23 Settembre 2012, 07.45
Lavenone Valsabbia
Storia

Giusti tra le nazioni

di Leretico

Sono quasi diciottomila, sparsi in tutto il mondo. In Italia ne sono stati individuati 281. Due sono a Lavenone.

 
"Il 7 agosto del 2000, Yad Vashem ha riconosciuto Antonio Mani e Bartolomea Mani (nata Bertoli) come Giusti tra le Nazioni. Dossier 964."
La massima istituzione israeliana per il ricordo dell'Olocausto, attraverso la Commissione dei Giusti, insignì ormai 12 anni fa i coniugi Mani di Lavenone dell'onorificenza più significativa per aver salvato la vita di una bambina ebrea, Lia Levi, nata nel 1936, tenendola nascosta in casa e crescendola come una figlia fino al ritorno dei genitori dopo la fine della guerra nel '45.
 
Non conoscevo questa storia valsabbina e vorrei qui sottolineare il grande valore di questo piccolo ma grande esempio accaduto nella nostra valle nel periodo più buio della nostra storia.
E forse ancor più suona come meraviglioso segno di generosità e di dignità quanto più pensiamo al pericolo, in quei tempi, di esporsi in quel modo, seppur per amore.
 
Non ho approfondito ancora gli eventi che hanno visto Bartolomea e Antonio fare questa scelta di proteggere una vita innocente dalla barbarie dello sterminio, ma sono certo che il propendere per la vita contro la morte, senza badare alla propria incolumità, è una scelta morale che nasce dal profondo, nasce dal vivere alcuni valori con semplicità ma anche con piena convinzione.
 
Molto spesso, quando autori di questi gesti così significativi vengono interrogati sulle motivazioni che li hanno spinti a prendere decisioni del genere, rispondono stupiti, dichiarando la facilità, la naturalezza, la semplicità di scelte che per altri sarebbero dilemmi dolorosi.
È su questo punto che dovremmo soffermarci più a lungo per dare ancora più valore a questa vicenda.
 
Negli anni in cui la piccola Lia giocava nei prati di Lavenone, sulle montagne circostanti, a poca distanza, si consumava la guerra dei partigiani contro tedeschi e repubblichini.
Su quella ribellione si è fondata la parte più profonda del sentimento nazionale, quello che in tutte le occasioni pubbliche viene giustamente ricordato e sottolineato come generatore di virtù e fondamento della nuova patria.
 
Aggiungerei a tutto questo, e a maggiore fondamento, l'esempio dei coniugi Mani, che nell'orrore di quegli anni seppero salvare una vita per salvare l'umanità.
E insieme a Livia hanno salvato anche noi, quando hanno instillato con questo esempio il senso di umiltà, di tranquillità, di bellezza che solo "i giusti" sanno avere nei momenti cruciali, quelli in cui bisogna provare di essere veramente uomini.
 
Nel leggere questa storia mi è sovvenuta una poesia che Jorge Luis Borges scrisse nel 1981intitolata "I Giusti"

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.


dal libro "La cifra" di Jorge Luis Borges

Leretico
 
 
- Foto scattate a febbraio del 2001 in occasione della visita di Lia Levi ai bambini delle scuole elementari di Lavenone.
 


Commenti:
ID23151 - 23/09/2012 20:06:14 - (Dru) - Quanto mi colpisce la poesia di Borges

Mi ci riconosco fortemente ma per questo non credo assolutamente di essere un giusto tra ingiusti , poiché io credo che avró ragione , proprio per questi motivi , e quindi non sottoscrivo uno dei postulati : chi preferisce che abbiano ragione gli altri. Saró un ingenuo , ma il mondo degli uomini é il mondo dei giusti per me , e tutti siamo giusti se il mondo circostante non ci opprime e uccide il lato giusto della nostra anima. Si possiamo vivere da ingiusti , ma questo non é vivere .

ID23182 - 25/09/2012 07:56:05 - (simi) - un' emozione

provo sempre una grande emozione quando rileggo la storia dei miei bisnonni e quando qualcuno la ricorda o la scopre per la prima volta. Purtroppo quando arrivato il riconoscimento la mia bisnonna era morta da poco tempo, perci l'attestato lo hanno ritirato mia nonna ed i miei zii. Il loro coraggio un grande esempio di umanit e di amore e spero che questa storia possa far capire alle nuove generazioni cosa vuol dire aiutare il prossimo.

ID23196 - 25/09/2012 11:45:26 - (amilcare59) - per simi

e anche cosa significano leggi razziali, fascismo, nazismo e campi di sterminio. Ero presente il giorno del conferimento dell'onoreficenza da parte del vice ambasciatore di Israele. E' stata una giornata commovente e ora lo ancora di piu' ricordando anche la figlia di Bartolomea ed Antonio, che ricevette il riconoscimento, anche lei scomparsa prematuramente.

ID23198 - 25/09/2012 12:28:22 - (simi) - Grazie

Grazie per le tue gentili parole.

ID23201 - 25/09/2012 13:25:00 - (guidoassoni) -

Un complimento all'estensore dell'articolo che ha ricordato uno dei tanti esempi di umanita' e di coraggio di coloro che hanno salvato vite umane in un momento di smarrimento della coscienza collettiva. Non bisogna dare un colpo di spugna agli errori ed agli orrori del passato ma cio' deve servire come monito alle nuove generazioni affinche' non abbiano a ripetersi sciagure quali le teorie razziali fasciste e naziste. Brava anche la pronipote ad esprimere tale messaggio.

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