L'agricoltura può essere la carta vincente

Non c’è solo lo spopolamento a tenere banco nei paesi più periferici e montani della provincia. A volte, infatti, qualche coraggioso ribalta la tendenza, dimostrando che vivere e lavorare in periferia è possibile. E anche vantaggioso.

Un esempio di questo genere arriva da Avenone, ed è fornito da due ex impiegati che hanno abbandonato il lavoro d’ufficio per dedicarsi alla coltivazione e alla raccolta dei frutti di bosco a 1000 metri di quota.

Parliamo di Gianfranco Flocchini e di Anna Bacchetti, i quali vivevano insieme a Vestone conducendo una tranquilla vita da impiegati. «Il nostro desiderio di tornare in località Dase - spiega Flocchini, originario di Avenone - era troppo forte. Ci attraeva la cascina di papà, circondata da 25 mila metri di terreno recintato».

E nel 2002, dal desiderio si è passato ai fatti: «Prima mi sono licenziato io, e insieme abbiamo iniziato questa attività agricola alternativa all’allevamento del bestiame. Siamo partiti con le piantagioni di lamponi e di ribes rosso, bianco e nero, poi abbiamo aggiunto il mirtillo, la fragola, la castagna selvatica e il sambuco, per farne confetture biologiche».

I due neo agricoltori, che fanno parte della «Comunità produttori terra tra i 2 laghi Garda-Valsabbia», e che producono anche miele di montagna gestendo numerosi alveari (dal millefiori primaverile e autunnale a quello di castagno), hanno in pratica dato vita all’azienda agricola biologica certificata «Biodase». E ora vivono nella loro casa di Vestone solamente nel periodo invernale.

«Per il resto, ora che anche mia moglie ha abbandonato il lavoro d’ufficio per aiutarmi a tempo pieno, viviamo qui a Dase, nella nostra cascina ristrutturata».

Il grosso del lavoro va da maggio, quando inizia la raccolta della frutta a maturazione, a settembre: «Dopo la raccolta si passa al laboratorio, dove avviene subito la lavorazione utilizzando solo zucchero di canna biologico e aggiungendo miele, sempre biologico. D’inverno poi ci occupiamo della commercializzazione, partecipando a fiere e mercatini».

Sono il Garda e la stessa Valsabbia ad assorbire buona parte del prodotto: «Oltre alle confetture, ora vogliamo dedicarci al fresco (per adesso solo il 10% del totale), che è sempre più richiesto. Le nostre ricchezze a Dase? Un terreno dall’ottimo ph che consente di raccogliere una ventina di quintali di frutta in una stagione e, soprattutto, una grande passione».

Massimo Pasinetti
Da bresciaoggi

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