12 Novembre 2012, 07.00
I racconti del lunedì

L'ultima maratona

di Ezio Gamberini

Quando alle 8 e 30 lo starter dà il via alla 9' edizione della Maratona Internazionale del Custoza, il Tapascio Bombatus, con il pettorale n° 1, parte a razzo e si porta in testa...

 
...Mantiene il comando e dal 2° al 10° rintuzza gli attacchi di Massimiliano Bogdanich, Marco Boffo, Hermann Achmuller, Georg Brunner e Francesco Caroni che gli stanno alle calcagna, cercando inutilmente di superarlo.
Prosegue spedito, senza voltarsi indietro, fino al 20°, quando sente il fiato degli avversari che lo tallonano, dando vita ad un’incredibile bagarre, ed allora incrementa l’andatura, al limite delle sue possibilità.
Continua a spingere, una piccola crisi lo coglie al 30°, ma la supera di slancio, e si arriva così al 37°, quando sente che le forze lo stanno abbandonando.
 
E’ il preludio della resa: mantiene la posizione fino al 39°, ma al 40° metro è superato dagli inseguitori.
Vincerà Boffo, in 2 e 33, secondo Bogdanich ad un minuto, terzo Achmuller a quattro; sfiora il podio il Tapascio Bombatus che seguirà a cinque minuti e diecimiladuecento secondi (dopo essere stato superato da altri seicento maratoneti).
                                      
Erano anni che Simone Lamacchi, l’organizzatore di Custoza, cercava di convincermi ad indossare il pettorale n° 1, ma l’accordo non è mai stato raggiunto: troppa la differenza tra domanda ed offerta.
Anche quest’anno la trattativa è stata estenuante: “Trecentomila euro†gli ho chiesto, e Simone: “10 (euro)â€. “Duecentomilaâ€, “12â€, “Cinquantamilaâ€, “18!â€.
Alla fine, ho ceduto alle pretese di quella vecchia “lenza†di Lamacchi, e ci siamo accordati su sei bottiglie di Custoza Doc, un pezzo di grana ed un chilo di pasta all’uovo. Ho fatto il brillante, ed in sovrappiù gli ho offerto di far divertire il “popolo maratonico†del Custoza: cercherò di arrivare quasi ultimo, così tutti i maratoneti dell’odierna edizione potranno raccontare ai loro nipoti di aver superato il n° 1!
E quando mai gli ricapiterà? “Però non  posso arrivare dopo le cinque ore e mezza, ho una mia dignità!†dico a Simone, il quale capisce ed annuisce.

Finalmente da “tap†a “top runnerâ€. Ma prima di narrare le gesta della gara odierna è necessario che racconti quello che è successo nei giorni scorsi…

“Dai, che diventerai ricco e famoso!â€, mi dice Grazia. Io credo che a causa del solito refuso tipografico mi ritroverò invece “Racchio e fumoso!â€.

E’ davvero un’avventura straordinaria scrivere e progettare un libro, e poi vederselo pubblicato (“Tapascio Bombatus e altre storieâ€, edito da Liberedizioni di Brescia, con la prefazione di Fabio Marri).
Alla fine ho ascoltato le sollecitazioni del placido fiume, che scorre lì da migliaia di secoli, il quale nei dodicimila chilometri che ho macinato fino ad ora, quasi tutti sui sentieri che lo costeggiano, mi ha permesso di “conoscere†storie e personaggi strani, bizzarri, commoventi.
Ma sia chiaro, io non ho inventato niente: sono loro ad essersi infilati nella mia penna; a questo punto è stato sufficiente intingere il pennello del cuore nell’inchiostro dell’anima, e tutto è venuto da sé.
Che dire poi della presentazione del volume nel salone della magnifica biblioteca del mio paese (duemila metri quadrati, quarantamila volumi, soppalchi parquet, postazioni multimediali, ricavati in un ex capannone delle acciaierie Falck)? “Seguirà rinfresco†c’era scritto sul volantino, nel senso che, terminata la presentazione del libro, i condizionatori saranno regolati sui 15 gradi ed il bibliotecario, con un idrante, provvederà a rinfrescare il pubblico presente. Speriamo che sia una bella serata….

Quante attestazioni di stima ho ricevuto. Da amici, colleghi, conoscenti… Una, che riguarda la fattura del volume,  mi ha colpito in particolar modo: “Ma l’è toet pie, en vignia föra dù de liber!†(ma è tutto pieno, ne uscivano due di libri!).

L’ho messo nella mia libreria, in buona compagnia, infilato tra il “Don Camillo†di Guareschi ed “Il deserto dei Tartari†di Buzzati, con Grazia a canzonarmi: “Modestino, eh?â€.
Allora io mi vendico, sapendo che alla mamy dà enorme fastidio sentire le gocce d’acqua sugli occhiali. Sta sciacquando i piatti, io mi avvicino al lavello, faccio finta di lavarmi le mani e, stringendo il pugno e riaprendo le mani velocemente le faccio saltare alcune gocce sulle lenti.... Non so che farci, non resisto.
Se per caso si china per mettere qualcosa in forno, io apro la mano, palmo verso l’alto, richiudo pollice e mignolo, e con le tre dita le do un colpetto di striscio sul sedere, facendole fare un salto di un metro. Ma, giuro, non lo faccio apposta, vuole essere soltanto una dimostrazione d’affetto (almeno spero che la beva…). E’ un po’ come il camionista raccontato da Guareschi, in una sua mirabile invenzione, il quale, transitando su una strada già stretta, deve fare una manovra rischiosissima per passare con le ruote del suo autocarro in una pozzanghera per poter schizzare di fango don Camillo, che procede in bicicletta proprio in quel momento: “Che porco mestiere, questo del camionista!†borbotta tra sé il conducente, lungi dal pensare che tirando dritto non sarebbe successo nulla…

Quest’anno a Custoza ci sono stato addirittura il sabato pomeriggio che ha preceduto la gara: “Vieni!†mi ha proposto Simone (forse pensava già allo “scherzetto†del n. 1), così eccomi qua, insieme a Grazia, a ritirare il prezioso pettorale….
   
La domenica della maratona, prestissimo, parcheggiamo all’interno del parco di Villa Venier, e comincio a “bighellonareâ€. Finalmente alle otto e mezza si parte. Per fortuna non fa caldo come l’anno scorso, (il sole farà capolino soltanto dopo mezzogiorno), anzi, un venticello gradevole accompagnerà i maratoneti fino al traguardo, limitando la presenza di garretti stanchi e polmoni spompati, che caratterizzò la passata edizione; ma per me non cambierà molto…… Beh, che pretendete da uno che, non più tardi di un mese fa, durante il suo lungo sul greto del fiume, mentre si sta svolgendo un’affollatissima gara di pesca, si sente chiamare da un suo conoscente che gli urla dietro: “Oh, e mangià de meno?†riferendosi alla mia silouette non proprio adamitica…

Ho già detto che sono stato al comando fino al 39° (metro, vabbè, ma non occorre sottilizzare troppo...). Tutto bene fino al 21° chilometro, oltrepassato in 2 ore e dieci, quando, come accaduto in tutte le maratone corse da entrambi, il “vescovo†Fusari, con caratteristici pantaloncini lunghi, flanella e basco, mi supera (sempre ed immancabilmente tra il 21° ed il 25°). Gli mando un “moccoloâ€, e dopo un chilometro mi succede una cosa stranissima: pur ordinando alle gambe di correre, queste non obbediscono. Sarà così fino alla fine. Che stia diventando un “mezzo-maratoneta?†non lo so. Mi diverto comunque moltissimo, ed il pettorale n° 1 affidatomi da Simone Lamacchi mi attira simpatie a non finire. Non vorrei più toglierlo; anzi, credo che domattina lo indosserò anche in ufficio!

A proposito di ufficio, il collega Maurino porta in azienda la sua piccola simpaticissima frugoletta di quattro anni. Qualcuno le chiede: “Vai all’asilo? Sei nei piccoli, mezzani o grandi?â€. “Mezzani†risponde. “Io alla tua età ero nei ‘grossi’†le dico. Qualche tempo fa, durante una cena tra colleghi con famiglia al seguito, l’avevo proprio di fronte e la facevo morir dal ridere. Dopo un po’, quatta quatta, ha fatto il giro del tavolo, mi si è seduta in braccio e mi ha detto: “Dai, giochiamo!â€, mentre sua mamma strabuzzava gli occhi dicendole: “Ma cosa fai?â€. Maurino l’ha rassicurata: “Tranquilla, è più matto di me!â€.

Com’è lungo il Lungo Mincio. Bisogna distrarsi, pensare a qualcosa... su parliamo di politica.

Il mese scorso, nell’ambito di un summit mondiale in Romania, il presidente americano ha chiesto che Georgia e Ucraina entrino a far parte della Nato. Chissà, poi esigerà che vi partecipino anche Russia, Cina, India, Australia, Nuova Zelanda e, ma sì, pure il Giappone. E quando ad esserne escluse saranno soltanto le Isole Tonga o Andorra, oltre alla Svizzera, potremo gonfiare il petto e dir loro, mostrando i muscoli: “E adesso vi facciamo un mazzo così!â€.

All’arrivo è la solita festa, con Fabio Rossi “speaker†e papà Antonio fotografo che fanno onore ad ogni classificato. Bacio il terreno, come sempre, e saluto Grazia che mi aspetta da un bel po’. L’amico Sergio Albertini, compaesano, festeggia felice il suo 3 e 46, un tempo davvero ottimo.

Oggi gusto con particolare gradimento sia la pasta sia le scaloppine (nel senso che non ho la solita nausea che mi accompagna ad ogni fine maratona), oltre ad un paio di bicchieri di Custoza squisito.
Ripartiamo verso casa, ci fermiamo dalla nonna per un caffè e poi, finalmente, mi faccio un bagno ristoratore. I polpacci mi dolgono in modo insopportabile ed ho la faccia bordò, a causa del sole che ha picchiato un paio d’ore.
Spero di dormire, stanotte, e di svegliarmi riposato. Non come l’altro ieri, venerdì mattina, quando è successo di tutto: non appena suonata la sveglia, alle 6 e 15, Grazia mi ha detto: “Abbassa la sveglia, abbassa la sveglia!â€. “Come abbassa la sveglia – ho ribattuto – e poi come faccio a sentirla, se l’abbasso?â€. “E poi – ho proseguito assonnato– stavo facendo un sogno...â€. “E cosa sognavi, una bionda?â€. “No – le ho risposto – una mora. Era ai piedi del letto, mezza nuda, ma io le ho detto: ‘Io sono sposato, e non tradirò mai mia moglie...’â€. “Sono proprio scemo... - le ho detto – almeno in sogno, qualche divagazione...â€. “Ohhh, e me lo dici anche? Comunque non mi interessa cosa combini in sogno, ma quello che fai nella realtà!â€. “Ma porca miseria! – ho sbraitato -  E dirmelo prima? Uno si regola, no? E quando mi capita un’altra occasione simile?â€. E sono dovuto “svicolare†dalle lenzuola, prima di ricevere una cuscinata.

Povera Grazia, come fa a sopportarmi continuamente? Ma io cerco di alleviarle il dispiacere e la rassicuro: “Tranquilla, fra una cinquantina d’anni ti mollo!â€. E arrivederci alla prossima.

Tratto dal volume: “Tapascio Bombatus e altre storie†– Ed. Liberedizioni –
Il racconto è del 2008
 
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P.S.: Non ci sarà una prossima, cari amici. Quella corsa nel maggio 2008 a Custoza, con il pettorale numero uno, è stata la mia diciannovesima ed ultima maratona. Tre mesi dopo mi è successo quello che mi ha cambiato la vita, e che potrete leggere dalla prossima settimana.
 
Ezio Gamberini


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