04 Maggio 2007, 00.00
O
Eridio/2

Parla il presidente di Copagri

di Ubaldo Vallini

Siamo finalmente riusciti a registrare una voce autorevole in rappresentanza degli agricoltori della Bassa. A risponderci dall’altra parte del filo č stato il presidente bresciano di Copagri Alessandro Baronchelli.

Siamo finalmente riusciti a registrare una voce autorevole in rappresentanza degli agricoltori della Bassa, dopo che ci è andata buca per settimane nel tentativo di ottenere udienza telefonica presso il Consorzio di Bonifica di Secondo grado, chiedendo degli ingegneri Negrinelli e Mondinelli. A risponderci dall’altra parte del filo il presidente bresciano di Copagri Alessandro Baronchelli.

Ci aspettavamo parole dure, dopo le minacce riportate da alcuni giornali che paventavano il ricorso massiccio al trattore, come “arma” che gli agricoltori stavano per imbracciare di lì a poche ore. Si è scritto di espressioni del tipo “se pensate di fare del turismo sul lago vedrete che ve lo impediremo”, o la risposta da parte dei lacustri “venite pure con i trattori che ve ne tornerete a casa in corriera”. Parole preoccupanti. Quanto lo fossero l’abbiamo capito dalla presenza a Idro dei poliziotti in assetto antisommossa in occasione della manifestazione, assolutamente pacifica invece, del 27 aprile. C’erano anche un bel po’ di carabinieri quel giorno, più del solito e li hanno visti tutti.

Invece no. Rispondendo alle nostre domande, Baronchelli ha dimostrato piuttosto di essere interessato ad una convergenza.
Ovvio che il punto di partenza di ciascun ragionamento fosse diametralmente opposto a quello dei rivieraschi, stupirsi di questo però sarebbe segno di limitate peculiarità “ragionatorie”, lasciatemelo dire.

“Con i trattori no, per il momento non saliamo in Valle con quelli. Stiamo a vedere cosa succede prima, almeno per questa settimana. Vede, non è che moriamo dalla voglia di fare la guerra a nessuno, solo ci pare giusto che vengano ascoltate anche le nostre ragioni”.
Cioè? “Non mi pare corretto l’atteggiamento del sindaco di Idro che è ricorso alle ordinanze per bloccare tutto invece che sedersi attorno ad un tavolo e ragionare. Non si fa così, soprattutto a stagione irrigua già iniziata e fin da subito a “orario d’emergenza”, cioè riducendo il tempo di irrigazione previsto per ogni ettaro di terreno.
Ci fa arrabbiare il fatto che il Governo stia facendo di tutto per scavalcare la Regione e che si stia tentando di cambiare la Regola di gestione del lago proprio adesso.
Capisco i rivieraschi che negli anni scorsi l’hanno dovuto sopportare il lago ai minimi storici, ma proprio adesso che se lo ritrovano bello pieno devono decidere di darcene solo un metro. Questo per noi è inconcepibile e non sto parlando di diritti legali o altro: qui rischiamo il raccolto e il bilancio familiare di 7 mila aziende agricole.
Ma lo sapete voi in Valsabbia che noi spendiamo 7/8 milioni di euro l’anno per avere il diritto ad irrigare? E che ci arriva la bolletta dell’Esatri direttamente a casa?”.

A proposito, come siete messi con l’irrigazione: “Quest’anno siamo un mese avanti e prevediamo di non avere più bisogno d’acqua dalla fine di luglio in poi. Il problema è che per irrigare i campi noi abbiamo bisogno di un metro di lago al mese. I calcoli sono presto fatti”. Se piove? “Se piove ci serve meno lago, è ovvio. Quello che ci serve è un organismo capace di gestire l’acqua che serve a tutti con competenza ed in modo più snello”.


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