02 Novembre 2007, 00.00
Idro
Nuova galleria di svaso per l'Eridio

Le precisazioni della sindaca

«In qualità di sindaco del Comune di Idro ritengo giusto, anzi doveroso, chiarire ai lettori del suo Giornale la posizione del Comune di Idro in merito alla progettazione delle opere di regolazione del lago d’Idro»

Alla lettera al direttore imbucata (e pubblicata) nei giorni scorsi dal tecnico regionale Raffaele Tiscar risponde la sindaca di Idro Augusta Salvaterra, articolando le decisioni che hanno portato la sua amministrazione a scegliere la linea ferma contro la costruzione di una nuova galleria di svaso per l'Eridio. Noi pubblichiamo.

In qualità di sindaco del Comune di Idro ritengo giusto, anzi doveroso, chiarire ai lettori del suo Giornale, a fronte di quella che è la posizione della Regione Lombardia, la posizione del Comune di Idro in merito alla progettazione delle opere di regolazione del lago d’Idro.
Quest’ultimo è invero dotato di opere di sbarramento e di regolazione atte a permettere l’utilizzazione delle acque alle utenze irrigue (agricoltori), idroelettriche (Enel e piccoli produttori posti sull’asta dell’emissario fiume Chiese) e la laminazione delle piene a difesa del territorio lacustre.

Nella specie, tali opere consistono in una traversa mobile comunemente definita con il termine paratoie, in una galleria di scarico (detta di fondo o degli agricoltori) ed in una galleria (detta Canale dell’Enel) per l’utilizzo idroelettrico ed irriguo con una portata massima di 30 mc/s.
D’altronde, l’utilizzazione di tali opere per la regolazione dei livelli del lago ha cominciato ad essere particolarmente problematica quando nella galleria di fondo si sono presentate difficoltà strutturali e sull’incile del lago, in seguito ai monitoraggi effettuati dall’Arpa, si è scoperta l’esistenza di una paleofrana.

La Regione Lombardia per risolvere questi problemi, anche in relazione all’intervento del Rid (Registro italiano dighe), ha pensato di realizzare, oltre alle nuove paratoie il cui posizionamento è previsto più a nord delle attuali, una nuova galleria di scarico che noi, gente del lago, semplicemente chiamiamo «Terza galleria».
Essa dovrebbe essere costruita esternamente alla zona interessata dalla paleofrana, dipartendosi dalla località «la grotta», per aprirsi nelle vicinanze del campo sportivo di Lavenone garantendo così il deflusso dell’acqua in caso di piena del lago e di cedimento della paleofrana.

Il comune di Idro si è dichiarato contrario alla costruzione della nuova galleria perché, checché se ne dica, si determinerebbe per tale via, un ulteriore ed aggiuntivo prelievo d’acqua a danno del lago che già deve sopportare la generale crisi di carenza idrica. D’altra parte, le ragioni di sicurezza avanzate dalla Regione Lombardia possono essere superate, prima di tutto, con la effettiva messa in sicurezza della galleria di scarico già esistente e ad oggi funzionante a tutti gli effetti, per la cui sistemazione sono state spese, pare opportuno evidenziarlo, cifre ingenti di denaro pubblico senza giungere a conclusioni definitive, ma solo ad un collaudo incompleto.

In secondo luogo, l’esigenza di sicurezza sopra prospettata potrebbe essere soddisfatta anche prendendo in considerazione i progetti già esistenti e predisposti dagli Enti Locali della zona per assicurare la stabilità della paleofrana.
Tuttavia, la Regione Lombardia non tiene conto di questi progetti, non valuta altre ipotesi ed insiste nell’idea della costruzione della terza galleria per la quale ha ottenuto un contributo di 32.000.000,00 di euro.
Ciò detto, se si parla di sicurezza tengo a precisare che nella zona interessata dalla paleofrana passa la principale strada di collegamento della Valle Sabbia con il Trentino, vale a dire la S.S. 237 «Del Caffaro».

In caso di evento franoso si verificherebbero il blocco e l’isolamento dell’alta valle, allora anziché pensare alla terza galleria, pensiamo ad intervenire in modo risolutivo sulla paleofrana salvaguardando così la sicurezza stradale e quella del lago con un solo intervento.
Accanto a queste esigenze rilevanti, dobbiamo però valutarne anche un’altra recente ma inderogabile e cioè l’esigenza ambientale dalla quale volenti o nolenti non si può più prescindere se vogliamo garantire un futuro all’eco-sistema lacustre ed alle comunità che vivono sul lago.

Il lago di Idro è stato infatti definito dal D. Lgs. 152/2006, che ha introdotto nel nostro ordinamento il Codice dell’ambiente, area sensibile di particolare rilevanza ambientale e sito di importanza comunitaria, nonché interessato da una tutela e da una serie di vincoli speciali derivanti da normativa comunitaria quale contenuta ad esempio nel documento Natura 2000 per cui ogni intervento che lo riguarda deve essere valutato adeguatamente anche alla luce di possibili soluzioni meno impattanti.
Per tutti questi motivi il Comune di Idro ha espresso la sua contrarietà all’intervento voluto dalla Regione Lombardia presentando un ricorso giurisdizionale al Tar di Brescia, nonché emanando una delibera del Consiglio comunale ed indicendo un referendum per permettere alla popolazione di esprimersi su un tema di vitale importanza per il territorio quale deve ritenersi la realizzazione della nuova galleria di scarico.

Nello stesso tempo il Comune chiede alla Regione Lombardia di sedersi ad un tavolo ed analizzare con animo ben disposto tutti i progetti esistenti, anche quelli elaborati dagli Enti locali, onde pervenire ad una soluzione che veda rispettate tutte le esigenze, anche quelle delle popolazioni e del territorio lacustri.

Prof. AUGUSTA SALVATERRA
La Sindaca di Idro


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