Vigile attesa

Le reciproche posizioni non si sono certo ammorbidite sull’intricata vicenda del lago d’Idro, gli accesi toni di sfida per fortuna si, almeno per il momento. Si respira aria d’attesa sul lago e nella Bassa.
Aspettando che piova, parrebbe, ma soprattutto confidando che l’opera di mediazione a livello istituzionale faccia la sua parte nel difficile compito di mettere d’accordo le aspettative dei rivieraschi e quelle degli agricoltori, e le esigenze dei produttori di energia elettrica.

Oggetto del contendere è ovviamente l’acqua del lago, ma in questo momento la sfida sarebbe focalizzata sull’opportunità o meno di edificare lo “stramazzo”, una barriera lunga 45 metri e larga 8 che impedirebbe all’acqua del lago di prendere la via della centrale Enel al di sotto della soglia di 367,40 metri sul livello del mare.
Lo vogliono i rivieraschi registrando sul progetto un’inedita unità d’intenti, con la Comunità montana che si è data da fare con la progettazione, l’amministrazione comunale di Idro che con un’ordinanza ha imposto all’Enel di prendere almeno in considerazione la proposta, i sindaci degli altri Comuni del lago pronti a dare manforte alla collega idrense e i cittadini organizzati dal Coordinamento delle Pro loco che hanno ripreso a presidiare notte e giorno l’imbocco del canale.

Un’azione dimostrativa, questa, che la dice lunga sulla loro volontà di “portare a casa” la certezza che l’Enel non possa più pescare acqua a volontà e senza più controlli: “La legge è dalla nostra parte – insistono al Coordinamento -. Lo stramazzo va fatto per ripristinare la naturalità dell’Eridio. Ora o mai più”.

Di diverso avviso sono gli agricoltori che hanno “frenato” con l’idea di precipitarsi in Valle con i loro trattori, però non ci stanno a prendere per buoni i “conti” che fanno i rivieraschi.
In attesa che la situazione si sblocchi se la prendono con la sindaca di Idro e con la sua ordinanza che considerano illegittima, e col Governo che su questa vicenda vuole “scavalcare” la Regione: “Bisogna parlarne con calma, d’accordo? Però con questi presupposti è veramente difficile farlo: come si fa a cambiare le regole con la stagione irrigua che è già cominciata – ci dice Alessandro Baronchelli, presidente Copagri -. Ce l’abbiamo fatta ad irrigare i campi l’anno scorso, con il lago partito basso. Quest’anno che è bello pieno perchè mai dovremmo accontentarci di un solo metro. Con la stagione che è già avanti abbiamo calcolato di finire col mais alla fine di luglio e fino ad allora ci serve un metro di lago al mese. I conti sono preso fatti”.

Cautela sembra essere la parola d’ordine anche per Enel che venerdì scorso con un paio di funzionari si è presentata alla conferenza dei servizi convocata dalla sindaca Salvaterra e, pur opponendosi all’idea dello stramazzo, per il momento non intenderebbe fare ricorso contro l’ordinanza sindacale slittando di una settimana sul proposito di rimuovere la “tura” che chiude il canale di approvvigionamento alla centrale.

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