13 Novembre 2007, 00.00
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Satira Preventiva

Per una virile cultura della razza

Perché non rivalutare anche il razzismo? Ecco i primi rudimenti per fare piazza pulita del ciarpame politicamente corretto.
di Michele Serra

Perché non rivalutare anche il razzismo? Ecco i primi rudimenti per fare piazza pulita del ciarpame politicamente corretto

Dopo avere rivalutato la Repubblica di Salò, il creazionismo e i mobili in formica, perché non rivalutare anche il razzismo? In collaborazione con 'Il Giornale' e 'Libero', diamo i primi rudimenti per una virile cultura neo-etnica, facendo piazza pulita del ciarpame politicamente corretto che rischia di trasformarci in un popolo di ricchioni.

Rumeni Si dividono in rumeni stanziali, che discendono da Dracula e abitano in castelli diroccati costantemente sorvolati da pipistrelli. E in rumeni nomadi, che discendono da Zampanò e abitano in roulotte foderate di leopardo, tutte rubate a Moira Orfei. Sanno fare un solo lavoro: costruire pentole, che usano per riporre la refurtiva. I più distratti spesso cucinano per errore minestroni pieni di carte di credito, collane di perle e telefonini. Le pentole più grandi vengono trasformate in sedili rotanti per le giostre. Per darsi un contegno suonano il violino. Insidiano le nostre donne.

Ebrei
Hanno il nasone e sono molto avari. Controllano la finanza mondiale e contano ogni mattina il loro gruzzolo stropicciandosi le mani. Aspettano ancora il Messia, rifiutandosi ostinatamente di sceglierne uno tra i tanti già disponibili,
al solo scopo di procrastinare all'infinito le spese per i festeggiamenti. Non mangiano le ostriche solo perché sono troppo care. Insidiano le nostre donne.

Francesi
Sono presuntuosi e millantano di avere 300 tipi di formaggi mentre ne hanno uno solo, una specie di stracchino decomposto al quale cambiano etichetta per turlupinare il resto del mondo. Arrotano la erre fin da neonati a causa di una malformazione ereditaria del palato. Portano il basco e giocano a bocce
tutto il santo giorno bevendo Pernod e commentando ogni tiro con assurde pernacchiette di stupore. Hanno perso i mondiali di rugby in casa loro. Insidiano le nostre donne.


Tedeschi Mangiano solo cavoli e salsicce, tracannano birra e parlano come le Sturmtruppen, dicono puonciorno, puonasera e penfenuti frateli a qvesto ciorno di prekiera. Quando sono depressi - cioè sempre - invadono la Polonia. Vantano i filosofi più importanti del mondo, ma in genere si tratta di spaventosi rompiballe
che invece di pensare alla salute scrivono libri di migliaia di pagine pieni di interminabili parole composte tipo weltheinzhofenkartoffelgedichte, al solo scopo di non farsi capire. Insidiano le nostre donne.

Cinesi Hanno l'unghia del mignolo lunghissima. Suonano il gong e torturano la gente con crudeltà efferata, come dimostra il menù di quasi tutti i ristoranti cinesi. Copiano qualunque cosa e la rifanno con materiali scadenti: le Ferrari di bambù prendono fuoco pochi secondi dopo l'accensione del motore. Sono comunisti. Adesso sono un miliardo e mezzo, ma quando avrete finito di leggere questa frase saranno già un miliardo e 600 milioni. Insidiano le nostre donne.

Belgi
Producono solo ciclisti e cavolini di Bruxelles. Un tempo sapevano dipingere, ma si trattava di lugubri quadri con sfondi scurissimi e persone pallide e flaccide
che posavano per giorni interi sedute su vecchie poltrone. Hanno costumi sessuali depravati e insidiano i nostri uomini.

Arabi
Sono appena scesi dal cammello. Non riescono a parlare a bassa voce neanche se li paghi. Vendono tappeti tarlati pur di levarseli di casa e mangiano con le mani. Quando hanno il turbante e incantano i serpenti seduti sui chiodi allora sono indiani. Insidiano le nostre donne.

Italiani Ormai brulicano indisturbati in ogni angolo del nostro paese. Vestono capi firmati anche se non hanno da pagare l'affitto. Hanno tre telefonini a testa e li usano per fotografarsi mentre telefonano. Non pagano le tasse. Pensano solo al calcio, alla mamma e al santo patrono, del resto se ne fottono. Parcheggiano in doppia fila per principio, anche se la prima fila è libera. Insidiano le nostre donne.

da Satira preventiva di Michele Serra - l'Espresso


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