"Qualitŕ e utilizzo sostenibile della risorsa acqua nel Lago di Garda e nei grandi laghi europei: Esperienze nell'ambito del progetto Eulakes" il tema del workshop organizzato dalla Comunitŕ del Garda
Importanti le tematiche affrontate giovedì a Gardone Riviera, nella sede della Comunità del Garda in occasione del workshop internazionale organizzato, nell’ambito del progetto Eulakes, dalla Comunità del Garda e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige.
Il progetto, finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Central Europe, è nato dalla sinergia fra ricercatori ed enti di gestione e di sviluppo territoriale al fine di costruire una piattaforma internazionale che coniughi conoscenze scientifiche, sul tema di qualità e quantità delle acque lacustri e la gestione territoriale locale e ha come protagonisti 9 parteners di 4 laghi e nazioni diverse: il lago di Garda (I), il lago Balaton (H), il lago Neusiedl (A) e il lago Charzikowskie (P).
Il Presidente della Comunità del Garda, Giorgio Passionelli, nel suo intervento introduttivo, dopo il saluto rivolto a relatori ed uditori, a nome delle istituzioni gardesane, ha sottolineato quanto il tema della qualità delle acque sia strategico e decisivo per il futuro e lo sviluppo, anche economico, dell’intero Garda. In particolare, ha posto l’accento sull’esigenza di mettere mano alle opere di collettamento e depurazione, mediante la realizzazione di un nuovo depuratore, il potenziamento di quello di Peschiera, nonché la razionalizzazione delle reti fognarie e di collettazione, onde consentire la dismissione della condotta sub lacuale Maderno-Torri del Banà co.
Nel lago di Garda, il recente aumento delle fioriture algali dovute a cianobatteri potenzialmente nocivi ha aumentato notevolmente il grado di attenzione delle strutture sanitarie e delle agenzie regionali di protezione ambientale verso i composti tossici prodotti da questo particolare gruppo fitoplanctonico. La precisa conoscenza del tipo e quantità di tossine presenti nei corpi lacustri diviene pertanto prioritaria ai fini dell’utilizzo della risorsa acqua. Particolare attenzione è stata rivolta allo sviluppo dei cianobatteri a diverse scale spaziali e temporali (incluse le osservazioni paleolimnologiche e satellitari) e al contenuto tossico delle specie dominanti. Sono stati specificatamente presi in considerazione i potenziali impatti sull'ecosistema lacustre e sull'utilizzo delle acque per scopi di balneazione e potabili.
Nell'ambito del progetto EULAKES la presenza e lo sviluppo dei cianobatteri sono stati studiati nelle loro possibili implicazioni sanitarie attraverso una collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità (ISS). L’incontro ha dato dunque anche l’opportunità di valutare i diversi sistemi di valutazione e gestione del rischio da cianobatteri nei grandi laghi destinati a uso ricreativo e potabile. A questo riguardo, le problematiche legate all'identificazione e alla natura delle cianotossine nelle acque dolci sono state affrontate, in apertura del workshop, dal Dr. Jussi Meriluoto e dalla Dr.ssa Lisa Spoof, della Åbo Akademi University, Turku, Finland. Il tema è attualmente oggetto di un progetto di collaborazione europeo COST, che vede impegnati oltre 25 paesi europei.
Le criticità dovute all’introduzione di specie acquatiche non native nei grandi laghi sono state presentate e discusse attraverso le esperienze maturate nel corso degli studi condotti nel Lago Balaton. Recenti introduzioni in questo grande lago comprendono, tra le altre, Sinanodonta woodiana (il più grande mollusco europeo, individuato anche nel Garda nel 2009) e Carassius gibelius (la carpa di Prussia).
Interessanti gli interventi di Milena Bruno dell’Istituto Superiore di Sanità , sui limiti soglia e le procedure per minimizzare il rischio causato dalle ciano tossine, e di Mariano Bresciani che ha illustrato la caratterizzazione e la mappatura delle fioriture di cianobatteri tramite telerilevamento.
A conclusione, Giuseppina Mattiolo, in rappresentanza della Agenzia per la Protezione dell’ambiente Veneta, ha riferito in merito all’attività di monitoraggio dei cianobbateri nelle acque antistanti la sponda veronese del lago di Garda.
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