Anguille del Garda ancora vietate

 

Ora c´è anche nero su bianco: con decreto del Presidente della Provincia di Brescia numero 33 di ieri è stato prorogato per un anno il divieto di pesca dell´anguilla, sia professionale che sportivo-dilettantistica, nel lago di Garda ad integrazione dell´ordinanza ministeriale di divieto di immissione sul mercato e commercializzazione della specie ed in conformità all´analogo atto di interdizione alla pesca già adottato, per il lago di Garda, dalla Provincia di Verona.

«Con lo stesso provvedimento - spiega una nota diffusa ieri dalla Provincia - è stato disposto inoltre il divieto di trattenimento e detenzione sul luogo di pesca (inclusa l´imbarcazione e relativo sito di approdo) di esemplari di anguilla, mentre i capi eventualmente catturati dovranno essere immediatamente liberati e il divieto d´uso e di riposizionamento dell´attrezzo di pesca professionale denominato Cogolo». Il divieto rimarrà in vigore sino al 22 giugno dell´anno prossimo.

Il Ministero della Salute aveva confermato alla Provincia di Brescia («ma solo per canali informali») che l´ordinanza di divieto stava seguendo il suo iter burocratico: Corte dei Conti, Gazzetta ufficiale, eccetera. Poi sarebbe entrata in vigore. Questo perché le ultime analisi hanno riconfermato la presenza sensibile di Pcb in circa un terzo delle anguille esaminate (attorno al 38% degli esemplari).

Di sconcertante c´è che le ultime analisi erano state svolte nell´autunno 2012: da mesi il Ministero aveva le informazioni per determinare se la contaminazione da Pcb, rilevata la prima volta nel 2011, fosse ancora presente. Ma intanto il vecchio divieto è stato lasciato scadere il 22 giugno, senza interventi ministeriali, riaprendo di fatto la pesca. Come se tutto fosse risolto.

Per i pescatori gardesani si tratta di una «caccia alle streghe», anche perché le stesse anguille, vietate da due anni nel lago, sono invece legalmente pescabili nel fiume Mincio senza limitazioni.

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