26 Marzo 2012, 15.00
Pensieri&Parole

Dell'interpretazione

di Itu

I veri musicisti li riconosci, anche in you tube riescono a passare i brividi della conoscenza dello spartito.

 
Mi capita di viaggiare suyou tube per musica, in questi giorni di quella tonica e forte della stagione che rivoluziona i sentimenti con lo scherzo dei venti marzolini.
Ma perché se bazzico insaziabile tra video che purtroppo non certo possono rispondere a fedeltà di acustica e immagine comunque ti accorgi quando l’emozione ti prende e ti fermi capendo di essere di fronte all’imponderabile?
Cerco con sicurezza il concerto di Dvorak per cello e orchestra con Rostropovich, il grande Mitislav dissidente che come un giocattolo accoglie tra le sue braccia il suo strumento e asseconda tutta la capricciosità tecnica in uno dei più complicati concerti estenuando il fiato.
Solo lui riusciva a tenere lungo l’arco e riempirlo di attesa e trepidazione, solo lui sapeva dove scavare in potenza e annullarsi in un soffio di un pianissimo nel rispetto totale della partitura, permettendosi solo di spingere il colore e la sua conoscenza profonda dell’orchestra che con lui si perdeva nella perfezione.
Provo ancora a cercare un raffronto capibile e rimango spiazzata, ancora non mi raccapezzo dell’intelligenza interpretativa che riesce a sparare direttamente al cuore.
 
Lo vedo ancora che sguscia fuori dalla custodia il violoncello in una notte fredda berlinese, mentre l’eccitazione è a sbriciolare il muro intorno si fa silenzio, si compone dal nulla della distruzione una suite di Bach, sfida la calca e obbliga ad inchinarsi nel primo cenno di vita dopo la rabbia e il dolore della storia.
Questa si chiama interpretazione, la tenerezza che scende e si sobbarca il peso dell’umanità.



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