27 Settembre 2012, 11.00
Punti di vista

Ha ragione della Valle

di Aldo Vaglia

Nel 1973 il centro di ricerche Fiat, coordinato dall'ingegnere Mario Palazzetti, realizzň il progetto denominato TOTEM (Total Energy Module)...

 

E' stato il primo microcogeneratore prodotto in Italia, che oltre alla funzione delle normali caldaie per riscaldare la casa aveva quella molto piĂą interessante di far girare un alternatore per produrre corrente.
La filosofia del progetto si basava su questo principio: “dovunque si accenda un fuoco, una società tecnologicamente evoluta non può limitarsi ad utilizzare il calore, perché prima se ne può sfruttare la capacità di sviluppare una potenza motrice e dopo quando la sua temperatura si è abbassata e non è più in grado di svolgere un lavoro si può utilizzare per usi termici il calore residuo”.
 
Il motore della 127 alimentato a gas naturale o a biogas era in grado di sviluppare 15KW di corrente e 33.500 chilocalorie con un raddoppio dell’efficienza rispetto ad una normale caldaia e un dimezzamento delle emissioni di CO2.
Naturalmente non se ne fece nulla, la politica, alla quale la FIAT non è mai stata neutrale, si oppose alla diffusione capillare di produzione di energia elettrica.
 
Il caso del TOTEM è emblematico per capire che l’industria FIAT, non potrà salvarsi con i Valletta i Romiti e i Marchionne, ma potrà farlo solo con i Giacosa, i Palazzetti, i Ghidella.
Per mantenere la pur allargata famiglia degli Agnelli, tra calcio, sci e barche a vela (le cose che secondo della Valle sanno fare meglio), non è necessario svendere tecnologia accumulata in anni di ricerca, quasi completamente pagata dallo stato, delocalizzare nei paesi dell’ex cortina di ferro e vendere i vecchi modelli di automobili al Brasile. 
La corta visione e il concentrarsi sulla finanza e non sul prodotto non creerà né occupazione né 
innovazione. La fasulla “fabbrica Italia” può essere un’idea brillante per i Renzi, i Bonanni i sindaci e gli ex sindaci di Torino, ma per gli operai è una grande fregatura. 
 
Il maglioncino alla Steve Jobs non è sufficiente per sviluppare idee industriali. 
Quando in controtendenza con tutte le case automobilistiche concorrenti si afferma che in periodi di crisi non si deve rinnovare il prodotto e si perde il doppio degli altri lasciando sul tappeto quote di mercato difficili da recuperare, non si fanno gli interessi di chi lavora e della nazione che ha consentito alla fabbrica di affermarsi nel mondo e crescere. 
 
Uno dei principali motivi della crisi mondiale è, secondo Sylos Labini, proprio la libera circolazione dei capitali. 
Quando il compromesso di Bretton Woods dava libertà di circolazione solo alle merci vietando quello dei capitali la crescita era la più alta mai raggiunta. 
Il completo rovesciamento dei rapporti di forza tra lavoro e capitale, tra capitalismo e democrazia, ha favorito le imprese private nei confronti degli Stati e quei paesi emergenti quali Cina India e Brasile che a quelle pratiche hanno continuato a richiamarsi.
 
In Germania sono in costruzione 100.000 minicentrali con le stesse tecnologie del Totem, con un motore funzionante a biogas di derivazione Golf e un’efficienza del 94% rispetto al 38% delle centrali normali. 
Non è da escludere che ci troveremo presto ad importare tecnologie dall’estero già inventate in Italia. Lo stesso ingegner Palazzetti inventò negli anni 60 l’antiskid un dispositivo che oggi si chiama ABS e che è commercializzato assieme al common rail  sempre d’invenzione italiana dalla Bosh. 
Cinismo, cecità, pigrizia o solo accordi economici con le maggiori multinazionali energetiche sono le cause del costo energetico più alto d’Europa?
 


Commenti:
ID23289 - 27/09/2012 13:26:40 - (Giacomino) - Ha dato parecchio fastidio Della Valle

a qualcuno con le sue dichiarazioni, ma ci vuole poco a capire che ha ragione, su tutti i fronti. .

ID23473 - 03/10/2012 16:32:10 - (Alessandro vaglia) - Caro Aldo

Per ora ha parlato Della Valle , che abbia ragione su tutto il fronte è da vedere , a meno che Della Valle confonda FIat con Italia ,anzi , a meno che sostituisca di principio i due termini e ne faccia un gran minestrone. Che Fiat abbia avuto problemi di concorrenza lungo tutto l'arco della sua veneranda storia è risaputo .Che lo Stato in forte crescita e Boom , quando ha potuto, ha aiutato Fiat , anche questo è vero.Che FIat abbia aiutato lo Stato quasi sempre , questo è facile da dimenticarsi.Ora FIat non è l'Italia e Marchionne non è la Camusso , vedremo se per FIat le manovre di Marchionne sono salutari o invece no. Tutto questo con l'Italia e la politica nostrana non c'entra nulla.Lo Stato poteva ,negli anni in cui ha aiutato Fiat , cercare di entrare nel suo consiglio di amministrazione, non lo ha fatto ! che decide per Fiat è Marchionne. Punto.A capo.

ID23527 - 05/10/2012 09:09:52 - (Aldo Vaglia) -

Dru hai colto nel segno. A me non interessano le dispute di della Valle con la famiglia Agnelli, Marchionne e Romiti, che forse sono le vendette per qualche tranello o ostacolo che l'imprenditore trova sulla sua strada quando, anche lui, fa il mestiere che denuncia negli altri nella scalata al Corriere della sera. Che la fiat fallisca, che la comperi la volkswagen o la ford non interessa piu' di tanto, come non interessa molto agli operai che la fabbrica italiana automobili Torino acquisti la crysler. Il dramma nascosto agli italiani da governi incapaci di una politica industriale di uno stato moderno e': con la fiat in fallimento si producevano in Italia un millione cinquecentomila automobili, con quella risanata quattrocentomila. Il peso dei due terzi delle famiglie a spasso grava sull'Italia e non sulla Fiat e qui, forse senza saperlo. della Valle ha ragione. Marchionne, la Camusso, la Fiat, non sono, come tu dici, l'Italia, ma i lavoratori a casa fanno un'Italia indegna e

ID23528 - 05/10/2012 09:12:33 - (Aldo Vaglia) -

di questo un governo si deve far carico.

ID23634 - 09/10/2012 20:13:20 - (Capitan Harlock) - .........azz....

si da ragione ad uno come Della Valle.....siamo a posto !!!

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