi, legata al concetto di solidarietà e vicinanza che la montagna induce in chi la vive, la soffre, la ama, è la risposta.
E' questa essenza nobile di popolo che gli Alpini trasmettono alla società, e che li fa essere il corpo militare più amato e popolare del nostro Paese, accettabile da tutti coloro che tali valori condividono. Per questo le adunate degli Alpini hanno tanto seguito di pubblico, perché sono percepiti come un corpo/non-corpo militare che vive di poca retorica e di molto contatto con la popolazione; infatti le adunate sono subito una festa.

E Festa Grande è stato anche nei giorni scorsi il 34° Premio Nazionale Fedeltà alla Montagna, che ha visto arrivare a Bagolino delegazioni delle varie sezioni e gruppi dell'ANA di ogni parte d'Italia, per una manifestazione che per importanza è seconda soltanto al Raduno Nazionale degli Alpini, e tutti se ne sono accorti, in testa gli abitanti del paese che si sono trovati a gestire quasi duemila tra alpini e accompagnatori (1), un altro paese insomma, quasi tutto con la penna nera sul cappello, o nel cuore; un avvenimento che Bagolino ricorderà a lungo.

Il Premio Fedeltà alla Montagna è stato assegnato quest'anno all'alpino Primo Stagnoli, che di professione è allevatore e casaro, e che da sempre ha trascorso la sua vita in montagna, con due sole pause: «una per fare la naja e una per sposarmi», ha dichiarato.
In estate Primo si trasferisce in alpeggio, come fanno tutti i suoi colleghi, ed è qui, presso la malga Bruffione dove porta le sue bestie, che gli Alpini sono andati a trovarlo nella prima giornata della manifestazione.

Sono arrivati in un migliaio circa (2), percorrendo la mulattiera che dal Gaver porta alla Piana di Bruffione, giovani e anziani, con accompagnatori al seguito, mogli e morose, mamme e nonne che abitualmente seguono i loro Alpini nelle varie adunate sparse per l'Italia.

«E' stata una sorpresa vedere accolto il nome di Primo proposto alla commissione e vedere tanta partecipazione oggi in Bruffione». - ha dichiarato il Capogruppo di Bagolino Elia Bordiga.
Ed è stata certo una bella soddisfazione anche per Primo e per la sua famiglia ricevere tanta gente, arrivata in malga per loro.

Avevano preparato un rinfresco per accogliere gli ospiti, prodotti locali naturalmente, le immancabili puìne, il formaggio bagòss e di capra, ma anche i famosi zuccherini della Maria a base di grappa ed erbe segrete, e il gentile pensiero eno-gastronomico a quelle quote e dopo un bella camminata è stato decisamente gradito.

Tutta schierata la famiglia di Primo per la grande occasione, non solo la moglie Maria, ma anche i figli Michele e Roberto, il padre Giuseppe capostipite delle tre generazioni impegnate nell'azienda zootecnica sul fronte della montagna; e poi i parenti, gli amici accorsi ad aiutare e a partecipare all'importante evento.
E mentre Primo continuava a casarà come se questa giornata fosse uguale a tutte le altre, la Maria serviva ettolitri di caffè agli alpini e al loro seguito, i visitatori incuriositi visitavano la malga e tempestavano di domande gli ospiti per sapere questo e quello, soprattutto per quanto riguardava il famoso bagòss, principe dei formaggi e imperatore degli alti pascoli della Valle del Caffaro, che anche nella M.ga Bruffione, mt. 1745 di altitudine, viene prodotto da tempo immemore; Primo, il padre Giuseppe e i figli Michele e Roberto sono le tre ultime generazioni a continuare qui la tradizione.

«Sono colpito per il coinvolgimento di tutta la famiglia in questa attività che ha come fulcro la montagna» ha commentato Romano Micoli, Presidente della Sezione ANA di Salò “Montesuello”, di cui il Gruppo di Bagolino fa parte «questo è un grande esempio per i nostri giovani».

«La dedizione alla montagna, con la cura del cimitero di guerra di Bruffione e il coinvolgimento dell'intero nucleo famigliare, è stata la motivazione del premio» ha infatti enunciato il Presidente Nazionale Sebastiano Favero, consegnando a Primo Stagnoli la Radice di bronzo che rappresenta il radicamento dell'alpino alla montagna e che passa di mano in mano ogni anno ai premiati, come consegna di impegno e continuità di attaccamento ai suoi valori.

Il programma delle manifestazioni prevedeva naturalmente anche la visita al cimitero di guerra di Bruffione, che nel 1915 accolse le spoglie dei soldati morti, 27 fra Alpini e Fanti travolti da una slavina nell'accampamento montato in un luogo esposto nonostante i pareri contrari di chi quelle montagne conosceva; qui il Gruppo Alpini e i Fanti di Bagolino nel 1998 avevano ripristinato il tracciato del cimitero di guerra e posto un cippo a memoria, e ogni anno rinnovano il ricordo della sciagura con un pellegrinaggio e una funzione religiosa.

Non poteva mancare quindi
in questa memorabile circostanza la celebrazione della messa, officiata dal parroco di Bagolino don Paolo Morbio e da don Rutilio Nabacino, davanti al Consiglio Nazionale dell'ANA, alle varie rappresentanze regionali, alla Sezione Montesuello e al Gruppo di Bagolino ospitanti, alla delegazione Fanti d'Italia di Bagolino e Artiglieri d'Italia di Ponte Caffaro; e ad un foltissimo pubblico di Alpini, accompagnatori, abitanti del luogo, giunti sul posto con un lungo corteo accompagnato dalle note della Fanfarina Nastro Azzurro di Brescia.

E' stato questo il momento più intenso e significativo della manifestazione, sia per i contenuti religiosi rivolti ai fedeli, che per il messaggio di rettitudine morale e rispetto umano che la montagna ispira a tutti coloro che la frequentano, siano essi credenti o non credenti.

E la festa? Quella è venuta dopo: spuntino sull'erba nella calda giornata di sole, oppure pranzo preparato dagli Alpini sotto il tendone allestito per l'occasione, canti e musica con la Fanfarina, degustazioni dell'interminabile rinfresco della Maria presso la malga, e chiacchiere a non finire; e la sera, dopo la presentazione agli ospiti venuti da fuori del paese e della storia di Bagolino e di Primo e della sua famiglia con filmati e canti tradizionali, una cena sotto il tendone dell'oratorio, con tanti giovani che servivano i commensali e il Coro Beorum che cantava e faceva cantare; e poi via per le strade del paese ad intrattenere la gente con il canto fino a disseccamento delle corde vocali, pur se generosamente annaffiate, ma non con acqua di fonte.

La domenica ha visto poi una grandiosa sfilata di delegazioni di Penne Nere arrivate da tutta Italia a rammentare alla comunità di Bagolino che «Il Premio Fedeltà alla Montagna è stato istituito perché è importante guardare alla realtà della montagna, sia per gli Alpini che per l'Italia, e se saremo capaci di “fare cordata” nessuno potrà fermarci».
Così Sebastiano Favero nel suo discorso alla folla che gremiva il sagrato antistante la Chiesa di San Giorgio.

Dopo tanti discorsi, appalusi, saluti, commozione e ringraziamenti (erano presenti anche i due Alpini più anziani, Attilio Fusi di anni 93, reduce di Nikolaewka, e Giulio Pelizzari, anni 94, reduce di Albania e Montenegro), è ripresa la festa, con pranzo in compagnia e poi con la musica delle fanfare in piazza.

Sarebbe bello raccontare molto di più di questa Festa Grande, come un tempo si faceva in occasione di fatti e vicende che si ricordavano con ricchezza di particolari a ribadire il segno che avevano lasciato impresso nella memoria delle famiglie e delle comunità.
Sarà di più il non-detto, purtroppo, ma delle fanfare bisogna parlare, perché come le bande scandiscono il ritmo degli avvenimenti e danno tono alle sensazioni, in occasioni come queste sono pura allegria, e che altro di meglio per una festa?

La Fanfarina Nastro Azzurro di Brescia riunisce 30 suonatori provenienti da tutta la provincia; capofanfara è Lino Piovanelli, il suo vice è Carlo Abarabini; è un gruppo interessante, di quelli che suonano per passione, che quando finisce il concerto o la manifestazione è il bello che iniziano a suonare a ruota libera e vanno avanti a tempo indeterminato; molto simpatici e di compagnia.

L'esibizione in piazza è stata tenuta da due altre fanfare.

La Fanfara Alpina Valchiese di Gavardo che ha tenuto un concerto di brani popolari piacevolissimi; il direttore è l'esperto M° Luigino Bertuetti, che coordina 50 strumentisti e il mazziere James Pace, molto professionale nel suo ruolo; costituitasi nel 1924, la Fanfara Valchiese è presieduta oggi da Pietro Neboli.

Star of Alpes – Fanfara Alpina di Villanuova sul Clisi, sez. Montesuello
, nata nel 1970 vede la presenza di 4 donne, tra le quali il direttore M° Umberta Remi; è composta da 42 elementi, il capofanfara e presidente è Francesco Zambelli, il mazziere è Lucio Comaglio che ha decisamente le fisique du rôle per questa funzione; la fanfara ha eseguito un Carosello di grande effetto spettacolare.

Davanti ad un pubblico numeroso ed entusiasta la Festa Grande degli Alpini si è così conclusa.
A Bagolino tributa un importante riconoscimento per la comunità tutta, ma anche una grande responsabilità, e per Primo fra tutti il premiato, a cui viene ora richiesto di onorare il prestigioso premio assegnatogli con un impegno ancora maggiore verso la montagna, la sua gente, la sua storia; e verso i suoi colleghi che simbolicamente ricevono da parte degli Alpini la consegna del presidio del territorio montano e la difesa della grande cultura della montagna, la continuazione del lavoro in agricoltura, allevamento e produzione casearia: che significano la difesa delle comunità che le popolano.
Perché è stata Festa Grande sì, ma le feste degli Alpini preludono sempre all'impegno; come dire senza tanti giri di parole: tirarsi su le maniche e darsi da fare.

Marisa Viviani

(1) Alla sfilata erano presenti il labaro nazionale, 12 labari sezionali, 120 gagliardetti dei Gruppi; tutta la Valsabbia era rappresentata; 12 i sindaci presenti.
(2) In Bruffione erano presenti più di 60 gagliardetti dei Gruppi e 8 labari sezionali.
 
Nelle foto di Luciano Saia: Alpini in corteo nella Piana di Bruffione - Presso il cimitero di guerra - La sfilata degli Alpini a Bagolino - Primo Stagnoli con alcuni dei premiati delle scorse edizioni del "Premio Fedeltà alla Montagna".




Commenti:
ID47797 - 28/07/2014 08:02:30 - (gubott) - gubott

Non ho il piacere di conoscerla personalmente ma Grazie per il corposo articolo che ha voluto dedicarci. La risposta alla sua domanda perchè gli alpini sono cosi simpatici:SEMPLICEMENTE PERCHE' SONO ALPINI.

ID47814 - 28/07/2014 16:14:07 - (REBECCA) -

un bellissimo articolo pieno di vita,emozioni.....figlia e moglie di ALPINI ringrazio anch io e son d accordo GLI ALPINI SONO ALPINI......

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