17 Febbraio 2013, 11.49
Idro Bagolino Anfo Lavenone Valsabbia
Eridio

Serve la firma dei ministri

di dal Giornale di Brescia

In occasione di un convegno tenutosi sabato a margine della fiera di Montichiari, la pianura preoccupata chiede di fare presto con l'avvio delle opere di regolazione del lago

 
Parlare di urgenza rispetto ad un intervento atteso (e finanziato) da anni può suonare quasi canzonatorio per chi da anni si batte per realizzarlo.
Ma il rischio, questo rischio, per le opere di regolazione del Lago d’Idro va corso: l’urgenza va ribadita, perché la frana, per quanto «paleofrana» (cioè antica), continua ad incombere sul presente e sul futuro della Valle del Chiese, rendendo non ulteriormente rimandabile la realizzazione della nuova galleria by-pass e della nuova traversa di sbarramento.
 
Ed anche perché l’imminente fine della legislatura rischia, al contrario, di allungare i tempi della procedura: ragione per cui dalle istituzioni (bresciane e lombarde) arriva un pressante invito affinché i ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali firmino i pareri definitivi di Via (Valutazione di impatto ambientale).
L’occasione per tornare su questi delicati argomenti è stato il convegno «Il bacino del fiume Chiese: piene e rischio idraulico», tenutosi ieri a Montichiari nell’ambito della Fiera dell’agricoltura e promosso dal Consorzio del Chiese di bonifica di secondo grado. Moderati dal vicesindaco di Montichiari, Gianantonio Rosa, e dal sindaco di Calcinato, Marika Legati, sono intervenuti l’ing. Luca Mondinelli (sostituto del responsabile della sicurezza delle opere e dell’esercizio del Lago d’Idro), l’ing. Luigi Mille, dirigente dell’Aipo (l’Agenzia interregionale per il fiume Po), l’ing. Luigi Sinigardi (responsabile dell’ufficio Aipo di Mantova) e Mario Ragnoli, assessore ad Ambiente e Sicurezza del Comune di Asola.
Sono state ripercorse le piene storiche del fiume, che segnalano un rischio alluvione da non sottovalutare ed anzi evidenziano l’assoluta necessità di realizzare nuove opere per la messa in sicurezza del lago.
Perché l’attività di ordinaria manutenzione che l’Aipo attua, di concerto con Comuni, Provincia e Consorzio irriguo, non basta: l’eliminazione di piante sradicate, il taglio di arbusti che ostacolano il regolare flusso, la rimozione di materiale alluvionale, la cura ed il ripristino degli argini sono operazioni utili ed indispensabili, ma insufficienti in caso di piogge particolarmente abbondanti.
Come ha sottolineato il direttore della Protezione civile provinciale, Giovan Maria Tognazzi, le opere di regolazione attualmente utilizzate sono in stato di degradazione molto avanzato.
Ed oltre a ciò, qualora la «paleofrana» facesse precipitare a valle ingenti quantità di materiale, si rischierebbe un effetto-tappo simile a quello in Val Pola nell’87.
 
Gli strumenti per evitare questi scenari catastrofici sono già stati approntati, i fondi per dar corso alle opere (47,5 milioni di euro, più le opere compensative a favore dei Comuni rivieraschi) ci sono, ma - ecco il messaggio proveniente da Montichiari - non bisogna perdere altro tempo, anche perché i lavori dureranno tre anni e mezzo.

La procedura, dopo l’esame di Via al Ministero dell’Ambiente, attende ora la firma dei due ministri Clini e Ornaghi, dopodiché, come ha ricordato l’ex assessore regionale Belotti (memoria «storica» di questo travagliato progetto), la società Infrastrutture Lombarde potrà convocare una conferenza di servizi e quindi dare il via al bando integrato per il progetto esecutivo.
Il più è fatto, il confronto anche acceso con tutti gli interlocutori non mancherà, ma non ci si può fermare: ne va della sicurezza delle 250mila persone che vivono nel bacino sublacuale del Chiese.
 
Alessandro Carini - dal Giornale di Brescia

 


Commenti:
ID28425 - 18/02/2013 18:00:29 - (Lib) - Ma come ????

Ma non erano stati a Roma e li tutti avevano capito ????? Ma orbò ci prendono tutti x il c..o??? Quindi opera verrà fatta e i soldi x anfo e idro dove sono ???? Povero il mio comune....

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