07 Novembre 2013, 06.53
Anfo
Terza pagina

Sant'Antonio

di Giancarlo Marchesi

Sta suscitano grande interesse il patrimonio artistico venuto alla luce nella chiesetta di Sant'Antonio, dove la Provinciale 669 si congiunge alla 237 del Caffaro

 
Nei giorni scorsi una delegazione della sezione bresciana dell’Associazione nazionale insegnanti di Storia dell’arte (Anisa), guidata dal presidente provinciale, professoressa Paola Bonfadini, si è portata ad Anfo per visitare la chiesa di Sant’Antonio Abate, piccolo tempio della cristianità impreziosito nella seconda metà del XV secolo da un sorprendente ciclo di affreschi.
A fare gli onori di casa è stato lo studioso e restauratore Romeo Seccamani, già sindaco della comunità anfese e curatore con il compianto Battista Simoni, nel biennio 1966-67, del primo intervento di valorizzazione del ciclo affrescato, che si presentava allora completamente coperto di calce.

Durante l’incontro, oltre a dare conto del progetto di completamento del restauro, Seccamani ha confermato ai presenti lo stanziamento da parte della Fondazione Cariplo di una quota della metà dell’onere legato a tale progetto.
Ma, tenuto conto della specifica preparazione dei visitatori, lo studioso anfese ha voluto farli partecipi di una nuova pista di ricerca che sta percorrendo in merito all’attribuzione del ciclo di affreschi presente nello scrigno di Sant’Antonio.
Secondo Seccamani, nel tardo Quattrocento venne a convergere nella zona di Anfo (dove si andavano erigendo sotto l’occhio vigile di Venezia tanto l’omonima Rocca quanto la chiesetta) un cenacolo di artisti e intellettuali di spessore, legato alla cultura veneta.
In quella fase così dedicata per il consolidamento della presenza veneziana nel Bresciano, stando a Seccamani - che ha riletto con attenzione l’opera del Vasari  - negli anni Ottanta del Quattrocento fu presente in zona Fra Giocondo,  grande specialista di opere difensive.
 
E proprio il frate architetto – prosegue Seccamani - può avere fatto da tramite per chiamare l’artista Liberale da Verona a realizzare il ciclo di affreschi. Seccamani sta sviluppando con convinzione questa pista di ricerca, ed in particolare l’attribuzione a Liberale da Verona, corroborato dagli interventi di restauro portati a termine nei mesi scorsi, i quali  hanno sancito il notevole livello artistico del ciclo.
 
I prossimi interventi, supportati dalla Fondazione Cariplo, contribuiranno sicuramente a gettare nuova luce su questa importante chiesetta.
 


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