Fra pre-accordi ed incognite

“Il minimo vitale per il lago d’Idro? Ci pare giusto, a patto che a noi sia concesso il minimo indispensabile per irrigare”.
E’ nata così, solo alcuni giorni fa, l’inedita alleanza fra gli agricoltori della Bassa e i rivieraschi dell’Eridio. Per quasi un secolo si sono guardati in cagnesco e ora eccoli lì, in Do maggiore a pungolare l’Enel.

Sotto scacco a causa della presenza della “tura”, resa necessaria dall’urgenza di manutenzione, l’Ente per l’energia elettrica in questo caso si sente un po’ la classica rapa, ma accetta il salasso: “Ok, mettiamo a disposizione cinque milioni di metri cubi in più dai bacini a monte del lago, però permetteteci di far ripartire alla svelta le turbine di Carpeneda perchè c’è bisogno di energia, perchè ci stiamo rimettendo un sacco di soldi e perchè non vorremmo che ai nostri azionisti venisse voglia di chiedere risarcimenti”.

Sta correndo sul filo del rasoio insomma, anche se non sono da escludere risultati positivi nel breve periodo, la trattativa per l’utilizzo dell’acqua dell’Eridio.
Dopo mesi di schermaglie dai toni a volte aspri, di manifestazioni, di prese di posizione della politica e di ordinanze comunali, dopo che anche le evoluzioni meteorologiche ci hanno messo lo zampino, ecco che da alcuni giorni il confronto si è spostato soprattutto attorno al tavolo organizzato dal prefetto.
Il tentativo è quello di limare sugli interessi delle tre parti in causa che sono l’Enel, gli agricoltori, i rivieraschi.

La prossima occasione sarà l’incontro previsto per questo lunedì sera quando, almeno in teoria, le tre fazioni potrebbero riuscire a sottoscrivere un accordo.
Ad andare d'accordo per ora ci sono appunto la teoria e la matematica: i 5 milioni di metri cubi messi a disposizione dall’Enel vanno ad aggiungersi ai 16+4 che da “pre-emergenza” ed “emergenza” diventano “ordinari”, consentendo in totale il rilascio di quei 33 milioni di metri cubi che vengono ritenuti dagli agricoltori come il minimo indispensabile da aggiungere al fiume nel corso della stagione irrigua.
Quest’acqua sarebbe sufficiente anche per mantenere l’Eridio a quote non inferiori ai 367 metri e 40 centimetri che garantiscono il minimo deflusso vitale.

Certo, la “tura” dev’essere subito demolita, gli agricoltori si ritrovano con quantità minime per irrigare pur facendo ricorso alle “emergenze” e l’Enel dovrà rilasciare dalle dighe Bissina e Boazzo anche dell’acqua che non verrà turbinata, perchè destinata ad ingrossare il Chiese da Lavenone a Vobarno prima di raggiungere i campi della Bassa.
Ci riusciranno a “chiudere”.

In attesa della riunione di lunedì, ciascuno sta facendo bene i conti per vedere se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto.
Staremo a vedere, anche perché fra i dati a disposizione di tutti per tirare le somme, a quanto pare, non mancano le incognite.

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