16 Luglio 2012, 07.54
I racconti del lunedì

Cross nei vigneti

di Ezio Gamberini

«Bip...bip...bip... "Dimenticanza moglie.....Dimenticanza moglie" compare sul display. "No Uly, oggi no, oggi non viene Grazia. Oggi andiamo a correre"...»

 
Ormai ci parlo con la mia macchina...... Se dimentico le chiavi inserite: bip...bip..bip... “Dimenticanza chiavi nel cruscotto”, se tento di scendere dalla macchina dimenticando di spegnerle: bip...bip...bip... “Dimenticanza luci accese”, se la temperatura scende sotto i 3 gradi: “Rischio di fondo ghiacciato”, quando sono a secco: “Scarso livello di benzina, aggiungere carburante”, senza cinture mi ammonisce: bip...bip...bip... “Cinture di sicurezza non allacciate”.

Una sera in cui gli amici mi invitarono a bere una birra (“prima però dobbiamo passare in quel tal posto, una sciocchezza da sbrigare” con il risultato di ritrovarmi improvvisamente socio fondatore di non so cosa e componente del consiglio direttivo di non so che), tornai a casa verso le tre e parcheggiai davanti a casa; Uly cominciò a “bippare”: bip...bip...bip... “Rischio..... di moglie incavolata”.

Oggi si va a correre, dicevo, nel paese dove sono nato, sede della società alla quale mi sono iscritto quest’anno, l’Atletica Gavardo 90 che conta tra i suoi associati un maratoneta tra i più grandi in assoluto nella storia dell’atletica italiana: Osvaldo Faustini, campione italiano in due edizioni, più volte azzurro e capitano ai mondiali vinti a Seul, grande campione sportivo, ma soprattutto grande uomo e campione nella vita, cordialissimo e sempre disponibile, esempio per tutti, giovani e vecchi.

Si correrà il “1° Cross nei vigneti” di 6,5 km, valido per il titolo regionale lombardo individuale Fidal Master di cross. Non sono molto pratico di queste gare, ma mi hanno assicurato che qui filano tutti come il vento.
Tra spuntoni di granoturco o nel fango insidioso questi vanno ai tre al chilometro: come fanno? Quattro giri da ripetere: beh, mi doppieranno almeno due volte.

Con al petto la maglietta old-blu di ordinanza parto come un razzo; quando riapro gli occhi dopo uno sforzo impressionante gli altri sono giĂ  davanti cinquecento metri...... Cominciamo bene.
Dopo qualche minuto inizio a guardarmi alle spalle..... fra un po’ si accingeranno a doppiarmi.

Il sospetto sulla mia inadeguatezza alla prova si era insinuato non appena venuto a conoscenza che non si trattava di una gara unica, ma di prove ripetute per ogni categoria.
Alle nove e trenta le femmine, poi a seguire i MM 35 (con la vittoria che arride ad un portacolori dell’Atletica Gavardo 90, Piero Bogazzi, già campione italiano master sui 3000 siepi), poi gli MM40 + MM45 ed infine gli over 50.
Mi son posto il problema sull’intralcio che potevo causare: a che ora sarebbe iniziata la batteria successiva al mio arrivo? Verso le due di pomeriggio?

Non pensavo che il cross fosse così massacrante. Non riesco a stare in piedi, corro insieme al podista che mi precederà all’arrivo di una ventina di metri, aspettandomi poi per stringermi la mano.
Arrivo centotrentesimo, che non è in senso assoluto un pessimo piazzamento se non ci fosse il particolare di centotrenta partecipanti. Insomma, ho fatto il vuoto dietro di me, nel senso che dopo di me più nessuno taglierà il traguardo. Ultimo! Mai come oggi, però, ho ricevuto incitamenti e complimenti. Arrivo sfinito.
Tra le cose più belle l’ottima bottiglia di rosso del Garda che rappresenta il pacco gara; non vedo l’ora di tirarle il collo per accompagnare i bolliti superlativi che Grazia ha preparato per oggi a pranzo e che sto già pregustando.

Per dare la misura di quanto corrono questi amatori (tutti Casanova e Don Giovanni, altro che Pierini) rammento solo che quando io arrivo al traguardo il vincitore ha giĂ :
1) Festeggiato la vittoria
2) Fatto la doccia
3) Presenziato alle premiazioni ridendo e scherzando a lungo con il pubblico
4) Rilasciato un paio di interviste ai quotidiani locali
5) Pranzato (antipasto – primo – secondo – contorno – frutta - dolce – caffè)
6) Secondo caffè
7) Digestivo
8) Bicchierino della “staffa” (dopo lunghe insistenze degli organizzatori).

E quasi a girare il coltello nella ferita del Tapascio Bombatus, arriva la terribile conferma dalla maledetta, quando arrivo a casa e mi accingo a scendere dalla macchina: Bip...bip...bip... “Scarso.......”, “Ma no! – urlo tentando di zittire l’infernale quattroruote – ho fatto il pieno ieri”..... “.....scarso livello conseguito nel cross odierno, aggiungere allenamento...”.

“Uly, per punizione stattene in garage un paio di giorni.
E vaffanbagno te e tutti gli Agnelli”.


Tratto dal volume: “Tapascio Bombatus e altre storie” – Ed. Liberedizioni

Il racconto è del 2004
Ezio Gamberini


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