In quale nazione vorresti vivere?

Caro Beppe,
in base alla tua ricca esperienza di viaggiatore e grande conoscitore del mondo, ti chiedo in quale Paese estero vorresti vivere in modo permanente e il perché. Preso atto che nella nostra amata Italia tutto è allo sbando (criminalità, corruzione, politici incapaci, nessun rispetto per l'ambiente), motivami la tua scelta, se vuoi. Nel mio modesto girovagare, voto per la Danimarca e forse ne capirai i motivi.

Confesso: provo spesso a fare questo giochino (nelle sale d'aspetto degli aeroporti, mentre cerco di addormentarmi nonostante il jet-lag). Oggi forse risponderei: la Germania. Berlino o Monaco, o anche Francoforte. L'ho visitata spesso, e l'ho trovata funzionante, accogliente, ottimista.
Una buona combinazione di regole condivise, voglia di fare, piacere di vivere.
E' migliorata moltissimo, secondo me.

Subito dopo la Scozia (ma mi spaventa il tempo). Poi l'Inghilterra, ma mi spaventa Londra. Magari Dublino (dove torno il 20 novembre): ma forse è un po' isolata, per i miei gusti.
Anche la Finlandia mi piace molto, e penso ci vivrei bene.
Portogallo e Spagna? Forse più il primo della seconda.
Verso est, direi Budapest. Mosca non più. Piuttosto San Pietroburgo o Varsavia.
In Olanda non mi ci vedo. Bruxelles? Solo se mi lasciano fare il presidente della Ue e mi danno una finestra con vista.
Parigi? Ovvio: ma prima devo conoscerla meglio (sta uscendo «La testa degli italiani» per Flammarion - sarà una buona scusa per tornarci).

Fuori dall'Europa - la mia prima scelta, sento il bisogno di avere i miei ricordi intorno - ci sono ovviamente gli Stati Uniti per questioni biografiche e non solo (Seattle, Washington o Chicago).
Anche il Canada mi tenta, magari Vancouver (ma sono freddoloso). Più l'Argentina del Brasile (che invece piace molto a mio fratello). Non il Messico o i Caraibi (non sono abbastanza avventuroso, e in vacanza mi stufo).
Non l'Africa o il Medio Oriente: la mia passione per i luoghi non è sufficiente per farmi dimenticare i disagi.

In Asia, eviterei le città-Stato come Hong-Kong, Singapore, Dubai: affascinanti, ma io bisogno di spazio. Se Asia dev'essere, allora la Cina (Corea e Giappone sono tra i posti più misteriosi che ho visto: a cinquant'anni, mi sentirei di affrontarli? L'India? Mi piace, ma è veramente impegnativa).
Poi c'è l'Australia: qui non è per niente male, si respira bene (mattina di sole primaverile a Sydney, ponte e Opera House tra il verde e il blu, dalla finestra dell'albergo). E' isolata, e magari rischia d'essere un po' autoreferenziale: ma è fresca, giovane, sperimentale, vagamente incosciente.

Un'America senza impero e un Regno Unito senza ricordi ingombranti. Nuova Zelanda? Ci vado oggi per la prima volta (LXXI Pizza Italians ad Auckland domani: venite?). Poi vi so dire. Detto tutto ciò, resto a vivere in Italia: non voglio mollarla nelle mani di chi so io.

Beppe Severgnini

PS In Danimarca non vengo da anni. Quando facciamo la Pizza Italians pure lì?

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