L’Azienda Ospedaliera di Desenzano del Garda ha ottenuto da Regione Lombardia un finanziamento di 180.000 euro per lo sviluppo di un progetto di ricerca, in ambito oncologico, rivolto alle donne colpite da tumore al seno.
Il progetto è coordinato dal Prof. Bruno Milanesi - Direttore dei Laboratori di Patologia Clinica Aziendali e del Dipartimento di Medicina di Laboratorio – e coinvolge anche altre Unità Operative dei tre Presidi Ospedalieri: Chirurgia ad indirizzo Senologico di Desenzano e Manerbio dirette dal Dr. Claudio Pagliari e dal Dr. Ignazio Ciliberto, Ostetricia-Ginecologia di Gavardo diretta dal Dr. Giuliano Maffetti, Day Hospital Oncologico di Desenzano, Gavardo e Manerbio diretti dal Dr. Giovanni Migliosi, Dr. Maurizio De Giuli e Dr. Giuseppe Colosini ed i Servizi di Anatomia Patologica di Desenzano e Manerbio diretti dal Dr. Paolo Fontana e dal Dr. Maurizio Favret.
Obiettivo del progetto è quello di applicare un test che permette di identificare le pazienti che hanno un'alta probabilità di sviluppare metastasi, offrendo al clinico un valido supporto per ottimizzare l'utilizzo della chemioterapia.
Tramite questo test viene eseguito un profilo molecolare completo del tumore tracciandone la cosiddetta “firma genica”, che fornisce una valutazione del rischio di ogni singola paziente di sviluppare una recidiva (locale o a distanza), consentendo così di effettuare scelte terapeutiche più informate e personalizzate.
L’esame viene effettuato su un frammento di tessuto colpito dal tumore e rappresenta un importante e fondamentale passo avanti nella diagnosi e nel trattamento delle neoplasie mammarie, fornendo informazioni bio-molecolari estremamente utili ai fini della scelta del trattamento terapeutico più adeguato per ogni donna.
Grazie a questo progetto l’Azienda Ospedaliera di Desenzano è tra le prime strutture sanitarie in Italia, a offrire un innovativo strumento in grado di ottimizzare il trattamento del carcinoma mammario.
Il medico oncologo, che si trova a dover assumere decisioni cruciali sul percorso terapeutico da intraprendere, può trarre dal test importanti informazioni che gli permettono di instaurare, in accordo con le linee guida internazionali, la terapia più adeguata per ogni singola donna quindi, se la paziente risulta a basso rischio di recidiva il medico può prescrivere la sola terapia ormonale, se invece è ad alto rischio di recidiva può essere prescritta una terapia più aggressiva che include la chemioterapia.
La Lombardia, con circa 7.400 casi ogni anno e 90mila donne seguite, è la prima regione per numero di nuovi casi di cancro alla mammella e Brescia registra un’incidenza fra le più alte del nord Italia, se comparata alla media nazionale di 152 casi ogni 100 mila donne.
Ma nonostante i grandi progressi registrati negli ultimi anni grazie alla diagnosi precoce e all’introduzione di farmaci di nuova generazione, una notevole frazione di tumori sfugge tuttora al controllo terapeutico, probabilmente a causa dell’instaurarsi di molteplici e specifici difetti molecolari durante il processo di patologica trasformazione, progressione e metastatizzazione del tumore conseguenti alla variabilità evolutiva delle cellule tumorali; infatti pazienti affette da carcinoma mammario, diagnosticato apparentemente allo stesso stadio della malattia e che hanno ricevuto il medesimo trattamento, spesso mostrano una risposta alla terapia e periodi di sopravvivenza molto diversi.
Il progetto vede il coinvolgimento anche dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno (ANDOS) e l’Associazione Gardesana Studio e Prevenzione Tumori che si occuperanno, tramite i loro volontari adeguatamente formati, dell’attività di divulgazione dei risultati.
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ID10708 - 17/06/2011 22:08:18 - (Giacomino) - Non sarà mai sufficiente
quello che si fa in questo campo.