27 Agosto 2013, 07.39
Punti di Vista

Le parole sono importanti

di Aldo Vaglia

Lo schiaffeggiare la giornalista che fa un uso scellerato della parola è lo sfogo liberatorio di un Nanni Moretti nel suo prezioso film "Palombella Rossa"


Siamo nel ’89, Nanni Moretti, come succederà per il Caimano, dove descrive la fine di un Berlusconi condannato, o per Habemus Papam, che anticipa le dimissioni, poi davvero verificatesi, del papa, anche nel film Palombella Rossa, coglie l’essenza dei guai che ci dovranno capitare, con l’uso, ‘criminale’, del linguaggio.

La repulsione per i luoghi comuni e le frasi fatte, infarcite di anglicismi, sciorinate dall’intervistatrice scatena l’ira di Apicella (alias Moretti) che esplode con la frase: “le parole sono importanti†più volte ripetuta.
La giornalista schiaffeggiata non può far altro che gridare “ma lei è fuori di testa†e Apicella di rimando: “chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importantiâ€.

Mai come in questi anni dove la comunicazione e i media hanno sostituito i partiti e la politica queste intuizioni si sono rivelate fondamentali.
Le parole “sono pietre†diceva Carlo Levi, ma sono anche il fango in cui vengono travolti i malcapitati, alleati o critici, che in questi anni si sono opposti ad una politica ipocrita che ha stravolto i due termini ‘interessi e valori’ e s’è spacciata per paladina dei valori ‘giustizia e libertà’, quando il suo unico scopo era quello di sfuggire alla giustizia per essere libera di fare i propri ‘loschi’ interessi.

Gli esseri umani sono fatti di parole e segni, oltre che di carne ed ossa.
Le parole definiscono gli oggetti e i concetti, e definiscono anche i partiti.
La sinistra è oggi senza parole perché non sa che oggetto è, non ha un concetto di sé.
In una sindrome di impotenza creativa, il Pci di Occhetto, alla spasmodica e immotivata necessità di cambiare il nome, per cancellare la parola ‘comunista’, aveva definito lo ‘stesso partito’: la “Cosaâ€.
Forse aveva intuito che cambiando il nome sarebbe cambiato anche l’oggetto e il tutto sarebbe diventato un ‘qualcosa’ di informe.
Prima di inventare le parole bisogna aver inventato le ‘cose’ a cui applicarle. Il processo alla rovescia non funziona.

Così alle semplificazioni e metafore, irrazionali ed infantili, del berlusconismo (che si rifanno alla guerra, nella lotta ai nemici comunisti, al calcio, con la sua discesa in campo, alle donne considerate in orizzontale, alle barzellette, più patetiche che ridicole, all’amore per la patria e per gli amici dittatori e mafiosi compresi), la sinistra (con il suo niente da opporre) non ha fatto altro che problematizzare annoiando, con rituali di antico politichese.
Il subire inerme ha contribuito a dare efficacia ed attualità a banalità che, nell’ambiente squalificato di una politica di basso profilo hanno trovato la loro cassa di risonanza, e un amplificatore in un giornalismo di sudditanza e di convenienza, forse il primo da schiaffeggiare, come, il geniale, Moretti aveva preconizzato.
 


Commenti:
ID35257 - 27/08/2013 11:25:35 - (sonia.c) - si! le parole sono importanti!

ma per quelli che non hanno voglia (o paura)di scoprirne il significato recondito..sono inutili. se non addirittura dannose! mentre per chi conosce bene e usa a suo favore,il loro potere manipolatorio ,estremamente efficaci.

ID35258 - 27/08/2013 11:26:38 - (sonia.c) - grazie signor Vaglia.

.

ID35259 - 27/08/2013 11:29:55 - (Leretico) - Gli schiaffi

Devo dire che quegli schiaffi nel film sono una soddisfazione, non per la violenza ma per lo sfogo di chi si ribella all'uso manipolatorio della lingua. In fondo è solo una ribellione al contenuto non alla forma. Le parole sono importanti per il contenuto che esprimono. Se si equivoca sul contenuto non può esserci comunicazione. Se il contenuto viene mistificato e cambiato, si compie un atto eticamente riprovevole. Così la ribellione non può che essere l'ultima possibilità di negare la manipolazione attraverso le parole. Il linguaggio è molto importante, l'uso che ne fanno i governi, le opposizioni e soprattutto i giornalisti è fondamentale per al democrazia. La parola, soprattutto quella scritta, è una scelta, una volontà. Chi parla male, scrive male, pensa anche male e fa vivere male chi legge e ascolta. Insomma in qualche modo "vuole" il male, sceglie il male. Le parole, come pietre, servono anche per lapidare.

ID35262 - 27/08/2013 12:49:12 - (Capitano) - Negli ultimi 20 anni la sinistra non è mai riuscita

a comunicare con i propri elettori. Credo che il problema consistesse nel fatto che, allora come oggi, non abbia mai avuto realmente qualcosa da comunicare.. Impalpabile, inconsistente sia al governo che all'opposizione, DS-quercia-Ulivo-PD hanno costruito i loro miseri successi politici ponendosi come unica alternativa allo strapotere capitalistico (e quindi di dx) del signore di Arcore. Sicuramente, gli elettori non erano stati ammaliati dalla efficacia comunicativa espressa a sx.. Ricordate lo slogan "I care", o più recentemente "we can"? Solo degli incapaci possono pensare di sfondare nell'animo politico degli italiani con uno slogan in inglese (in inglese!!!). L'incapacità comunicativa si è espressa fino ai giorni nostri dove il M5s con un blog sgangherato è riuscito a disintegrare lo strapotere mediatico di B., citato dai miseri ed incompetenti politicanti di sx per giustificare il loro deficit comunicativo ed i conseguenti insuccessi alle urne.

ID35264 - 27/08/2013 12:52:08 - (Capitano) - oggi che PD e PD-L

governano insieme un successo a sx lo hanno ottenuto: non devono occuparsi di comunicare ai loro elettori che sono diversi da Berlusconi e dalla sua politica. Chissà che non sia la prima volta il messaggio non arrivi al proprio elettorato!

ID35265 - 27/08/2013 13:12:25 - (Dru) - Il male e il bene

Per il male il male è il bene, per il bene il male è il male... questa semplice tarantella porta a galla con determinazione il significato di male, che ogni cosa o positivo per sopravvivere e resistere al contraddittorio e in specifico qui al contrario, deve considerare l'altro da sé come "il male", questo "male" così posto o come negativo del positivo per essere tale deve essere anch'esso un positivo, si che ogni male è un bene per sé e male per l'altro, bene o male che sia.

ID35267 - 27/08/2013 13:20:48 - (Dru) - ad esempio

Perché uccidere è un male ? Perché la supposta ma non dichiarabile come vera prevaricazione del bene privato sul bene pubblico deve per forza appartenere alla sfera del male per cert'uni, gli stati democratici ad esempio, che controllano attraverso regole e giurisprudenza questa libertà condizionata del bene privato o addirittura questa libertà viene soffocata dai comunismi e dalle religioni che aggiogano questo bene privato ad uso e consumo delle proprie dottrine ? E' sul termine "libertà" che la radice di ogni condizionamento non trova più giustificazione e perde della sua potenza.

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