08 Luglio 2013, 08.04
Anfo
Disgrazia

Anfo, nessuna inchiesta

di Ubaldo Vallini

Morte accidentale. E' stata così classificata la tragica fine della turista tedesca di 48 anni che sabato sera è rimasta infilzata da un palo nel torrente Re ad Anfo

 
Non riescono a venir meno il senso di cordoglio e l'impotenza, ma anche il raccapriccio, per l'assurdo incidente avvenuto sabato sera nel torrente Re ad Anfo, costato la vita ad Andrea Hasler, turista tedesca di 48 anni.
Il giorno dopo però è anche quello della ricerca delle responsabilità, anche se sembra che a tal proposito la Procura non abbia aperto nessuna inchiesta.
 
Resta il fatto che la donna, nel tentativo insieme al marito di prestare soccorso ai figli che erano scivolati e caduti nel torrente, in un punto in cui questo scorre imbrigliato in un solco di pietre lisce e cemento, è stata infilzata da un tubo che l'ha trapassata dal bacino alla clavicola, uccidendola sul colpo.
 
E sarebbe potuto succedere a chiunque: non solo ai due bambini e al papà, che quell'ostacolo senza nemmeno accorgersene l'hanno sfiorato qualche attimo prima della donna, ma anche ai ragazzi che quasi ogni giorno in quel punto si divertono a scivolare nel canale, prendendolo per una sorta di acquapark.

Quel pezzo di tubo, insomma, non doveva essere lì: lungo circa quattro metri, ad una delle estremità il manufatto presentava ancora i resti di un ancoraggio fatto con spago e fil di ferro, nell'altra era stato infilato una punta che doveva avere lo scopo di trasformarlo in un paletto da conficcare da qualche parte. In paese tutti si chiedono come sia arrivato fin lì.
 
Non regge l'ipotesi che potesse essere uno dei ferri fissati più a monte nell'alveo del torrente, dove alcuni abitanti di Anfo hanno l'abitudine di predisporre delle piccole dighe capaci di ospitare pompe ad immersione con le quali annaffiare orti e giardini.
 
«Quelli sono ferri più sottili perché devono essere conficcati fra le pietre e non sono più lunghi di mezzo metro» ci conferma il sindaco Mabellini, che ieri ha predisposto un'ordinanza per vietare tale pratica ed ha chiesto agli operai del Comune di togliere di mezzo ogni ostacolo dall'alveo.
 
Una quindicina gli spuntoni recuperati ieri, buoni per realizzare 5/6 sbarramenti.
Ma quel tubo? Il 2 giugno gli Alpini avevano dato una bella ripulita al canale e proprio a pochi metri da dove è avvenuta la tragedia avevano estirpato una pianticella.
Quell'ostacolo non l'avevano visto, se c'era era sotto il pelo dell'acqua.
 
Resta quella mamma in una bara all'obitorio di Gavardo, in attesa di poter raggiungere Brema, dove abitava.
Resta la disperazione del marito le cui urla nei momenti immediatamenti successivi alla tragedia ancora risuonano lungo il Re..
Mancano e mancheranno per sempre mille e mille abbracci di mamma, per quei due piccini.
 


Commenti:
ID33860 - 09/07/2013 12:13:00 - (Borni) - Perchè nessuna inchiesta?

Scrivo oggi perché ieri non avevo parole e ero talmente deluso all'idea che una tragedia come questa venisse archiviata con una semplice nessuna inchiesta. Leggo oggi con grande piacere la decisione della Procura di aprire un DOVEROSO fascicolo di inchiesta. Buon lavoro.

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