Il divenire (la generazione) delle cose è cioè lo stesso costituirsi della differenza delle cose, a partire dall'uno
essa è e sta indipendentemente dai desideri umani. E se volessimo allargare il discorso dovremmo avvertire che troppo spesso si è cercato, nella storia del pensiero, di dare, forzando, il proprio senso al mondo, ignorando volutamente tutti quei segnali che dicevano il contrario. Troppo spesso chi va per funghi torna a casa con i funghi, credendo di aver ottenuto la sopravvivenza. Così mi guardo bene, ogni volta che mi trovo davanti a colui che mi vuole spiegare la salvezza con i funghi, dall'accondiscendere ad assaggiarli. Troppi dicendo di conoscerli ne sono morti. Allora, fuor di di metafora, non è filosofia quella di colui che ne manipola, ne taglia ne imbelletta la struttura perché dica ciò che ha già deciso a priori che essa debba dire. Non può la filosofia essere un "attaccare il cavallo dove vuole il padrone". Filosofia è rigore logico e conoscenza profonda, non è leggere solo ciò che conferma le
nostre idee. Faccio degli esempi: il superuomo di Nietzsche è stato usato dal fascismo e dal nazismo per i propri scopi totalitari, nessuno si è preoccupato di inquadrare il pensiero di Nietzsche nella coerenza di sviluppo del nichilismo occidentale tanto da ottenerne il giusto senso, che non è quello della legge della giungla. Così come la filosofia di Machiavelli non raccomanda di giustificare i mezzi tramite il fine, essendo egli un repubblicano costretto a vivere in un principato. Potrei continuare con numerosissimi altri esempi per dimostrare che da sempre l'uomo forza a proprio piacimento il dire dei grandi per scopi meschini così come il vincitore riscrive la storia per fondare adeguatamente il proprio dominio. Tutto ciò però non ha nulla a che fare con la verità.
...con quanto scrivi, con un appunto su questo tuo scrivere soprattutto per la prima parte dove dici che l'origine è il luogo dei luoghi tale che oltre non vi siano altri luoghi, mostrando di intuire dove sta la grandezza della filosofia che lascia parlar le cose.Ma la filosofia è l'esercizio più alto e difficile del pensiero proprio per questo motivo, perchè "intende" non contaminare le cose ma lasciarle parlare, se ci riesce e fin tanto che vi riesce, poi si trasforma nelle discipline varie che l'uomo adopera per dare la sua voce, lì l'uomo non ascolta ma "impone" la sua voce alle cose e l'uomo da filosofico si fa scientifico. Per questo tutti noi forse intuiamo che è più potente colui che ascolta di colui che impone la "propria saggezza privata" ?
O vince le cose su cui si impone o le cose controvertibilmente sono sempre a lui contraddittorie. Ma le cose possono essere vinte ? L'uomo mortale crede di si, lo crede per "poter" vivere. Poter vivere è volontà di potenza sulle cose. Ma la filosofia mostra che le cose come le vogliamo (volontà di potenza)sono essenzialmente diverse dalle cose come stanno (verità). La filosofia si interroga su questo valore l'origine del "volere" che le cose stiano per come "vogliamo" che siano e non per come "sono".
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ID42014 - 23/02/2014 09:29:54 - (Leretico) - Il mezzo e il fine
Se la filosofia intende essere il fondamento della vera potenza, potenza che serve per dominare il mondo, allora essa non è altro che un mezzo per raggiungere un fine: la salvezza. Essere fondamento significa essere origine, origine oltre la quale non è necessario andare, oltre la quale c'ê il nulla. Se dunque la filosofia fosse un mezzo, essa sarebbe guidata dal proprio fine. Ma non potremmo pensare che il fine sia così altamente desiderato da condizionare la costruzione del mezzo (la filosofia)? Mi spiego: non è forse che l'uomo si costruisce il mezzo per raggiungere in un certo modo lo scopo? Così facendo si allontana dalla verità, perché quest'ultima è indipendente dagli scopi dell'uomo. Il tentativo di dare senso al mondo attraverso la filosofia potrebbe allora diventare solo un accomodamento per diminuire l'angoscia, non un vero modo di vivere. Insomma la verità non può essere piegata ai desideri umani,