Il sostegno comunitario là dove serve

“Siamo soddisfatti perché ci siamo resi conto di aver colto nel segno”. Parto lungo ma proficuo, insomma, per l’operazione “sostegno alle piccole realtà commerciali” lanciata dalla Comunità montana di Valle Sabbia giusto nove mesi fa.

“Non è stato facile, perchè questa era la prima volta che la Comunità montana investiva tanti soldi nel settore della attività produttive, ed è la prima volta che riusciamo a fare un bando che prevede l’erogazione di contributi” ci dice l’assessore di riferimento Ivan Felter.
“Non era poi tanto scontato, dunque, che ci saremmo riusciti - ha aggiunto -. Il rischio maggiore era quello di finire col favorire i commercianti più furbi, o che meglio di altri sanno gestire incartamenti e burocrazia, a scapito magari di quelli più bisognosi. Ne abbiamo spesi di pomeriggi col Direttivo a formulare il bando in modo di riuscire ad aiutare effettivamente quelli rischiano di non farcela. Oggi, guardando gli elenchi delle domande che sono state ammesse a contributo, possiamo dire di essere riusciti a fare le cose per bene”.

Affermazioni che trovano riscontro nella condivisione generale riscontrata in seno alla conferenza dei sindaci e quando il progetto è stato presentato all’Assemblea comunitaria. I destinatari di tanto impegno, sono i gestori di quelle attività commerciali che sono a rischio di chiusura, soprattutto perchè non sono in grado di reggere il confronto con i grandi centri di distribuzione: “Si ostinano a mantenere viva la loro attività che spesso assume funzioni sociali e che in tutti i casi ha il merito di frenare l’abbandono sistematico ed inesorabile della montagna – dice Felter -. La desertificazione di piccoli centri inizia con la chiusura di questi negozi, per questo abbiamo deciso che meritano tutto il sostegno che siamo in grado di dare”.

La Legge regionale 13 prevedeva, in sostanza, che l’Amministrazione del Pirellone avrebbe raddoppiato quanto le Comunità montane erano in grado di mettere sul piatto. Quella valsabbina ci ha creduto ed ha deciso di investire 113 mila euro, Milano ne ha impegnati dunque 226mila.
Una parte di questi 340mila euro circa sono state investiti nel progetto innovativo dei mercati europei, quelli che hanno riscosso meritato successo “di pubblico e di critica” a Crone di Idro nei giorni scorsi. Il resto è stato suddiviso su 4 “assi” di finanziamento: 40mila euro per il sostegno alla creazione d’impresa, 200mila per l’ammodernamento delle attività, 20mila e 40mila rispettivamente per la promozione delle tipicità agroalimentari e per la qualificazione culturale della rete commerciale.

“Le ultime due voci non hanno riscosso il successo sperato – ammette Felter – Poche e poco significative le domande che abbiamo ricevuto, dovremo affrontare quella importante partita in un altro momento. Abbiamo infatti deciso di stornare quei fondi a favore delle prime due “Assi”. Questo, unito ad un’aggiunta di 86mila euro che ha portato l’impegno della Comunità montana a quasi 200mila euro, ci ha permesso di premiare tutte le domande ammesse per la prima voce (10) e alcune in più nella seconda (28)”.

“Fra le cose che ci hanno fatto maggior piacere il fatto che le dieci nuove attività ammesse a ricevere il contributo sono tutte quante realizzate da giovani – ha aggiunto l’assessore -. Se ci sono loro a riappropriarsi del commercio nei piccoli centri montani della Valle, c’è ancora speranza”.
Sono bar, trattorie, un centro estetico, una ferramenta, una pizzeria, una cartoleria e una profumeria.

Ammessi a contributo sono state realtà commerciali dei Comuni con meno di 2mila abitanti, più punteggio per quelli con meno di 800 abitanti, oppure quelle che aprono i battenti nelle frazioni con meno di 200 abitanti dei Comuni più popolosi.
La graduatoria che prevedeva l’ammodernamento delle attività è rimasta in parte senza fondi: “L’elenco di merito c’è, se riusciremo a reperire altri finanziamenti saremo subito pronti ad erogarli”.

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