02 Settembre 2013, 08.00
Vallio Terme
Valsabbini

Una piazza per il Commendatore

di Redazione

160 cittadini l'hanno chiesto, Francesco Musesti in testa. Tutta Vallio l'ha ottenuta: l'intitolazione della piazza di Sopranico ad Albino Berardi, cittadino illustre e dal 1965 sindaco per dieci anni


La cerimonia di intitolazione ad Albino Berardi 1898-1987 “Fondatore della Fonte Castello e pionere dell’industria termale di questo paese”, è avvenuta ieri, preceduta da una commemorazione della figura dell'imprenditore ed amministratore che si è svolta in municipio con un intervento del sindaco Pietro Neboli.
Durante la cerimonia alle Terme è stato anche presentato il filmato "Fonti di Vallio 1953-2013, 60 anni di Storia" dedicato proprio ad Albino Berardi.

Ma chi era Albino Berardi?
Riportiamo quanto pochi mesi fa hanno sottoscritto 160 cittadini di Vallio.
Una petizione popolare favorevolmente accolta dal sindaco Neboli.
 
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Quarto di 14 figli di Clodomiro e di Angela Ziglioli, nato a Vallio, ora Vallio Terme, il  9 agosto 1898, Albino trascorre l’infanzia nella grande casa padronale paterna di Sopranico circondata da rigogliosi vigneti.
Considerato dalla maestra della scuola elementare per la brillante e acuta intelligenza, viene avviato agli studi superiori a Brescia dove, nel 1920, consegue il diploma di Ragioniere.
 
Negli anni della Grande Guerra, Albino fervente patriota, vuole arruolarsi volontario nel nascente Corpo dell’Aeronautica, ma il grande sogno non si avvera perché il padre non gli da il consenso avendo già un figlio che combatte sul Carso.
Abile alla leva, svolto il servizio militare a Roma ed a Tivoli, si mette in luce presso i suoi superiori che lo apprezzano per le doti di valente organizzatore.
 
Congedato dall’esercito nel 1922, viene assunto dall’ azienda vinicola “Baga” di Rezzato, divenendone ben presto Direttore. Chiamato in seguito dai fratelli a far parte dell’azienda vinicola famigliare di Molinetto di Mazzano, preferisce fondarne una propria a Prevalle, coadiuvato nella conduzione per oltre trent’anni dai figli, dalle figlie e dalla moglie Gisella Chiodi .
Sofferente di calcolosi renale, essendosi curato con l’acqua  denominata “Le Laff” (l’acqua che lava) divenuta poi acqua Castello, i cui effetti medicamentosi erano noti da tempi immemorabili, matura in lui l’idea di valorizzarla.
 
A tal fine nel 1953, incarica esperti del settore di svolgere indagini geologiche nel bacino imbrifero del torrente Malorbio. Fatta esaminare l’acqua da insigni idrologi e farmacologi dell’Università di Pavia, che ne riconoscono le proprietà terapeutiche, Albino nel 1955 realizza un moderno impianto di imbottigliamento dando così inizio alla distribuzione industriale e subito dopo l’esedra delle Terme.
Spostato a valle nel 1967 il reparto di imbottigliamento sorgono al suo posto giardini, giochi per bambini, padiglioni ed un auditorium per garantire agli ospiti un soggiorno riposante.
 
Socio di numerose associazioni e fondazioni, tra cui il prestigioso Ateno di Brescia, Albino si distingue per i suoi interventi a sostegno della terra natale che sogna possa divenire un giorno centro della salute e del  turismo.
 
Agli indiscussi meriti industriali e amministrativi ha associato interessi culturali di cui lascia una traccia profonda nella vita del paese. A lui il merito di avere organizzato per decenni, presso le Terme, congressi medici, serate culturali, concerti di musica sinfonica ed operistica, coinvolgendo illustri e qualificati uomini di pensiero e d’arte che, da mecenate quale è, ospita nella sua casa.
I benefici effetti dell’acqua, sempre più apprezzata e richiesta su vasto raggio, le attenzioni dei sanitari e dei turisti rivolte alle Terme, hanno indotto alcuni valliesi a proporre un nome di richiamo al Comune; infatti, a seguito di referendum consultivo del 4 aprile 1976, la Regione Lombardia approva l’istanza accogliendo il nome  proposto: da Vallio a Vallio Terme.
 
Indubbiamente Albino Berardi appartiene a quel gruppo di uomini di valore che hanno saputo interpretare le aspirazioni dei Valsabbini ed infatti, in rappresentanza del suo Comune, eletto membro del Bacino Imbrifero Montano della Valle Sabbia, si adopera attivamente per l’espansione del turismo e per la proliferazione di scuole professionali. 
 
Socio fondatore del Lions Club Valsabbia e della “Pro Loco” di Vallio, diviene nel 1973  socio del prestigioso Ateneo di Brescia.
Numerosi i riconoscimenti ricevuti per la sua alacre attività; si ricordano i due più significativi: il “Premio al merito del Termalismo” ricevuto a Montecatini il 23 aprile 1979; il “Premio di fedeltà al Turismo “conferitogli dall’Ente Provinciale al Turismo.
 
Con la collaborazione dell’Ateneo e del Bacino Imbrifero montano della Valle Sabbia, il 17 settembre 1966 promuove a Vallio un incontro culturale di cui pubblica gli Atti che sono, ancor oggi, un invito affinché la storia e le storie locali vengano affidate a specialisti e non all’entusiasmo, a volte deleterio, di gente impreparata.
 
Dopo gli atti del convegno sulla storia di Vallio seguono il libro, da lui sponsorizzato,  “Leggende di Vallio” del prof. Lino Monchieri e una serie di incontri su temi di interesse idrologico e farmacologico, nonché incontri letterali promossi dal dott. Marco Marzollo per i medici scrittori. A questi incontri ama alternare rassegne di pittura, scultura e  fotografia riservate ad artisti dilettanti locali e non solo.
 
Pari all’entusiasmo che lo contraddistingue il Comm. Albino Berardi, imprenditore già affermato, dedica il suo tempo e le sue energie all’Amministrazione Comunale di Vallio che lo vede Sindaco per due mandati consecutivi. In tale veste ne promuove lo sviluppo socio-economico; completa la rete elettrica e telefonica affinché il paese esca dal secolare isolamento. Continuando l’opera dei suoi predecessori, si adopera perché la strada maestra di fondo valle per Gavardo venga migliorata con l’abbattimento di due archivolti: vere forche caudine che impediscono il transito degli automezzi pesanti. La strada verso il Colle di Sant’Eusebio, avviata dopo la seconda guerra mondiale con i cantieri di lavoro, diventa, grazie ai sui continui interessamenti, un’ arteria primaria in grado di dare al paese un secondo sbocco collegandolo con Brescia e la Valle Sabbia dove importanti stabilimenti garantiscono numerosi posti di lavoro anche ai Valliesi.
 
A distanza di 25 anni dalla morte, il Comm. Albino Berardi è ricordato dai Valliesi per laboriosità, generosità, ma soprattutto per avere sostenuto nel paese natale molteplici iniziative nel campo assistenziale, sportivo, culturale, tra cui, essendo appassionato di musica, la ricostituzione  della Banda Cittadina.
 
La figura del Comm. Albino Berardi non è completa se non viene ricordata assieme a lui la moglie Gisella, donna sensibile e come il marito vera patriota: i suoi avi sono annoverati tra gli eroi caduti nelle gloriose Dieci Giornate di Brescia. La moglie è la promotrice della “Festa dei Fiori”, il cui introito veniva devoluto ai poveri della Parrocchia; accoglieva ogni anno, nel giorno inaugurale delle Terme, con saluto garbato cordialità i suoi ospiti.
 
Molti Valliesi ricordano ancora il Comm. Albino Berardi mentre passeggia lungo i sentieri della pineta del Malorbio, intrattiene famigliarmente gli ospiti delle Terme, oppure mentre pronuncia, da vero oratore, un discorso su temi a lui cari.
Molti ricordano la cortesia e l’ umanità di un personaggio che hanno accompagnato all’ultima dimora dove oggi riposa accanto alla moglie adorata, ai due figli primogeniti ed all’amato nipote che porta il suo nome.

 


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