05 Luglio 2011, 18.28
Prevalle
Lettere

Il caso della «santona» di Prevalle

di red.

Ci scrivono Amalia e p. Luigi Bazzani, in merito al caso che vede coinvolta l'associazione Minelli Onlus ed in particolare Fiorella Tanghetti.

Egregio direttore,
 
dopo aver assistito, con incredulità e rammarico, ai recenti dibattiti televisivi in merito alle vicende giudiziarie che stanno coinvolgendo l’associazione Minelli, penso sia doveroso rendere nota la mia esperienza personale.
 
Negli ultimi mesi, le condizioni di salute della mia anziana mamma si sono aggravate a seguito di un  intervento chirurgico e la mia famiglia si è resa conto, a malincuore, di non essere  più in grado di assistere al meglio “la nonna”.
Chi ha un familiare non autosufficiente credo capirà bene quali siano le difficoltà: barriere architettoniche, necessità di attrezzature e terapie specifiche, oltre che al bisogno di  un’assistenza qualificata continua.
Ci siamo rivolti, quindi, a vari istituti di ricovero o strutture di riabilitazione che potessero temporaneamente supportarci nella cura ed assistenza alla nostra malata; scoprendo, purtroppo, che le strutture di ospitalità per anziani non autosufficienti non erano numerose e  che non avevano posti disponibili in breve tempo. In alcuni casi, anche a fronte di rette esose, non erano in grado, inoltre, di offrire i  servizi e le  cure di cui mia madre aveva bisogno.
                
Abbiamo contattato, allora, l’associazione Minelli onlus – una realtà che sapevamo impegnata sul nostro territorio nel recupero di persone disagiate o bisognose.
Subito, abbiamo avuto un’ottima impressione della signora Fiorella Tanghetti,  presidente dell’associazione, che ci ha accolto in un clima  familiare e ha compreso l’urgenza e la difficoltà della nostra situazione, dimostrando molta sensibilità ed esperienza nei confronti degli anziani e delle loro problematiche.
Ci ha mostrato la casa dove accoglieva, per brevi periodi, anziani o persone sole che avevano bisogno di assistenza  ed abbiamo conosciuto il personale che si occupava degli ospiti. Non potevamo desiderare un posto migliore per mia madre: una casa accogliente, – noi l’abbiamo sempre chiamata la “casa-famiglia”, attrezzata per le necessità di anziani con difficoltà di deambulazione e, soprattutto, gestita con tanta premura da personale esperto, volenteroso ed amorevole.
 
Mia madre ha trascorso in questa nuova famiglia un periodo sereno, riuscendo a migliorare la sue condizioni di salute, grazie alle cure ed alle attenzioni che le hanno rivolto “ la Rossana”, “le due Laura”, “la Rosa”… e potrei continuare con il lungo elenco del personale dell’associazione che tanto si è prodigato, senza mai chiedere niente in cambio.
Anche ora che mia madre è tornata nella sua casa, ricorda con tanto affetto tutto il personale che l’ha assistita, che ha cucinato appositamente per lei cibi dietetici – accontentandola con qualche dolce quando la dieta lo consentiva, e l’ha aiutata a dimenticare le sofferenze facendola sorridere.
 
Vorremmo, anche a nome di tutti coloro che hanno visitato mia madre durante il suo soggiorno nella casa-famiglia, esprimere la nostra riconoscenza e gratitudine alla signora Fiorella e all’associazione Minelli per l’attività che svolgono con vero spirito di carità cristiana, augurandogli di poter proseguire nella loro opera affrontando anche questi momenti difficili.
 
Amalia Bazzani
p. Luigi Bazzani
Questo giornale, credo, ha sempre mostrato equilibrio in merito a questa vicenda, rifiutando di cavalcare un facile sensazionalismo.
Riteniamo che soprattutto le testimonianze personali, piĂą che le congetture, abbiano ragione di essere espresse.
Continueremo a farlo, in attesa che le aule del tribunale nelle quali il processo è da poco iniziato riescano a fornirci una verità, almeno di tipo giudiziario.
Ubaldo Vallini


Commenti:
ID11053 - 06/07/2011 11:27:00 - (cricri) - testimonianze

in merito alla risposta del direttore di vallesabbianews, mi permetto di fare una personale osservazione: posto che, come risaputo, la questione si pone in termini estremamente gravi ed inquietanti (nella sua estrema complessitĂ , visto che ogni tanto spuntano novitĂ  di ogni genere), sarebbe secondo me sensato porre fine alla pubblicazione di qualsiasi tipo di "testimonianza". Come dice lei, sig.Vallini, si resti in attesa del processo e del suo giudizio finale: fino ad allora pubblicare QUALSIASI testimonianza personale (pur in buona fede che essa sia) non fa altro che fomentare il senso di incertezza e di dubbio che una questione tanto grave rappresenta; ricordo che seguendo "tra le righe" la vicenda sembrano trasparire scenari particolarmente inquietanti che, se confermati, includerebbe secondo me anche l'analisi di testimonianze tipo quelle pubblicate. Chiaro che, come detto sopra, se tutto invece cadrĂ  nel nulla, chi accusa ne paghi davvero le conseguenze. saluti Cristiano

ID11058 - 06/07/2011 15:39:00 - (kina) - quoto cricri

Anche perch i fatti gravi denunciati si rivologono ad qualche anno fa e la testimonianza sopra citata è recente e dopo la denuncia..... capissciamm...

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