A lezione sull'aial

«Prima si prepara la camera di accensione, così. Poi si accumulano legnetto per legnetto, vedete?».
Il professore, per una mattina, è stato Giovanni Colbrelli. A 77 anni suonati, è uno dei pochi ad essere ancora capace di costruire alla perfezione un “poiat”, ma soprattutto di produrre carbonella, quella vera, come si faceva una volta.

«Ci vogliono circa tre giorni, intanto che ne cuoceva uno, giorno e notte, noi ne preparavamo un altro qui vicino, non potevamo perdere tempo».
«E adesso provate voi, su, togliete i ramoscelli, raccogliete le foglie, portatele là, dove c’è l’aial, dobbiamo utilizzarle per coprirlo tutto quanto e poi ci metteremo sopra la terra...».

Spiegazioni e, quello che più conta in esperienze di questo genere, il coinvolgimento nel lavoro.
Forse dopo quella mattina i ragazzini non ricorderanno per filo e per segno tutto il procedimento per fare il carbone, ma non scorderanno più che servono bosco, foglie, passione e tanto lavoro.

Ad accoglierli, per l’occasione, l’agriturismo Agrimon, della famiglia Monera, che attorno alla cascina “La Selva”, nella Valle di Clibbio, ha recintato una vasta porzione di montagna dove vivono allo strato brado cinghiali, daini e lepri, ma anche maiali, qualche asino e delle manze. L’agriturismo offre su prenotazione ristorazione ed accoglienza in un paio di minialloggi da quattro posti ciascuno. Se qualcuno è interessato può chiamare al 338.8808865.

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