27 Marzo 2013, 07.07
Punti di Vista

Un viaggio tra Ecologia, Filosofia e Fisica

di Aldo Vaglia

Č da qualche tempo che filosofi ed ecologisti usano un termine che era proprio della fisico-chimica: Entropia. alla ricerca di un equilibrio fra produzione e consumo


I due principi della termodinamica, ma soprattutto il secondo, su questa  grandezza che misura il disordine molecolare, basano le proprie teorie, e allargano il campo a considerazioni che vanno oltre lo specifico della  materia.

Mentre il primo principio della termodinamica può indurre all’ottimismo: “Nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma”, il secondo ci riporta ad una realtà più complessa e meno rosea: la maggior parte dei processi è irreversibile, e nelle trasformazioni l’energia degradata non è più in grado di compiere lavoro.
Anche se il terzo principio sposterà i limiti, il secondo ci mette di fronte all’esaurimento delle risorse, alla perdita di energia utile nelle trasformazioni, e al concetto di esauribile e rinnovabile.

Il conoscere il finito o l’infinito, il sapere se siamo figli della materia o di una volontà superiore, la differenza tra l’essere e il nulla fa parte della speculazione filosofica, e la scienza dà un suo contributo a pensare il mondo e il suo divenire.
Ma dove più pragmaticamente fa la sua comparsa “l’entropia” è nell’altra disciplina “olistica”: l’Ecologia.

Qualche giorno addietro,  in una trasmissione televisiva (forse in Che tempo Che fa) Carlo Petrini, fondatore di Slow  Food  e Terra Madre, spiegava ai telespettatori che: se produciamo per 12 miliardi di viventi e siamo 7 miliardi e 1 miliardo non ha da mangiare, distruggiamo tonnellate di cibo e consumiamo troppa energia.
In un mondo finito, ecologicamente interconnesso e soggetto alle leggi dell’entropia, il produrre il 40% in più di quello che serve è uno spreco intollerabile.

Nel suo libro “Entropia” lo studioso americano Rifkin affronta i problemi di ordine sociale derivanti dal consumo di energia altamente Entropica: “tutto ruota intorno alla termodinamica, ma in definitiva tutto ruota intorno al concetto di giustizia sociale…è necessario rivedere tutti i processi energetici per creare meno entropia…l’entropia creata negli ultimi 200 anni si manifesta sotto forma di sporcizia, inquinamento, disordine (anche sociale) e soprattutto cambiamento climatico.
Il ricorso a fonti concentrate di energia (petrolio, uranio, carbone e gas naturale) genera un’entropia enorme sul pianeta non solo sul piano fisico, ma anche su quello politico e socio economico.

La terza rivoluzione industriale, si giocherĂ  sulla sostenibilitĂ .
Le leggi dell’economia non potranno avere sempre la supremazia sulla natura, la cultura, le risorse. Alcuni limiti vanno rispettati.
La decrescita renderà felice solo chi se la può permettere, non certo chi  fatica a vivere.
Per evitare che l’Italia si impoverisca ulteriormente, per avere risorse per nuove infrastrutture, per una politica sociale più equa è necessario che il PIL ricominci a crescere.

Il tema non è decrescere, ma cosa e come produrre.
Uno sviluppo che metta in primo piano economia verde, che soppianti produzioni ormai condannate, che elimini inefficienze incentivando il lavoro dei giovani e delle donne, una economia a basso impatto energetico e ambientale, è quanto si può sperare che una classe politica, responsabile e non dedita alla ricerca del massimo profitto per se stessa, cerchi di attuare per il presente se vuole vincere la sfida del futuro.
 


Commenti:
ID30445 - 27/03/2013 08:14:17 - (Leretico) - L'entropia e le strutture dissipative

L'ecologia o meglio i sistemi vitali dissipativi hanno insegnato all'uomo (il quale spesso non vuole coglierne il senso definitivo) che la maggior parte dei sistemi sono aperti e scambiano energia, materia e informazioni tra di loro. E' noto che aumentando l'energia assorbita da un sistema (e quindi la sua entropia) tale energia aumenta il caos interno (il movimento disordinato al suo interno) fino al punto in cui si genera un nuovo ordine più complesso ma in grado di usare meno energia, quindi meno entropia. In pratica il sistema dopo aver assorbito molta energia si riposiziona, attraverso una aumento della sua complessità interna generata per auto-organizzazione e produce una differenza di entropia chiamata neghentropia (un guadagno di energia rispetto al passato).

ID30446 - 27/03/2013 08:18:59 - (Leretico) - continua

Se ciò è vero allora dovremo aspettarci che il nostro sistema umano passi da uno stadio meno complesso ad uno più complesso per sperare di usare meno energia. Questo passaggio può essere governato? Certamente. Cioè: avendo cognizione della complessità e del funzionamento dei sistemi complessi, si possono scegliere le leve su cui agire per portare il sistema verso la direzione desiderata (meno consumo di energia), utilizzando a proprio vantaggio l'auto-organizzazione, evitando che il sistema arrivi sull'orlo del caos e si riposizioni totalmente sa solo in una situazione peggiore della precedente. Ad oggi sembra che gli uomini vogliano lasciare andare il sistema senza governarlo. Esso si posizionerà su un nuovo livello di complessità con meno spreco di energia, ma potrebbe anche significare la fine della civiltà umana per come la conosciamo.

ID30447 - 27/03/2013 08:29:36 - (Dru) - l'irreversibilità

caro Leretico è in questa parola di Clausius, il padre putativo del secondo principio e dell'entropia che devi leggere il dramma, dramma che ètale se poniamo come ontologico un tale principio.Ma ora non sono sereno e non ho ancora letto l'articolo;preconizzo molta argomentazione intorno a questa scintilla accesa da Aldo e cercherò di far intervenire anche Roberto Fiaschi.

ID30474 - 28/03/2013 05:32:17 - (Dru) - e ola legge che si lega alla freccia del tempo

Clausius sapeva che l'energia rimane costante in tutte le trasformazioni che subisce, ma sapeva anche che non tutte le trasformazioni sono uguali: per esempio non si era mai vista una pentola sul fuoco in cui la fiamma diventasse sempre più calda e la pentola più fredda, o un uovo scollarsi dal pavimento e tornare integro sul bordo del tavolo dopo essere caduto. Di per sé questi eventi non costituirebbero una violazione del principio di conservazione dell'energia, ma tra tutte le trasformazioni che il suo principio permetteva, di fatto avvenivano solo certi tipi di trasformazione. E presto emerse un dato spiacevole. Se una persona qualunque avesse dovuto scegliere a quale dei due tipi associare il termine vita e a quale il temine morte, non avrebbe avuto dubbi.

ID30475 - 28/03/2013 05:33:04 - (Dru) -

Le uniche trasformazioni che avvenivano in natura erano del secondo tipo: l'universo stava lentamente morendo. Ci sarebbero voluti miliardi, forse migliaia di miliardi di anni, ma infine l'Universo sarebbe diventato sempre più uniforme e tiepido mano a mano che il calore fluiva dai corpi caldi a quelli freddi, raffreddando i primi e riscaldando i secondi verso un'inesorabile isotermia. Per ciò stesso, i miliardi di macchine che lo popolavano, dalle stelle alle forme di vita, avrebbero cessato di funzionare. Clausius aveva scoperto l'Entropia e che essa era destinata a crescere al punto che ogni azione, anche la più utile e creativa, non faceva altro che avvicinare il momento in cui sarebbe sopravvenuta la morte termica.

ID30476 - 28/03/2013 05:34:26 - (Dru) -

Il principio secondo cui l'entropia aumenta sempre è una delle forme secondo secondo cui è possibile enunciare il secondo principio della termodinamica: un autentico caposaldo della fisica. Un'altro modo per enunciare questo principio è dire che nessuna trasformazione può essere veramente reversibile: questo spiega perchè nessuna macchina può raggiungere il suo rendimento teorico, e perché è impossibile il moto perpetuo. Come si intuisce, il secondo principio della termodinamica ha ricadute decisive in tutti i campi della fisica.Quando l'amata moglie non sopravvisse al parto mettendo al mondo il sesto figlio Clausius, cinquantatreenne, attraversò il momento più duro. La bambina che teneva tra le braccia si sarebbe trasformata in una creatura incantevole, ma lo scienziato quel giorno ebbe l'impressione che l'Entropia avesse riportato sul suo personale universo una vittoria secca e terribile.

ID30479 - 28/03/2013 09:37:47 - (Dru) - non sono in forma ma cerco di essere sintetico

Quello che intende la verità è che un'irreversibilità non è possibile e quindi contraddittoria e così ogni concetto che porti in seno un esaurimento o trasformazione o utilità di sorta, sono tutti concetti scientifici presupposti in quanto determinati e non supposti in quanto tali: che riguardano l'uso che la nostra volontà ne fa degli oggetti o cose.

ID30486 - 28/03/2013 14:46:56 - (Dru) - ecco quando qui sopra dico "verità"

dico dell'essere che è se stesso e non può essere l'altro , del divenire che non è il "divenir altro",ma per non-verità il divenire può essere solo il "divenir altro": come potrebbe infatti il risultato di un divenire essere identico a ciò (quella cosa ) che diviene sarebbe per volontà contraddittorio in quanto quella cosa di cui è il principio del risultato non diverrebbe, in quanto l'identità di due cose che risultato non sono ma una è il risultato dell'altra non può divenire ma può solo essere.E allora il divenire è l'apparire e lo scomparire dell'esser sé dell'essente e non del suo esser l'altro, contraddittorio ciò che invece il subconscio del nichilista pone come verità, essendo lui in terra di non-verità, ciò che è voluto e non ciò che si vorrebbe che fosse.

ID30487 - 28/03/2013 14:48:12 - (Dru) - scusate le virgole

che ho dimenticato di mettere...

ID30493 - 29/03/2013 05:44:01 - (Dru) - E' invece possibile una "irreversibilità"...

...se è tale di per se stessa, come quella "parte", come quel concetto presupposto da scienza, come il contraddicente di "reversibilità", come quel concetto che ha nel contenuto stesso di ciò che dice il suo essere e quindi l'irreversibilità di ogni essere, se non come destino di ogni essere che è irreversibile, e al dunque non come il significato del "tutto" come Clausius erroneamente confondeva nel suo dire e nel suo presagire.

ID30494 - 29/03/2013 05:48:07 - (Dru) - Quindi al dunque a Clausius risponderei

di non preoccuparsi del "tutto" che di per se stesso è tutto e non può "divenire niente", il solo pensiero , quello del "niente" è contraddittorio.

ID30495 - 29/03/2013 06:22:33 - (Dru) - Per l'ecologia una parola legata alla filosofia

ogni logos è episteme (epistasthai su epistemonikon) anche l'eco-logia che è la casa della natura: un tempo pensavamo che fosse quella casa indistruttibile e irreversibile appunto, la verità di natura, oggi il logos deve interessarsi e radunarsi attorno ad un tavolo perché quella casa che un tempo sembrava indistruttibile è stata messa in discussione, ecco il formarsi di partiti dell'ecologia che se Kant o Galileo dovessero rinascere vedrebbero come fumo negli occhi, dato che, senza aver conosciuto nel contempo Wittengstein e Heisemberg come conseguenze e Nietzche e Leopardi come origine di quel fumo, quello li ha definitivamente coperti e fatti tramontare.

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