08 Settembre 2012, 05.00
Frane

Chiusa la strada per Lo

di Ubaldo Vallini

Grandi massi di alcuni metri cubi si sono staccati dalla montagna a Bione. Alcuni sono rotolati a valle fino a sfiorare una casa, dopo aver rotto una strada che porta in montagna.

 
«Ma ci pensi? Di qui domenica sono passate almeno duecento automobili e un sacco di gente a piedi, centoottanta solo quelli che hanno deciso di provare il brivido del giro in elicottero a pagamento».
Alessandro, "Cima" per gli amici, guarda sconsolato il masso di tre metri cubi che ha sfondato il cemento della strada prima di sfiorate la casa del "Seti" e quello gemello che si è fermato in bilico appena sopra.
 
Ci indica la traiettoria dei macigni.
Laddove hanno spianato il bosco se ne intravedono altri bloccati dai tronchi: «Se questi pietroni fossero caduti in quel momento sarebbe stata una strage, altro che festeggiamenti» aggiunge.
Nelle sue parole tutta l'apprensione di chi ha scelto di dedicare il proprio tempo libero alla cura del territorio e della sicurezza delle persone, visto che fa parte della locale squadra di Protezione civile.
 
Ed erano proprio loro, età media abbondantemente sotto i trenta, domenica scorsa, a festeggiare insieme a mezzo paese: con il tennis, la musica, l'elicottero e tutto il resto, dopo aver scelto come "lochescion" il rifugio antincendio ben sistemato dagli Alpini che si apre sulla grande Piana di Lo.
Insomma, c'è mancato davvero poco perché dal clima giocoso si passasse alla tragedia, con i ragazzi in tuta fosforescente ad occuparsi di feriti invece che di spiedo e salamine.
 
Poche ore dopo infatti, e per fortuna era notte fonda, la "Corna" che sovrasta l'ultimo mezzo chilometro di salita cementata, nota come "il Val", ha preso a vomitare giganteschi pietroni.
Di solito questi eventi accadono in primavera, ma un prolungato periodo di siccità e poi la pioggia equivalgono all'azione di gelo e disgelo, affermano i tecnici.
 
«Si sono staccati tutti in un punto ben preciso, proprio sopra la vecchia strada comunale conosciuta col nome di "Vià dè lè vachè", che scorre parallela a quella cementata che utilizziamo attualmente per raggiungere la località Lo» ci dice il sindaco Gianni Marchi, che ha subito emesso ordinanza di divieto di transito e si è dato da fare per risolvere velocemente il problema.
 
Doveroso.
Anche perché con la stagione venatoria alle porte da queste parti c'è poco da scherzare, quella strada viene utilizzata dai cacciatori più della Provinciale che arriva in paese e qualcuno lassù ci va pure ad abitare.
«Abbiamo chiesto che se ne occupasse celermente lo Ster, che dopo un sopralluogo tecnico ci ha già accordato 75mila euro per un intervento in somma urgenza. Ci sono dei massi ancora in bilico da demolire, un disgaggio approfondito da fare, la posa di 40 metri di rete elastica protettiva...».
 
I tempi?
«Per mettere in sicurezza bene la parete ci vorrà un po' e speriamo anche che il meteo ci dia una mano - ha ammesso il sindaco -. Credo che già dalle prossime ore sarà possibile aprire ogni tanto al transito dei veicoli, chiudendo mentre gli operai sono al lavoro, perché è troppo pericoloso passarci sotto».
 
Intanto c'è l'ordinanza ma non le transenne.
Mica si può piantonare giorno e notte una strada di montagna, chi passa lo fa a suo rischio e pericolo.

 


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