26 Febbraio 2014, 08.33
Scuola

«No al darwinismo sociale nella scuola pubblica»

di Alessio Caffi

La locuzione è forte e si riferisce ai tagli finanziari che stanno enormemente penalizzando gli alunni disabili. E i Cobas prendono posizione


«Dirigenti scolastici, insegnanti, a volte i sindacati e spesso gli stessi genitori, sembrano accettare questa situazione disastrosa come se fosse la norma, con la scusa della crisi economica.
In caso di ricorso, però, il TAR ha sempre dato ragione ai genitori ricorrenti dei bambini in difficoltà, mostrando che tutte le norme devono essere applicate».

Storie diverse, luoghi di nascita differenti, contesti socio-culturali molteplici, differenze biologiche: ognuno è un individuo irripetibile, che la scuola pubblica deve saper accogliere e valorizzare.
Tutte/i hanno diritto ad un percorso educativo che garantisca loro una vera inclusione sociale e traduca nei fatti il diritto all’istruzione, all’affettività, al rafforzamento delle proprie potenzialità. Per nessuna/o il percorso scolastico deve divenire un parcheggio, che non produca miglioramenti rispetto alla situazione iniziale.

E perché ciò avvenga è necessario investire risorse economiche soprattutto nei confronti delle alunne/i svantaggiate/i, ridurre il numero di alunni/i per classe, aumentare le ore di sostegno, rispettare almeno la legislazione vigente, che prevede un numero massimo di venti, estensibile a ventidue alunni per classe, in presenza di studenti disabili gravi.

In realtà negli ultimi anni è avvenuto il processo contrario: le classi di ogni ordine di scuola si riducono di numero e diventano sempre più affollate e meno accoglienti, le ore di sostegno diminuiscono e viene ridotta anche l’assistenza ad-personam, a causa delle gravi difficoltà economiche dei comuni.
Si accolgono i disabili in classi di 25, 26, 27, 28 alunni, togliendo investimenti pedagogici didattici sia a loro che ai compagni.

Se la Convenzione ONU per i Diritti delle persone con disabilità, definisce la disabilità come “Una condizione di salute in un ambiente sfavorevole”, un ambiente scolastico “sfavorevole” aggrava, per definizione, il grado di disabilità.

Questa la “fotografia” scattata da Cobas Scuola che per giovedì 27 febbraio alle 20 e 30 ha fissato un incontro presso la Casa delle Associazioni di Via Cimabue 6 a San Polo, Brescia.

«Parliamone, difendiamo il patrimonio inclusivo di cui è stata capace la scuola pubblica italiana (la sola in Europa ad inserire il 100% dei disabili nelle classi), unica, per sua natura, a differenza della privata, a far crescere gli studenti nella consapevolezza arricchente di ogni diversità, ad offrire a ciascuno, in caso di difficoltà, il conforto solidale della comunità educante - annunciano gli organizzatori -. Non è solo una rivendicazione sindacale, è soprattutto una battaglia di civiltà».

Per l’occasione, insegnanti, genitori, operatori sanitari porteranno la loro esperienza.



Commenti:
ID42208 - 26/02/2014 14:06:38 - (bob63) - giusto ma....

Sono completamente d'accordo con l'inserire questi giovani nel contesto scolastico nel migliore dei modi, ma il suo intervento mi sembra esclusivamente sindacale, non dimentichiamoci che lo stato versa alla scuola circa 55 miliardi di euro l'anno, e chissa' perche' anche nel 2014 vanno in prepensionamento oltre 41.000 tra insegnanti e dipendenti ATA, mi dica sig. Caffi quanti dipendenti scolastici sono stati assunti escludendo il turn-over negli ultimi 20 anni, non sarebbe forse il caso di riorganizzare tutto il sistema, che siano gli insegnanti gia' inseriti a formarsi per la gestione di questi ragazzi? o come sempre si da' la colpa ai fondi e nessuno vuole rinunciare a qualcosa, cominciate a fare qualche ora in piu', vi ricordo che le scuole paritetiche in proporzione costano il 10 % di quelle statali.

ID42283 - 28/02/2014 09:39:16 - (sonia.c) - leggi qui bob per favore..quale corso di formazione per i genitori dei "sani"?

una classe punita per indisciplina ,da la colpa all'alunna disabile...poi ,potresti spiegare meglio cosa intendi per"insegnanti già inseriti"? milano.repubblica.it/cronaca/2014/02/27/news/i_liceali_accusano_la_compagna_disabile_per_colpa_sua_non_andiamo_in_gita-79761728/?ref=HREC1-14

ID42284 - 28/02/2014 09:45:12 - (sonia.c) - li inseriamo..certo.li mettiamo li,poi chiediamo agli insegnanti di ruolo di badare a loro e alla classe di "diversamente intelligenti" ,fargli badare anche ai genitori(magari facendo un corso aprte perchè,i genitori richiedono un'ssistenz pi&ugr

poi bisogna inserire anche qualche neurone a quelli che ne avevano per natura in abbondanza..ma ,a quanto pare,devono avere qualche rubinetto che perde...vuoi vedere che "diversamente abili" significa "più" abili?sono convinta di si!

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