03 Agosto 2013, 09.23
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Lettere

In memoria di Innocente

di Sandra Vincenzi

Di certe fortune non possiamo dirci di meritarle: semplicemente ne beneficiamo, come una sorta di eredit. Pubblichiamo volentieri


Mi piace pensare all'ereditarietà come eredità, che non riguarda solo la genetica, ma anche il luogo dove si nasce; le persone con le quali avrai a che fare; culture e sensibilità che appartengono alle persone, alla famiglia, alla comunità. Ed i luoghi non sono tutti belli e ricchi uguali; neppure le persone con la loro cultura e ricchezza umana.
 
Mi sento fortunata ad essere nata in Italia, di vivere a Roè Volciano vicino al lago ed ai monti della Vallesabbia; di appartenere proprio ai miei genitori ed a mio fratello.
Sicuramente io e mio fratello abbiamo beneficiato di situazioni, persone ed ambienti che i miei genitori hanno costruito attorno a loro, fin da quando siamo nati.
 
Uno di questi ambienti sono le Pertiche: Forno d'Ono, Livemmo, la Pineta, la casa lì in quelle montagne, la Corna Blacca.
E' stato alle Pertiche che trascorrevamo le nostre vacanze estive, e lì ho imparato ad amare le montagne, la natura... ed il formaggio, la “puina” che il signor Cico faceva assaggiare a noi bambini.
Tutte le volte che passavamo da Avenone ci fermavamo a bere alla fontana con il mestolo, e mi piaceva ascoltare la storia di mia nonna che era nativa di Avenone.
 
E' stato alle Pertiche che ho imparato a sciare: nel periodo invernale, con una neve incredibile che ancora me la sogno, mio papà ci ha insegnato a sciare, a battere le piste, fare la lisca di pesce per risalire i pendii innevati, e poi ridiscendere accaldati e paonazzi, con una eccitante sensazione di libertà, di vittoria... mi sembrava di volare. Che bello!
Lì ho imparato che le fortune sono gratis, ma i traguardi bisogna poi guadagnarseli, con fatica, disciplina, giorno dopo giorno.
E in tutti questi ricordi vivi e profondi sono soprattutto loro, le persone che hanno dato un senso unico a quelle esperienze: Sandro, Innocente e poi Ennio, Sofia, Nicoletta, Domenico e Paolo.
 
Mio papà col signor Sandro, nella mia mente di allora bambina, mi sembravano due capi-tribù indiani: uomini da un forte codice d'onore che mi hanno insegnato il rispetto, l'amicizia, i valori, l'amore per la natura.
Poi c'era lei, Innocente: moglie di Sandro, nel mio ricordo una persona importante quanto il marito. Ricordo una donna che era l'immagine della forza della natura e della maternità, possente, vivace, avvolgente: la persona giusta nel posto giusto, che irradiava con profusione e generosità una grande energia in tutto ciò che faceva e in tutto ciò che la contornava.
 
Amavo ascoltare le sue lunghe e vivaci chiacchierate con la mia mamma, da dove – da piccina – mi sembrava di affacciarmi sui “segreti” della vita: parlavano di figli, di parenti, di malanni, delle cose quotidiane... ma a me tutto sembrava interessante, come se avessi dovuto imparare da loro dei trucchi, acquisire strumenti di potere e di magia.
 
Ora che sono mamma anch'io, che parlo con le mie amiche dei fatti quotidiani e lo faccio con allegria e soddisfazione, capisco il vero segreto e trucco che una donna può imparare per destreggiarsi nella vita: quello di parlare con un'altra donna che la capisca e condivida con lei pensieri, emozioni, avvenimenti.
Quel loro cicaleccio, unito sempre ad una prudenza e rispetto nel parlare che non scadeva mai in chiacchiere velenose, è diventato parte del mio essere donna.
 
In questo giorno in cui saluto Innocente che ha terminato la sua avventura su questa terra, mi accorgo che lei e la sua famiglia sono densamente intessuti nelle trame della mia vita ed occupano un posto che non potrà essere cancellato.
Che questi ricordi possano portare conforto alla famiglia, come un grande abbraccio, come quello che io ho ricevuto da loro a suo tempo.
 
Sandra Vincenzi


Commenti:
ID34583 - 04/08/2013 22:03:47 - (gioica) - Bel racconto

Grazie Sandra, proprio un bel racconto, anche commovente.... Innocente, pensavo fosse un uomo (ne conoscevo uno che aveva quel nome), invece era donna e, dalla intensa descrizione che ne fa, una "signora donna". Leggendo pensavo: come appaio io agli altri? Che tipo di donna sono? Cosa resterà di me nel ricordo di chi mi sopravviverà ? Saremo anche noi, donne e guerriere di oggi, un giorno ricordate come donne forti e "avvolgenti"? Ho il forte dubbio di no. La mia sensazione e' che non riusciamo più ad esserlo , non ne abbiamo il tempo, e nemmeno il modo, troppo prese a fare altro, a lavorare fuori casa, a curarci di noi stesse per evitare che il tempo abbia il sopravvento sul nostro corpo. Vorrei tanto essere donna morbida, invece sono donna guerriera, donna-uomo, donnachelavora e che deve sapere e capire tutto, che deve sopperire alle mancanze di un uomo che è al mio fianco, ma non c'è.Ma forse, dopo questa lettura, proverò a trovare il modo

ID34588 - 05/08/2013 09:22:46 - (sonia.c) - lo sei già cara Gioica ,una donna forte..

se ti fai queste domande..hai ragione! purtroppo ,sembra che le donne abbiano paura di pensare...sai un pò capita a tutte..quando diventiamo mogli e madri ci illudiamo per un pò. vorremmo adagiarci nelle mani degli uomini..ma non posiamo e sopratutto non dobbiamo! siamo noi le custiodi del pensiero ,unito al cuore ( senza offesa per gli uomini!) e l'impresa che ci aspetta ,per un momento ci fà vacillare ..ma ,ne vale la pena! senza coraggio non c'è amore1 il coraggio di guardare a quelo che non và....senza c'è l'amore che fà male. quelo che non permette di crescere..guai ad ascoltare questa vocina.ciao e scrivi..

ID34589 - 05/08/2013 09:37:45 - (sonia.c) - guardare ,scoprire quello che non và..

senza mettere troppo a soqquadro la casa della nostra anima..e quella del coniuge..alla radice di tante tragedie e femminicidi,probabilmente c'è anche questo. la fretta di mettere a posto tutto ,con strappi violenti che distruggono anche le nostre buone azioni..pensare con l'inteligenza del cuore ..non diventare guerriere armate di bazooka..

ID34610 - 05/08/2013 12:43:44 - (gioica) - oh, cara Sonia !

Grazie per le confortanti parole, e per i consigli molto mirati. Da cio' che scrivi intuisco che anche tu ci sei passata, in effetti a volte e' forte la tentazione di buttare tutto all'aria, quando ci e' chiaro che cio' che abbiamo non corrisponde esattamente all'idea che avevamo... Romantiche senza speranza? No. Direi piuttosto donne con chiara la visione di come devono essere le cose e con il rammarico di non vederle andare nel verso giusto. Difficile, spesso, (per me) non dissotterrare l'ascia di guerra e bypassare tutto col filtro della dolcezza e comprensione femminile. A volte e' una bella SCUSA con la quale ci fanno digerire di tutto, e io non ci sto. E cosi, senza rendermene conto, divento guerriera e corro il rischio di distruggere tutto, anche il buono. Quindi sar piu' accorta e mi sforzero' di agire col cuore e con la morbidezza femminile che da qualche parte ho. Lo prometto. Grazie ancora, cara Sonia. BUONA ESTATE! (sto scrivendo e leggendo poco.... e' estate!) ; )))

ID34612 - 05/08/2013 12:56:10 - (sonia.c) - io non sò davvero come ringraziarti cara Gioica!

quando si scrive ,gli equivoci abbondano..è un grosso dispiacere per mè ,non essere capita o peggio,lasciare l'impressione di essere suponente e antooipatica1 ho sofferto e molto.e ancora più grave ,ho fatto soffrire..ma credo sia che, un dolore o esperienza vengno condivise..ma è cosi difficile comunicare1 ciao baci e buone vacanze.

ID34613 - 05/08/2013 12:56:56 - (sonia.c) - accidenti alla tastiera..

da buttare..

ID34624 - 05/08/2013 13:49:50 - (sonia.c) - cara Gioica.

mi attacco alla tua frase. donne che hanno chiara una visione..a spesso questa visione arriva all'improvviso! e la difficoltà dell'impresa ci porta ad un bivio cruciale.che faccio? salto il fosso? combatto? si ma come ?due cose succedono a questo punto.rimuovo,rinuncio,mi racconto la bella favoletta e buonanotte ..ma se questo disvelamento della veriotà ,riguarda il futuro dei nostri figli,questa paura paralizzante ,la paghiamo cara.sulla lunga scadenza..la lunga camminata comincia dal primo passo! non rinunciare,no spaventarsi,porsi un obiettivo alla volta da modificare,è un modo pacifico efficace di non perdere tempo prezioso e di costruire veramente un buon futuro..ribaci..

ID34653 - 05/08/2013 23:24:58 - (sonia.c) - grazie signora Vincenzi..

di averci fatto partecipe dei suoi bellissimi e importanti ricordi. forse davvero una volta,c'era più positività ! nel modo di porsi,di dialogare..non che mancassero le cose negative ,ma erano bilanciate..oggi ,dove può rifugiarsi ,dove può "ammortizzare" gli effetti negativi,un bambino bombardato da messaggi apocalittici,tensioni familiari e idiozia imperante?

ID34700 - 07/08/2013 10:52:17 - (domenicobonomi) - Grazie Sandra, Ciao Mamma.

Sorrido pensando alleffetto che avrebbe suscitato in Lei leggere queste belle parole. Vedo il suo viso come fosse qui in questo momento, con un espressione sorpresa e incredula, per tanto affetto dimostrato nei suoi confronti. Lei, che nella vita si sempre mostrata discreta e conciliante, ancora una volta avrebbe tagliato corto (c il pranzo da preparare), ma in cuor suo avrebbe gioito. Per questo, grazie Sandra (e grazie a tutta la tua grandefamiglia), di aver dato voce ai nostri pensieri. Grazie Mamma per esserci sempre stata, sempre sarai con noi.Domenico per pap Sandro e famiglia.

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