Ho letto da poco un racconto dello scrittore argentino Jorge Luis Borges, uno tra gli intellettuali che piů hanno influito sulla cultura del dopoguerra
Non ho letto il racconto di Borges, ma come lo spieghi e' la perfetta metafora del mondo politico, della sua impermeabilita' e imperturbabilita', del suo cinismo, del vivere di vita propria, dell'inglobare tutto come un buco nero, indifferente all'evolversi dell'economia, della societa' della cultura. Non la Polis ma un corpo estraneo. Un vero monolito come tu lo definisci.
la biblioteca di Babele è il racconto della complessità del mondo che promana matematicamente dalle lettere dell'alfabeto. La sua finale composizione è una massa di libri che contengono il significato disperso del Mondo. La biblioteca è l'insieme sistemico di ciò che l'uomo può dire del mondo e al suo interno è contenuta ben nascosta una traccia di verità. Traccia di verità per chi la sa individuare all'interno delle permutazioni infinite delle 22 lettere dell'alfabeto. La politica coglie solo la superficie di questo sistema, semplifica. La politica all'esterno della biblioteca racconta di averla capita, spacciandosi per la originale portatrice del suo significato. Noi siamo dentro e abbiamo la possibilità approfondendo (complessificando) di avvicinarci alla verità, mentre ci farebbe comodo abbandonarci alle illusioni della politica che da fuori ci offre solo la leggiadra immagine della superficie.
Così io la vedrei come metafora al contrario, sempre terribile, ma con qualche speranza per chi cerca di approfondire e di accettare l'impegno di complessificare il proprio pensiero.
Capisco il senso della parola "Valore" a cui ti riferisci. E capisco anche che ci sia ormai una spiegazione che io ti devo (e che mi solleciti anche in altri articoli) riguardo al mio pensiero su linguaggio, essere e certezza. In questa sede posso accennare al fatto che il racconto di Borges mette in campo lo strumento del linguaggio. Solo ancune parole, nelle infinite permutazioni dell 22 lettere hanno senso. Quali? Possiamo pensare che tali infinite permutazioni corrispondano al continuum infinito dell'essere? Possiamo allora considerare che ciò che ha senso in questo continuum risulta da una scelta fatta con il linguaggio di una parte di questo continuum? Se la risposta è positiva allora dobbiamo anche accettare che non possiamo dire l'essere con il linguaggio. Questo dire sarà sempre non corrispondente. Su questa base cercherò a breve di darti una risposta "fondata", quindi filosofica, sul rapporto tra certezza e Verità.
Caro Leretico, hai reso ancora più "universale" la metafora della biblioteca, accostandola elegantemente alla politica, che ne diventa il vacuo involucro, senza ereditarne il caotico, ma profondo, contenuto.
Molto belle le tue parole scritte qui ora, molto belle.Ma ogni lettera ha un suo significato, lo vuoi negare? non puoi, forse ogni lettera non basta per capirci , ma questo non significa che non abbia un significato, come il significato di ogni parola e il significato di ogni frase e il significato di ogni concetto o discorso compiuto... ecco forse è qui il pensiero debole, pensare che la lettera "m" o la parola "poraal" differisca nel significato da tutto quello che ho scritto sopra, e allora insisto perché tu legga il libro IV di Metafisica di Aristotele o il libro V de La Repubblica di Platone per intuire, prima che capire, da dove si origina il malinteso che foraggia il pensiero debole. E' vero che non possiamo dire l'essere con il linguaggio ma infatti "linguaggio" e "essere" sono due determinazioni differenti.Il "linguaggio è una parte di quella contraddizione che ti accenno nella mia, si fa per dire, "Volontà e Certezza".
La cosa terrificante non è la vacuità e l'incomprensibilità di una tale biblioteca quanto la presunzione di chi vuol far credere di capirne il senso. Tra l'altro un senso unico senza possibilità di altre interpretazioni.Il caos interiore di ognuno di noi è così diverso che nulla e' simile se non la consapevolezza della diversità.Chi sta sopra tende a uniformare un pensiero che ha solo la parvenza di libero.Nessuno ci insegna che una tale biblioteca assume per ognuno un significato diverso. Quando sei accolto vieni già indirizzato, schematizzato, uniformato al pensiero che pochi hanno deciso debba essere quello prevalente. Se fossi davvero libera di vagare nella biblioteca dando agli spazi, ai punti e alle virgole il mio personale significato credo sarebbe il paradiso sulla terra. Anche se nessuno probabilmente capirebbe .
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ID27861 - 04/02/2013 13:03:52 - (Dru) - Il Mondo
Caro Ziggy, qui Borges fa metafisica e ci racconta di come è il mondo delle cose per lui, o questo racconto, senza strutturare un discorso rigoroso ma romanzando, anche in questo modo si può raccontare il mondo delle "cose", in fondo tutti noi abbiamo un racconto di come stanno, ma è un mondo in balia del suo nemico o contrario , sempre prono alle avversità del divenire.Un mondo invece costruito su fondamenta solide, con basi ben impiantate e di "valore" è un mondo che risulterà contraddittorio al divenire e in questo suo altro, stabile sicuro, incontrovertibile, che nessuno e niente può abbattere.