Il «punto» a Villanuova

È passato un anno dal tornado politico che ha investito Villanuova. Nell’autunno 2006, infatti, c’era stata la prima frattura all’interno della maggioranza, consumatasi durante il dibattito sul risanamento del bilancio, e di conseguenza sulla ricostruzione successiva al terremoto del 2004. Tre assessori diessini (Mercedes Garzoni, Alessandra Zerneri e Ignazio Gereloni) diedero le dimissioni dalla giunta, anche se non tutti i colleghi di partito condivisero la scelta. La maggioranza continuò comunque il suo cammino. Ma quella spaccatura si è rivelata un volano che ha «centrifugato» e poi ridisegnato gli equilibri.

I dissapori nel centrosinistra si sono trasformati in astio perenne, consolidatosi attorno all’«affare Grignasco»: la riconversione del vecchio lanificio di Bostone. Oggi l’ala mancina della coalizione non esiste più: i quattro consiglieri in quota Ds si esprimono costantemente contro gli ex alleati, che mantengono un solo voto in più degli avversari in consiglio comunale. Nel frattempo la ricostruzione è partita, e le decisioni in campo finanziario sono state prese.
In compenso il confronto si è infuocato anche in seno all’opposizione.
O meglio alle opposizioni, perchè quello che l’amministrazione si trova a combattere adesso è un mostro con più teste. Da sinistra a destra troviamo innanzitutto i già citati diessini, oppositori a tutti gli effetti. Poi c’è la Lega nord, che prima ha perso uno dei suoi cinque eletti (Alessio Bussi, divenuto indipendente, ma di fatto organico alla maggioranza ed essenziale per la sua sopravvivenza), e in seguito si è divisa sulla questione Grignasco, con Paolo Facchinetti e Fabio Vivenzi contrari, Giacomo Bonori e il capogruppo Giovanni Mantovani favorevoli.

Situazione questa che non ha lasciato indifferente Forza Italia.
Il partito azzurro non ha rappresentanti in consiglio comunale, ma i suoi dirigenti sentono che attorno il consenso aumenta. Sentore verosimile, date le fragilità degli altri. Ovvio poi che lo sguardo dei berlusconiani si sfuochi sul presente per inquadrare meglio il futuro: a queste condizioni le elezioni 2009 sono una partita da giocare per la vittoria. Ecco perchè ultimamente Forza Italia ne ha per tutti.
Tre settimane fa aveva attaccato i leghisti favorevoli alla riconversione Grignasco, definendoli «personaggi senza coerenza». La risposta dei padani è arrivata nei giorni scorsi: «Gli unici rappresentanti della Lega in consiglio comunale sono Bonori e Mantovani, che rispettano le decisioni prese in preconsiglio con i propri militanti e non sono disposti a eseguire gli ordini che Forza Italia vuole impartire» recita un comunicato, che implicitamente condanna anche Vivenzi e Facchinetti.

Ma Forza Italia si scaglia in particolare contro l’amministrazione. Ancora una volta al grido di «Tutti a casa!», gli azzurri, con un volantino diffuso recentemente, passano in rassegna i capi d’accusa contro i «sognatori» della maggioranza: dall’aumento delle tariffe ai problemi della ricostruzione, dal notiziario civico agli assessori esterni, sono tanti i motivi che inducono il partito a definire i gli amministratori «personaggi arroganti, senza programmi, senza argomentazioni, ma fermamente attaccati alla poltrona».
Nel frattempo, il sindaco Comincioli e gli altri del gruppo «Popolari democratici indipendenti» scambiano schermaglie coi dissidenti diessini, che non lesinano controrepliche. Il tutto sempre con manifesti e volantini, con le bacheche comunali che diventano la tribuna politica villanovese. In un clima talmente avvelenato, anche le prospettive si confondono. L’unica certezza è che questa storia (per alcuni un romanzo, per altri una via crucis) avrà ancora tante puntate.

Luca Cortini da Bresciaoggi

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