19 Marzo 2011, 07.00
Salò
Storia

Garibaldi fu ferito

di Itu

Grande successo della serata in municipio in occasione della ricorrenza dei fatti del 17 marzo 1861.

Emozionante l’incontro a Salò la sera del 17 marzo in municipio nella sala dei Provveditori che per l’occasione era così piena che oltre ad usare le sedie delle stanze adiacenti sono state offerte le strisce di pavimento caldo legnoso e pulito a lucido come ad un ritrovo tra amici.
Un successo che si è disegnato da subito prima ancora dei discorsi di presentazione e che ha aleggiato tra i presenti come in quelle pagine dove si sente il sapore della storia.
 
Dunque è stato presentato il libro di Mauro Abastanotti “Il garibaldino nella foto. Storia di un contadino in camicia rossa” con l’aiuto dell’autore e del giornalista Marcello Zane.
Particolare rilievo è stato dato all’elenco a termine del libro redatto da Omer Mariani e Tarcisio Confalonieri in cui appaiono i nomi dei partecipanti alle spedizioni garibaldine di tutta la nostra provincia, una ricerca puntigliosa che vuole regalare l’orgoglio di sapere di qualche lontano parente che ha condiviso con i grandi la sua umile origine.
 
Perché la guerra di Garibaldi fu del popolo, su questo non ci sono dubbi.
Poi la serata è proseguita con lo spettacolo “Wanted Garibaldi” del teatro poetico di Gavardo scritto e diretto da John Comini.
Circa un’ora di stupefacente racconto divertito e amaro interpretato da un bravissimo Andrea Giustacchini che ha dato anima a quel personaggio polveroso e mattacchione di Garibaldi, aiutato da Peppino Cascarelli e dalle musiche e interventi di Luca Lombardi.
Speriamo di festeggiare la nostra italianità un po’ più spesso, visto che con una sola lingua diventa anche più facile.
 


Commenti:
ID7807 - 19/03/2011 08:50:31 - (Giacomino) - Spero mi perdonerà Itu

le mie allocuzioni, che non vogliono minimizzare ne la storia ne gli avvenimenti, ne Il gen.Garibaldi. Introduco solo una lettura diversa tratta da episodi citati in documenti disponibili. La campagna garibaldina sicuramente costituì un avvenimento da suscitare entusiasmi anche idealistici nelle popolazioni interessate al passaggio e al reclutamento dell'armata. Nelle zone interessate ai combattimenti un pò meno, non ultima la motivazione che lo spostamento dei confini avrebbe privato del sostentamento tutti quei valligiani che da ambo le parti praticavano il contrabbando %

ID7808 - 19/03/2011 08:59:38 - (Giacomino) - e non erano pochi, il mio nonno mi

raccontava che il sentiero del passo del Termine anche in inverno era sempre pulito dalla neve per consentire il passaggio dei bracconieri verso la valla camonica e quindi per la Svizzera, nonostante che in piazza a Bagolino ci fosse una caserma della guardia di frontiera, il mondo è sempre stato il mondo. Dunque il passaggio dei garibaldini un qualche problema lo creò, e perchè no, anche di tipo sanitario, come si evince sempre dai citati documenti, lo stesso medico di Bagolino ebbe a lamentarsi con il sottoprefetto di Salò, che dopo il passaggio dei gloriosi volontari, persino delle monache %

ID7809 - 19/03/2011 09:08:16 - (Giacomino) - furono trovate affette da sifilide,

e lui il medico di questo era sicuro nell'accusare i volontari con la camicia rossa. Veniamo ora al ferimento di Garibaldi al Montesuello. La maestra mi aveva insegnato che si era trattato di una pallottola austriaca, come si legge anche sul cippo commemorativo. Dai soliti documenti si evince che si trattò invece di un colpo partito per sbaglio dal fucile di un maldestro volontario. Si narra che al momento il generale si infuriò ma subito si calmò pensando a ciò che il danno avrebbe potuto fare la fucilata se solo lo avesse colpito in un altro posto poco distante

ID7810 - 19/03/2011 09:17:05 - (Giacomino) - dalla illustre coscia.

In quel caso, mi viene da pensare: Chissà, forse la storica lapide che si trova nella piazza principale di Vestone, non sarebbe mai stata posta. Vi prego di perdonare il mio strampalato modo di leggere la storia , la stessa mia maestra avrebbe tirato fuori dall'armadio la fidata bacchetta che allora si usava senza parsimonia.Il vostro Giacomino.

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