15 Ottobre 2013, 07.47
Cinema

Rush, lo scontro tra Niki Lauda e James Hunt

di Elena Corioni

La rivalità tra i due famosi piloti della Formula 1 rivive sul grande schermo con questo film di Ron Howard per la sceneggiatura di Peter Morgan. I piloti inglese ed austriaco sono interpretati da Chris Hemsworth e Daniel Brühl


Rush si apre nel 1976 sul circuito del Nürburgring.
Le macchine sono schierate sulla griglia di partenza, l’asfalto è umido, il cielo coperto di nuvole. Niki Lauda e James Hunt si scambiano un ultimo sguardo prima di mettere in moto le macchine.
Lo spettatore sa che dopo qualche giro dalla partenza Lauda sarà vittima di un grave incidente per il quale rischierà la vita e che lo lascerà sfigurato per sempre.

Prima di mostrarlo però il regista (Ron Howard) decide di spiegare come sia nata questa rivalità diventata leggendaria tra i due piloti.
Per farlo torna indietro di sei anni, quando i due correvano in una categoria minore, la Formula 3.
Da subito l’austriaco e l’inglese non vanno d’accordo, i loro caratteri sono troppo diversi: Lauda è razionale, freddo, riservato, meticoloso nella messa a punto della sua macchina, scontroso; Hunt è invece passionale, il suo stile di guida è spericolato, ama mettersi in mostra, è sempre circondato da bellissime ragazze, vive una vita di eccessi tra alcol e droghe.

E’ però soprattutto in Formula 1 che la sfida tra Lauda e Hunt si fa più infuocata, e in particolare nella stagione del 1976.
Lauda è alla Ferrari mentre Hunt in McLaren. L’austriaco si trova davanti nella classifica punti quando il campionato approda al Nürburgring; le condizioni della pista non sono ottimali e Lauda vorrebbe annullare la gara perché reputa il circuito troppo pericoloso.
Ma Hunt, più popolare di lui tra i piloti, ottiene che la gara venga comunque disputata.
 
Dopo pochi giri Lauda è coinvolto in un incidente in seguito al quale riporterà ustioni sul volto e sarà vittima di una grave intossicazione per i fumi inalati dalla benzina in fiamme.
Il suo recupero è doloroso, ma ciò che gli dà forza è proprio vedere in televisione le continue vittorie di Hunt, che ormai sta per aggiudicarsi il mondiale.
Questo lo sprona a tornare il prima possibile in macchina e all’ultima gara, in Giappone, i loro punti sono quasi identici. Le macchine sono costrette a correre sotto la pioggia, e Lauda decide di ritirarsi al secondo giro poiché ritiene che le condizioni siano troppo pericolose. Hunt invece arriva terzo, il che gli permette di vincere il suo primo, e unico, mondiale.

Rush è un film capace di coinvolgere anche chi non è un appassionato di Formula 1.
Più che sui dettagli tecnici e automobilistici, si concentra sulle differenze dei due personaggi, sul loro modo opposto di affrontare il mondo delle corse, e più in generale la vita, soffermandosi anche sugli aspetti più privati dei due piloti, alternando il punto di vista di Hunt a quello di Lauda.
 
Hunt cerca di vivere sempre al massimo ogni momento, è un uomo all’apparenza spavaldo, ma anche dominato dall’irrequietezza e da una forte tensione che lo assale prima di ogni gara.
Lauda è invece equilibrato, molto legato alla moglie che rimane sempre al suo fianco, è un calcolatore e non tollera più di una percentuale ben determinata di rischio durante la gara (il 20%), mentre Hunt, come lui stesso confessa, è disposto a rischiare la vita pur di aggiudicarsi il mondiale.
 
Emblematica è la scena finale nella quale Hunt e Lauda si incontrano a mondiale concluso nell’hangar dell’aeroporto di Bologna.
I due si confrontano per l’ultima volta, ed è chiaro come nel loro rapporto la competizione agonistica si mischi ad ammirazione ed ad un senso di dipendenza l’uno dall’altro: è grazie al suo avversario se Lauda ha lottato così strenuamente per ritornare a correre dopo l’incidente e Hunt apprezza nell’austriaco quella dedizione totale alle corse che a lui manca.
Lauda è già proiettato al prossimo campionato, la sua fame di successo non è ancora stata appagata, mentre Hunt sembra soddisfatto di aver vinto il mondiale e ora vuole solo godersi il successo.
 
James Hunt non vincerà più nessun mondiale, dopo qualche anno si ritirerà dalla Formula 1 e morirà all’età di 45 anni.
Nel finale Lauda, vincitore invece di tre mondiali, ancora in vita e impegnato nella Formula 1, dice di non essersi stupito di questa morte prematura: Hunt ha sempre vissuto al limite, ha condotto una vita opposta rispetto alla sua, ma è anche stato l’unico uomo che Lauda abbia mai invidiato.
 


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