17 Settembre 2007, 00.00
Valsabbia - C
Caccia

Buono l'avvio in Valsabbia

di Ubaldo Vallini

Svanito l’incubo aviaria, con gli scaltri fagiani “inglesi”, poche lepri ed una buona dose di tordi, quella dei 4mila e passa cacciatori valsabbini è stata una prima giornata di caccia tutto sommato interessante.

Svanito l’incubo aviaria, con gli scaltri fagiani “inglesi†introdotti a primavera, poche lepri ed una buona dose di tordi, aggiungeteci pure qualche furbo merlo “nostranoâ€, quella dei 4mila e passa cacciatori valsabbini è stata una prima giornata di caccia tutto sommato interessante.
E neppure le temperature praticamente estive, superiori di 3/4 gradi alla media settembrina sono riuscite ad impedire a molti di portare a casa un carniere degno di nota.

Alcuni al capanno e altri alla vagante, i seguaci di Diana sono riusciti insomma a scaricare con frequenza le loro doppiette.
L‘hanno fatto senza ferirsi l’un l’altro e questo certo non guasta. Non tutti però hanno potuto impallinare qualche preda: in attesa dell’apertura che per loro scatterà ad ottobre, infatti, i cacciatori della zona A (Alpi) hanno potuto darsi da fare solo con la prima delle tre giornate consentite per l’addestramento dei cani.

Ma la cosa più interessante del primo giorno di caccia, per chi la doppietta non la sa imbracciare, è osservare i cacciatori al loro rientro a casa, soprattutto nel momento della sosta al bar. In Valle Sabbia basta guardarsi intorno e cercarne uno con molte Panda 4x4, di quelle vecchie, parcheggiate fuori.
Prima di tutto l’orario: se sono le 11 del mattino i musi sono lunghi. Ieri erano piuttosto le 18, e questo la dice lunga su com’è andata. Non serve chiedere, basta ascoltare.

Così scopri che quest’anno i fagiani sono stati introdotti a primavera e che erano “di cattura, provenienti dall’Inghilterra: non sono mica galline questi, e prenderli ti da una certa soddisfazione. Peccato solo che le nidiate siano state devastate dai predatoriâ€.
I tordi? “Solo quelli che si abbassano un po’, per la “pasada†ci vuole ancora una settimanaâ€.
Di lepri ne sono state prese alcune “ma è difficile con questo secco, i cani perdono la tracciaâ€.

Provatevi ad ascoltarli, questi uomini che oramai sono le ultime sentinelle della montagna, c’è da riscoprire un mondo che stiamo perdendo. Non certo per colpa loro.


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