19 Aprile 2013, 08.00
Idro Bagolino Anfo Lavenone Valsabbia
Eridio

Cosa fatta... coda ha

di Ubaldo Vallini

Una presa di posizione del Capo della Protezione civile Franco Gabrielli che chiede alla Regione di valutare meglio quali opere fare sul lago, galvanizza i manifestanti, che tolgono il presidio

 
Sembrava cosa fatta. Per avviare i lavori di costruzione delle nuove opere di regolazione del lago d'Idro, per le quali sono stati stanziati più di 47 milioni di euro, mancavano solo le firme dei due ministri dell'Ambiente e dei Beni Culturali in calce alla procedura di Via.
Una lettera del Capo dipartimento della protezione civile Franco Gabrielli, invece, potrebbe rimettere tutto in discussione.
 
Ne sono convinti i Comitati che dal primo dicembre dello scorso anno manifestavano alla Pieve di Idro con un presidio permanente, smantellato lo scorso sabato proprio in virtù di quella missiva: «Questo intervento di Franco Gabrielli rispecchia di fatto l'istanza principale portata avanti con la nostra forte azione permanente» ha affermato il portavoce del Comitato del presidio, Gianluca Bordiga, annunciando che ogni primo venerdì del mese, a partire dal 3 di maggio, il "tavolo del presidio" al quale siedono le tre associazioni Amici della Terra, Coordinamento Pro Loco e Comitato Difesa Lago d'Idro, si riunirà per fare i punto della situazione «insieme ai rappresentanti dei Comuni di Idro e di Anfo e a tutti gli enti che vorranno condividere l'azione esplicita di contrasto alle nuove opere progettate per il lago valsabbino da Regione Lombardia».
 
Ma cosa ha scritto Gabrielli ai Ministeri interessati, ai Comuni, alla Regione e alle Province?
Riferendosi alla corrispondenza pervenuta dalla Prefettura di Brescia, dal sindaco di Idro e dai Comitati di associazioni di cittadini, nonché ad un incontro tenutosi recentemente a Roma con i sindaci dei Comuni di Anfo e di Idro, nonché con i rappresentanti del Comitato del presidio, il Capo della Protezione civile ritiene «doveroso, nel rispetto delle specifiche competenze, il dialogo con gli Enti Locali e le associazioni di cittadini che sollevano dubbi rispetto all'oggetto, all'utilità e all'economicità dell'intervento».
 
«A tal proposito - aggiunge -. Si invita la Regione Lombardia a fornire elementi di chiarimento rispetto alle motivazioni che hanno portato all'adozione delle specifiche soluzioni progettuali riportate, con particolare riferimento all'arretramento della traversa, alla realizzazione della "savanella" e alla ridefinizione del tracciato della nuova galleria».
 
A Franco Gabrielli appare anche opportuno valutare il rapporto costi/benefici degli interventi che mirano all'incolumità dei cittadini: «Ci si riferisce in particolare alla possibilità di adottare misure volte a ridurre il rischio attraverso un'azione diretta di stabilizzazione della paleofrana. A tal proposito i rappresentanti delle associazioni hanno sostenuto di disporre di una progettazione alternativa (progetto del prof. Simonini) che avrebbe anche il vantaggio di mettere in sicurezza l'alveo del Chiese a valle dell'incile e la strada provinciale di collegamento tra la Provincia di Brescia e quella di Trento, con un intervento che costerebbe circa 4 milioni di euro».
 
Gabrielli tira in ballo anche il regolamento che prevede la gestione del lago con 3,25 metri di dislivello e che potrebbe essere poco compatibile con le esigenze di sicurezza.

 


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